giovedì 21 Novembre 2024

Genocidio di Gaza: 30 gruppi ebraici sostengono la relatrice ONU Francesca Albanese

Dopo la pubblicazione del suo ultimo rapporto Genocide as Colonial Erasure, (Il Genocidio come Cancellazione Coloniale), unito alla proposta di considerare la sospensione di Israele dall’ONU, si sono susseguiti gli attacchi contro la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Occupati Palestinesi Francesca Albanese. L’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon, l’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield, così come numerose organizzazioni pro-israeliane hanno gridato all’antisemitismo, chiedendo che le venisse revocato il mandato. Israele e numerosi Stati occidentali non voglio infatti che si parli di genocidio, tacciando di antisemitismo ogni critica alla politica coloniale israeliana e alle sue conseguenze. Il 5 novembre trenta organizzazioni e gruppi ebraici hanno sottoscritto una dichiarazione condivisa in cui prendono una posizione netta a difesa dell’esperta, parlando di strumentalizzazione del termine di antisemitismo e denunciando la complicità militare dei governi occidentali nell’annientamento di Gaza. Riportiamo di seguito il testo della dichiarazione:

Come organizzazioni e gruppi ebraici, esprimiamo il nostro sostegno a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967.

La signora Albanese è stata oggetto di attacchi incessanti da parte di organizzazioni politicamente motivate come UN Watch, che hanno condotto campagne diffamatorie tossiche per metterla a tacere e danneggiare il suo mandato sui diritti umani. Queste organizzazioni hanno un unico obiettivo: proteggere il governo israeliano dalle critiche internazionali e dalla responsabilità legale.

Purtroppo, i rappresentanti di alcuni governi occidentali hanno dato una forte spinta a queste campagne diffamatorie, accusando la signora Albanese di antisemitismo. Respingiamo tali accuse, che sono infondate e istigano in maniera sconsiderata contro la signora Albanese, con il rischio di mettere in pericolo la sua sicurezza personale.

Intervenendo in difesa di più di due milioni di civili a Gaza, le cui vite sono minacciate esistenzialmente, anche dalla fame deliberata, la signora Albanese ha denunciato la collusione politica e la complicità militare dei governi occidentali nell’annientamento di Gaza da parte di Israele. Invece di fermare i crimini di guerra di Israele, alcuni di questi governi stanno cercando di mettere a tacere la messaggera.

Come ebrei impegnati per la giustizia, l’uguaglianza e i diritti umani universali, condanniamo fermamente il vergognoso sostegno diplomatico e militare che molti governi occidentali, in particolare gli Stati Uniti e la Germania, hanno offerto alla continua campagna di uccisioni di massa di civili palestinesi da parte di Israele e alla sua barbara distruzione di tutte le basi della vita palestinese a Gaza.

Per estensione, condanniamo la crescente strumentalizzazione dell’antisemitismo a questo proposito, in particolare attraverso la definizione altamente controversa di antisemitismo dell’IHRA, che viene anche usata come arma contro la signora Albanese e le Nazioni Unite più in generale.

Con la protezione dei governi statunitense ed europeo, Israele ha ucciso decine di migliaia di civili palestinesi in nome della “protezione degli ebrei”. Oltre al catastrofico fallimento di civiltà che la tolleranza internazionale di queste uccisioni rappresenta, questa orribile violenza e crudeltà non porterà sicurezza agli ebrei. Al contrario, l’imprecisa e malaugurata conflazione dello Stato di Israele con il popolo ebraico espone e mette in pericolo gli ebrei.

Guidati dalla lunga tradizione umanistica ebraica e dalle lezioni universali della Shoah, ci solleviamo per fermare il governo israeliano nel suo attacco genocida a Gaza. Deploriamo fortemente che le organizzazioni ebraiche affermate, che pretendono di rappresentare le comunità ebraiche in Europa e nel Nord America, abbiano scelto di mantenere il loro cieco sostegno al governo israeliano – nonostante i suoi orribili crimini di guerra a Gaza e l’escalation di violenza contro i palestinesi in Cisgiordania.

Altrettanto deplorevole è il fatto che diversi “coordinatori nazionali per la lotta all’antisemitismo” siano diventati complici di questo approccio immorale e fuorviante, attraverso la loro stretta collaborazione con il governo israeliano e la loro ossessiva promozione della definizione dell’IHRA. Non potrebbero rendere un disservizio maggiore alla lotta contro l’antisemitismo, cinicamente alimentata da politici di destra che tendono a ignorare.

L’unica strada verso la sicurezza e la stabilità per tutti è un approccio basato sui diritti umani e la riaffermazione dell’ordine giuridico internazionale attraverso l’applicazione coerente del diritto internazionale – proprio ciò che la signora Albanese sostiene e chiede.

Ci congratuliamo per l’eccezionale fermezza morale della relatrice delle Nazioni Unite per i diritti umani Albanese in mezzo alle indicibili sofferenze dei palestinesi e di fronte agli attacchi maligni contro di lei e il suo mandato ONU.

I gruppi firmatari sono i seguenti:

A Different Jewish Voice (Olanda)
Antizionist Jewish Alliance in Belgium (Belgio)
Boycott from Within (Palestina/Israele)
Decolonizer (Belgio)
Een Andere Joodse Stem (Belgio)
European Jews for a Just Peace (Europa)
European Jews for Palestine (Europa)
IfNotNow Toronto (Canada)
Independent Jewish Voices (Canada)
International Jewish Anti-Zionist Network (Argentina)
International Jewish Anti-Zionist Network (Spagna)
International Jewish Anti-Zionist Network (Regno Unito)
Israelis Against Apartheid (Israele/Palestina)
Jewish Call for Peace (Lussemburgo)
Jewish Voice for Labour (Regno Unito)
Jews for Justice for Palestinians (Regno Unito)
Jews for Palestine (Irlanda)
Jøder for Retfærdig Fred af 5784 (Danimarca)
Jødiske Stemmer for Rettferdig Fred (Norvegia)
Judeobolschewiener*innen (Austria)
Judeus pela Paz e Justiça (Portogallo)
Jüdische Stimme für Demokratie und Gerechtigkeit in Israel/Palästina (Svizzera)
Jüdische Stimme für gerechten Frieden im Nahen Osten (Germania)
Junts Associació Catalana de Jueus i Palestins (Spagna)
MARAD, Collectif juif decolonial (Svizzera)
Nahlieli – Jews For Justice In Palestine (Finlandia)
Tsedek! (Francia)
Union des progressistes juifs de Belgique (Belgio)
Union juive française pour la paix (Francia)
United Jewish People’s Order (Canada)

[Moira Amargi]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Abbraccio la lettera di questi gruppi che cercano di difendere l’ebraismo da una deriva di odio che la politica di Israele ed il silenzio del popolo rischiano di scatenare. Noto peraltro che tra i gruppi firmatari non ne esiste neanche uno italiano.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria