Quasi il 40% di tutti i fondi “per il clima” erogati dalla Banca Mondiale negli ultimi sette anni non sono stati contabilizzati: è quanto rivela un nuovo rapporto pubblicato recentemente da Oxfam in occasione dei vertici annuali della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. Il portafoglio di finanziamenti per il clima 2017/2023 della Banca Mondiale non ha contabilizzato una cifra compresa tra i 24 e i 41 miliardi di dollari, tra il momento in cui i progetti sono stati approvati e quando sono stati chiusi. Come denunciato da Oxfam, non esiste un registro pubblico che dimostri dove siano finiti questi soldi o come siano stati utilizzati, il che rende impossibile qualsiasi valutazione del loro impatto. Non è quindi chiaro se questi fondi siano stati spesi per alcune delle iniziative previste, come aiutare i Paesi a basso reddito ad attuare politiche di adattamento e investimenti; a proteggere le persone dagli impatti del cambiamento climatico o siano stati spesi in altro modo.
«La Banca si vanta dei suoi miliardi di finanziamenti per il clima, ma questi numeri si basano su ciò che prevede di spendere, non su ciò che spende effettivamente una volta che un progetto inizia a funzionare», ha dichiarato Kate Donald, capo dell’ufficio di Oxfam International. «Abbiamo dovuto setacciare strati di report complessi e incompleti e, anche in questo caso, i dati erano pieni di lacune e incongruenze. Il fatto che sia così difficile accedere a queste informazioni è allarmante: non dovrebbe essere necessario un team di ricercatori professionisti per capire come vengono spesi miliardi di dollari destinati all’azione per il clima. Questo dovrebbe essere trasparente e accessibile a tutti, soprattutto alle comunità che dovrebbero beneficiare dei finanziamenti per il clima», ha proseguito dicendo Donald.
Eppure, la Banca Mondiale è il più grande fornitore multilaterale di finanziamenti per il clima, rappresentando il 52% del flusso totale di tutte le banche multilaterali di sviluppo messe insieme. Durante le riunioni annuali della Banca Mondiale del 2023, la Banca ha rivisto e aggiornato la sua missione ponendo come obiettivo il porre fine alla povertà estrema e promuovere la prosperità condivisa su un pianeta vivibile, riconoscendo esplicitamente come parte del suo mandato l’intersezione tra finanza per lo sviluppo e la finanza per il clima. Sfortunatamente, i dati pubblicati dalla Banca Mondiale sui finanziamenti per il clima includono solo cifre ex ante, ovvero la quantità di finanziamenti per il clima che un progetto è determinato a includere in base a una valutazione del progetto prima che venga approvato. La Banca non conduce analisi ex post dei progetti per riferire sulla quantità effettiva di finanziamenti per il clima erogati. Con questo livello di informazioni, è impossibile determinare se la Banca sta davvero intensificando i suoi investimenti per il clima.
La questione dei finanziamenti per il clima sarà al centro della COP29 di quest’anno in Azerbaigian, dall’11 al 22 novembre prossimo, dove i Paesi sono pronti a negoziare un nuovo obiettivo globale di finanza per il clima, il New Collective Quantified Goal (NCQG). Risulta però difficile che con questa poca trasparenza possa essere garantita la fiducia tra i soggetti coinvolti e, soprattutto, dei Paesi del sud del mondo nei confronti dei Paesi ricchi, visto che queste istituzioni economico-finanziarie internazionali sono a guida occidentale.
[di Michele Manfrin]