Il 64,1% degli italiani sarebbe d’accordo: la comunità internazionale dovrebbe intervenire per fermare la furia israeliana in Medio Oriente. Solo il 15,3% riterrebbe invece che lo Stato ebraico debba essere lasciato libero di agire, mentre il 20,6% è indeciso. Il dato proviene da un sondaggio condotto dll’Istituto Eumetra e smentisce ancora una volta la politica estera del governo italiano, che all’ONU si sta sistematicamente astenendo nelle risoluzioni contro Israele. Dal sondaggio emergerebbe inoltre che il 47,4% degli intervistati teme un allargamento del conflitto, mentre il 30,9% sarebbe preoccupato soprattutto per una catastrofe umanitaria. Solo il 18% teme le eventuali conseguenze del conflitto sull’economia italiana. Divisa l’opinione sulle manifestazioni per Gaza nella settimana del 7 ottobre: il 38,6% pensa sia sbagliato vietare i cortei, mentre il 35,8% ritiene sia giusto; gli incerti rappresentano il 25,6%.
L’esito del sondaggio, presentato nel corso della trasmissione Piazza Pulita, sottolinea lo scollamento tra le politiche perseguite dal governo in carica e l’opinione degli italiani. Mentre infatti il governo italiano si mantiene saldo sulla linea del sostegno a Tel Aviv (l’ultima conferma è arrivata dalla tiepida [1] reazione all’attacco del 10 ottobre alla base UNIFIL in Libano, dove è presente anche un contingente italiano), solamente una minoranza della popolazione sembra essere convinta che Israele abbia «diritto a difendersi». Un risultato simile era giunto pochi mesi fa, quando da un sondaggio effettuato da Demopolis era emerso [2] che per il 65% degli italiani il governo dovrebbe smettere di inviare armi a Kiev, impegnandosi piuttosto in trattative di pace.
Il fronte pacifista è infatti presente nel nostro Paese e guadagna sempre maggior consenso, a prescindere dalle politiche messe in atto da Palazzo Chigi. Una conferma la si trova negli esiti [3] delle scorse europee, dove l’alleanza di governo ha perso oltre un milione di voti, mentre il fronte pacifista ha conquistato circa cinque milioni di preferenze – un dato significativo, a fronte del fatto che metà dell’elettorato non va è andato a votare.
Per quanto condotto su di un campione ridotto e non su larga scala, il sondaggio [4] di Eumetra offre uno spaccato sulla volontà di una parte di opinione pubblica che viene quasi del tutto ignorata dalla politica: quella sempre più insofferente riguardo al clima di guerra che si respira in questo periodo storico, che vorrebbe l’Italia non complice dell’uccisione di migliaia di civili.
[di Valeria Casolaro]