giovedì 21 Novembre 2024

A Pompei continuano ad emergere nuove meraviglie archeologiche: scoperta la casa di Fedra

È una dimora minuta e priva dell’atrio classico, ma adornata da affreschi e decorazioni di rara bellezza rappresentanti persino figure mitologiche: è la “Casa di Fedra” appena portata alla luce dagli scavi condotti nel sito archeologico di Pompei, che si conferma per l’ennesima tra i patrimoni più importanti per l’archeologia e per la storia. Tra i ritrovamenti, spiegano i ricercatori, sono emerse anche le ultime offerte rituali effettuate prima dell’eruzione, le quali sono state rinvenute ancora conservate nel santuario domestico. «Abbiamo qui archeologi, restauratori, archeobotanici per capire esattamente come è stato eseguito il rituale dell’ultimo sacrificio prima dell’eruzione», ha commentato Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco.

La casa è stata scoperta nel corso delle indagini in atto nel cantiere dell’Insula dei Casti Amanti, nel quartiere centrale della città antica, lungo Via dell’Abbondanza. Il nome “casa di Fedra” è stato dato dopo il ritrovamento di un affresco ben conservato, rappresentante il mito di Ippolito e Fedra. Alle pareti, inoltre, è stata trovata anche una rappresentazione di un amplesso tra satiro e ninfa e un quadretto con la coppia divina Venere e Adone. «L’abitazione colpisce per l’alto livello delle decorazioni parietali, che non ha nulla da invidiare alla più grande e ricca casa dei Pittori al Lavoro, con la quale confina», spiega il Parco Archeologico, che aggiunte che l’abitazione appare come «una casa dallo spazio ristretto, senza il tradizionale atrio. Una particolarità, considerato che nonostante le ridotte dimensioni della dimora, non sarebbe stato impossibile l’inserimento di un piccolo atrio con la classica vasca (impluvio) per la raccolta dell’acqua piovana, tipico nell’architettura delle ricche dimore pompeiane, e che invece in questo caso è assente». Si tratta di un’assenza non casuale, continua a spiegare il Parco Archeologico, da mettere probabilmente in relazione con «i mutamenti che stavano attraversando la società romana, e pompeiana nello specifico, nel corso del I secolo d.C. e che questo rinvenimento consente di studiare e approfondire».

Accanto al quadretto raffigurante Ippolito e Fedra, inoltre, si apre una finestra che affaccia su un piccolo cortile con una zona coperta, davanti alla quale si trova una grande vasca dalle pareti dipinte di rosso. Attorno alla vasca correva un canaletto, progettato per incanalare l’acqua piovana verso un pozzo collegato a una cisterna sotterranea. Nel cortile è stato trovato un piccolo altare domestico con una ricca decorazione dipinta a motivi vegetali e animali su fondo bianco. Infine, nella nicchia sono stati ritrovati gli oggetti rituali lasciati con l’ultima offerta prima dell’eruzione che segnò la fine di Pompei: un bruciaprofumi in ceramica senza smalto, con antiche lacune, e una lucerna, entrambi segnati da visibili tracce di bruciato. Le analisi di laboratorio hanno rivelato resti di rametti di essenze profumate, e dietro i due oggetti sono stati recuperati anche frammenti di un fico essiccato.

Pompei fu una città romana distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Fondata nel VII secolo a.C., crebbe rapidamente fino a diventare un florido centro commerciale grazie alla sua posizione strategica vicino al Golfo di Napoli, fino a quando un’improvvisa eruzione del Vesuvio la ricoprì di cenere e lapilli, conservando sotto uno spesso strato di detriti edifici, oggetti e persino corpi umani. Gli scavi iniziarono ufficialmente nel 1748 sotto Carlo III di Borbone e, nel tempo, hanno restituito un panorama vivido di una città romana: strade lastricate, terme, teatri, templi e case decorate da affreschi e mosaici di rara bellezza. Oggi, il Parco Archeologico di Pompei è un sito UNESCO visitato da milioni di turisti l’anno. Con i suoi 66 ettari, esso rappresenta uno dei siti archeologici più grandi e meglio conservati al mondo. La nuova scoperta segue una scia di scoperte precedenti effettuate nei mesi scorsi che dimostrano quanto il sito sia importante da un punto di vista archeologico e storico: solo due anni fa è stato scoperto per la prima volta il DNA di una delle vittime della violenta eruzione, mentre quest’anno è stato scoperto un affresco del mito greco di Frisso ed Elle, un salone rappresentante affreschi sulla guerra di Troia e un “sacrario blu” contenente brocche in bronzo ed anfore.

[di Roberto Demaio]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

  1. Giusto due cose mi vengono a mente, se stavano facendo le offerte rituali e il Vulcano è scoppiato, era il Dio sbagliato.
    Se sotto la cenere del Vulcano si trovano queste meraviglie e in tutto il resto d’Europa nulla, forse però aveva ragione, ma come hanno fatto i nostri antenati a distruggere tutto così in Europa, poi andare a distruggere tutto in America ed adesso mettere a rischio distruzione l’intera umanità?

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria