Il gruppo Nestlé Italia, insieme a Luiss Business School e Scs Consulting, ha presentato Il nido che condividiamo, il primo studio di impatto sociale che rileva l’apporto dell’azienda in sei macro-aree: benessere delle persone del Gruppo Nestlé in Italia e delle loro famiglie; supporto alle comunità locali; educazione alimentare; salute e benessere nutrizionale; sicurezza sul lavoro; donazioni e volontariato aziendale. Considerata la storia e la realtà produttiva della multinazionale svizzera, balzano immediatamente all'occhio le aree dedicate alla nutrizione e all'alimentazione. Bevande e ali...
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3/4 della merce esposta sulle scansie dei supermercati nel settore alimentare è inutile e dannosa ,basterebbe avere uno stile alimentare poverissimo di zuccheri semplici e ultra processati per mettere in difficoltà questi colossi produttori di cibo spazzatura .
Se non mangi i prodotti Nestlé, ti ammali e muori.
🤭
e’ la pubblicita’ l’arma piu potente che hanno le multinazionali: ogni minuto bormbardato da immagine gioiose ed allegre di gente che si rimepe di spazzatura. da quando siamo bambini fino all’eta’ adulta.
Alla faccia dei pomposi quanto vuoti bla bla Meloniani su “…. sovranità alimentare… qualità….eccellenze… salubrità….sostenibilita del cibo italiano….” Spudorati bugiardi, tutti! ( insegnanti, scuole e università compresi )
Il vero problema è la disinformazione. 30 anni di consumo critico non sembrano aver scalfito più di tanto le abitudini di consumo delle persone. La maggior parte dei consumatori non si informa e compra in base ai gusti, al costo, alle abitudini, al greenwashing
Fa sempre bene rammentare ai lettori gli innumerevoli scandali in cui è coinvolta Nestlè. Aggiungerei che lo stato italiano ci guadagna assai sull’acqua in bottiglia visto che è ha posto un’ aliquota Iva del 22%. Un bene quasi voluttuario.