giovedì 21 Novembre 2024

No TAV, la polizia sgombera lo storico presidio di San Giuliano

Nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 ottobre, lo storico presidio No TAV Sole e Baleno di San Giuliano, in Val Susa, è stato sgomberato dalle forze dell’ordine. Il presidio si trovava infatti su di un terreno soggetto ad esproprio, in quanto dovrebbe sorgervi la stazione internazionale dell’Alta Velocità. Si tratta di un progetto di portata enorme, dall’estensione pari a quella di circa 80 campi da calcio. Proprio per impedirne la costruzione, un migliaio di attivisti aveva acquistato il terreno nel 2012, erigendovi poi il presidio. Con l’avvicinarsi dell’inizio della campagna di espropri, preannunciati nel 2023, gli attivisti avevano iniziato a presidiare in modo permanente la zona a partire da sabato 5 ottobre. Tuttavia, la scorsa notte l’area è stata definitivamente sgomberata dalle forze dell’ordine, che stanno procedendo in queste ore a transennarla per interdirne l’accesso.

Secondo quanto riferito dai presenti, le forze dell’ordine hanno iniziato ad arrivare al presidio intorno all’una e mezza del mattino. Per ritardarne l’avanzata, gli attivisti hanno incendiato alcune barricate, azione alla quale è seguito un fitto lancio di lacrimogeni da parte degli agenti, per lo più ad altezza uomo. Verso le quattro del mattino, lo sgombero è stato portato a termine, e gli agenti hanno iniziato a recintare la zona. Prende così forma, a poco a poco, l’ennesimo cantiere della Val di Susa, la cui estensione, scrive il Movimento, dovrebbe equivalere a quella di «80 campi da calcio», causando inoltre una «elevata dispersione di polveri sottili», con «aumento delle malattie cardiovascolari e respiratorie, dato ammesso dalla stessa azienda proponente».

La zona era stata acquistata da oltre un migliaio di attivisti provenienti da tutta Italia nel 2012, nell’ambito della campagna Compra un posto in prima fila, quando la costruzione della stazione internazionale rappresentava ancora solamente un’ipotesi nella mente degli architetti dell’Alta Velocità. «Il popolo valsusino, i No TAV, faranno tutto il necessarrio, insieme, per bloccare la devastazione di questa valle e lo spreco immane di denaro pubblico previsto da questo progetto» avevano dichiarato allora gli attivisti. I decreti di esproprio per la zona di San Giuliano erano stati inviati ai proprietari nel 2023 e nel giugno di quest’anno sono arrivate le raccomandate che formalizzavano le procedure. Il 9 ottobre dovrebbero essere avviate quelle per i terreni acquistati collettivamente dai No TAV, mentre nei prossimi mesi dovrebbero essere portate a termine quelli di tre abitazioni.

Sono numerosi i cantieri che devastano la Val di Susa, tutti riguardanti le opere collaterali dell’Alta Velocità, a partire da un nuovo svincolo per l’autostrada fino al nuovo autoporto di San Didero. Se in queste aree i lavori procedono a rilento, sono del tutto fermi nel cantiere principale, quello dove dovrebbe essere realizzato il tunnel a doppia canna per il passaggio dei treni. Nel frattempo, i costi di realizzazione lievitano (da 8,6 a 11,1 miliardi, con un aumento del 30%) e i tempi di consegna si dilatano, passando dal 2033 al 2035.

[di Valeria Casolaro]

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