martedì 3 Dicembre 2024

Israele revoca l’accordo con l’ONU che dal 1967 protegge i rifugiati palestinesi

Nella serata di domenica 3 novembre il ministero degli Esteri israeliano ha notificato alle Nazioni Unite la cancellazione unilaterale dell’accordo tra Israele e l’UNRWA (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Palestinesi), firmato nel 1967. L’accordo tra le parti è stato uno degli elementi principali che ha permesso le attività dell’UNRWA in Israele, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza negli ultimi 57 anni. La scorsa settimana, la Knesset ( il Parlamento israeliano) ha approvato una legge che sospende tutti i legami del Paese con l’Agenzia.

«A seguito della legislazione sull’UNRWA, lo Stato di Israele ha notificato ufficialmente al Presidente dell’Assemblea Generale la cessazione della cooperazione con l’Agenzia. Nonostante le prove schiaccianti che abbiamo presentato all’ONU che confermano l’infiltrazione di Hamas nell’UNRWA, l’ONU non ha fatto nulla per rettificare la situazione. Lo Stato di Israele continuerà a cooperare con le organizzazioni umanitarie, ma non con le organizzazioni che promuovono il terrorismo contro di noi» ha dichiarato Danny Danon, ambasciatore di Israele all’ONU. La scorsa settimana, la Knesset aveva approvato una legge che sospende tutte le attività dell’UNRWA nel Paese. Il provvedimento, approvato in seconda e terza lettura, ha vietato all’Agenzia di svolgere missioni o qualunque altro tipo di attività, «dirette o indirette», all’interno del territorio di Israele. Il Commissario Generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, aveva definito il provvedimento «l’ultimo episodio della campagna in corso per screditare l’UNRWA e delegittimare il suo ruolo». Israele, già da diversi mesi, aveva infatti lanciato pesanti accuse nei confronti dell’Agenzia (rivelatesi prive di qualsiasi fondamento), quali l’aver arruolato tra le sue fila «terroristi» direttamente implicati negli attacchi del 7 ottobre e di favorire le operazioni di Hamas.

Il direttore generale del ministero degli Esteri, Jacob Blitshtein, ha inviato una lettera al Presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il camerunense Philemon Yang, informandolo che «Israele continuerà a lavorare con i partner internazionali, comprese altre agenzie delle Nazioni Unite, per garantire la facilitazione degli aiuti umanitari ai civili di Gaza in maniera tale che ciò non comprometta la sicurezza del Paese. Israele si aspetta che le Nazioni Unite contribuiscano e cooperino in questo sforzo». Mentre Tel Aviv ha lavorato incessantemente per limitare il ruolo dell’UNRWA nella fornitura di quei pochi aiuti umanitari che ha lasciato entrare nel territorio di guerra, favorendo il Programma Alimentare Mondiale, l’UNICEF e altre agenzie ONU, l’UNRWA è ancora fortemente coinvolta nelle operazioni umanitarie della Striscia, gestendo rifugi, cliniche e magazzini. Nonostante le promesse e le assicurazioni del primo ministro Benjamin Netanyahu e del ministero degli Esteri israeliano sul fatto che il flusso di aiuti non verrà interrotto, gli stessi rappresentanti dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e dell’UNICEF hanno dichiarato che non sarebbero in grado di colmare il vuoto lasciato dall’UNRWA. L’Agenzia fornisce a quasi 2 milioni di palestinesi servizi umanitari e di sviluppo umano, che comprendono l’istruzione primaria e professionale, l’assistenza sanitaria di base, i servizi sociali e di soccorso, il miglioramento delle infrastrutture e dei campi, la microfinanza e la risposta alle emergenze, anche in situazioni di conflitto armato.

Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Occupati Palestinesi, nel presentare il suo nuovo rapporto sul genocidio israeliano a Gaza ha dichiarato che «È arrivato il momento di fare un passo esemplare», invitando l’ONU a prendere in considerazione la sospensione di Israele dall’Organizzazione, in quanto Stato membro che «viola persistentemente» le prescrizioni dell’organismo internazionale.

[di Michele Manfrin]

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