Tiziano Lovisolo, 24enne marchigiano, è finito agli arresti domiciliari dopo essere stato fermato durante la manifestazione pro Palestina a Roma dello scorso 5 ottobre. Accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, il giovane è stato protagonista di uno scontro con la polizia. Secondo la versione degli agenti, Lovisolo avrebbe causato la frattura del bacino di un dirigente della Digos, eppure alcune testimonianze racconterebbero una storia diversa: come mostra chiaramente un video visionato da L’Indipendente, il ragazzo è stato buttato a terra nella calca, per poi venire colpito ripetutamente da un agente armato di manganello; questi è stato presto raggiunto da altri colleghi, che hanno circondato il ragazzo e si sono uniti al pestaggio. Secondo ulteriori testimonianze, Lovisolo sarebbe poi stato trascinato dietro il cordone di polizia con un manganello stretto alla gola.
La decisione di mettere Lovisolo agli arresti domiciliari arriva dal giudice per le indagini preliminari di Roma dopo due ore di camera di consiglio. In tale sede, la procuratrice aggiunta dell’antiterrorismo Lucia Lotti ha chiesto la custodia in carcere per lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale, mentre la difesa, sostenuta dall’avvocata Caterina Calia, ha puntato alla scarcerazione del giovane. L’accusa individua in Lovisolo il responsabile dei danni da lesioni ricevuti da un funzionario delle forze dell’ordine che pare abbia ricevuto una prognosi di 45 giorni per la frattura del bacino, e gli imputa di avere sferrato calci e pugni indiscriminatamente contro la polizia. Secondo la difesa, sarebbe andato tutto diversamente: quando la situazione stava degenerando, il ragazzo avrebbe provato ad allontanarsi dagli scontri, ma non vi sarebbe riuscito a causa dei blocchi delle camionette delle forze dell’ordine, che avevano chiuso i varchi di accesso e uscita della piazza. Si sarebbe così trovato in mezzo alla ressa, e sarebbe stato dapprima malmenato e poi preso in custodia. Il video visionato da L’Indipendente dà più credito a questa seconda ricostruzione che alla prima, e ritrae il ragazzo inerme a terra, circondato da una schiera di agenti intenti a malmenarlo; dalle immagini, inoltre, non sembra vedersi alcun agente ferito nelle vicinanze. «È stato preso a caso», ha detto la ragazza di Lovisolo al Corriere [1], versione accreditata anche dai Giovani Palestinesi [2]: «Condividiamo un appello dei compagni di Tiziano che è stato malmenato dalla polizia prima di essere portato in questura», hanno scritto in un comunicato; «Rimarrà trattenuto in stato di fermo fino a lunedì con accuse che siamo certi essere arbitrarie, pretestuose e infondate». In occasione della camera di consiglio, a Roma, si è tenuto un presidio davanti al tribunale, in supporto al ragazzo. Al termine della seduta, Tiziano è rientrato a casa, e ha ringraziato tutti i presenti per la solidarietà mostrata. L’udienza è stata aggiornata al 14 novembre.
La manifestazione di Roma del 5 ottobre [3] era stata osteggiata dalla Questura e dal Ministero dell’Interno, ma, come promesso dagli organizzatori, si è tenuta comunque. Al presidio hanno partecipato circa 10.000 persone, mentre le forze dell’ordine si sono organizzate con oltre 1.500 agenti, posti di blocco agli ingressi della città e camionette armate di idranti. Gli scontri sono iniziati attorno alle 17:00: bottiglie, bombe carta e fumogeni lanciate dalla parte più calda del corteo; manganelli e massicci lanci di lacrimogeni alla rinfusa da parte degli agenti che, come al solito, hanno finito per intossicare centinaia di persone. Dopo qualche minuto di confronto all’altezza di via Ostiense le forze dell’ordine sono entrate nella piazza con pesanti cariche e getti di idranti, mettendo in fuga migliaia di persone.
[di Dario Lucisano]