Il progetto da 170 milioni di euro per il quarto lotto della superstrada Teramo-mare, promosso dall’ANAS, ha sollevato un acceso dibattito in Abruzzo, con crescenti preoccupazioni per i rischi legati alla sicurezza idrogeologica. Infatti, sulla base delle stesse cartografie depositate da ANAS, l’infrastruttura dovrebbe attraversare un’area notoriamente esondabile. A lanciare l’allarme sono, in particolare, il Forum dei movimenti per l’acqua e il Comitato “Terra Lieta”, che hanno denunciato come il progetto ignori le specifiche criticità idrogeologiche del territorio. Gli oppositori accusano ANAS di non aver preso in considerazione soluzioni meno impattanti, trascurando lo sviluppo di un piano infrastrutturale che rispetti le fragilità dell’area.
L’intervento riguarda, nello specifico, la realizzazione di una variante alla strada statale 80 del Gran Sasso d’Italia, con l’obiettivo di completare l’itinerario tra il raccordo autostradale A14 e la strada statale 16 Adriatica. Il territorio interessato è quello dei Comuni di Giulianova, Notaresco e Roseto degli Abruzzi, tutti in Provincia di Teramo. I comitati chiedono da tempo la modifica del tracciato, dal momento che l’attuale progetto di ANAS prevede l’attraversamento di terreni agricoli con problemi idrogeologici, in un’area considerata a significativo rischio di esondazioni a causa della vicinanza del fiume Tordino. La recente alluvione, che ha causato devastazioni significative, ha rafforzato il timore che la costruzione di una superstrada possa aggravare ulteriormente i rischi per il territorio e per la popolazione. «Nel 2024 è veramente incredibile che si vada avanti con operazioni letteralmente temerarie, visto che il Tordino in pochi anni ha già danneggiato i lotti precedenti con piccole piene – ha messo nero su bianco in un comunicato il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua –. In ogni caso crediamo che gli enti a vario titolo coinvolti, a partire dagli uffici del Genio civile, debbano far prevalere la ragione davanti a un’operazione pericolosa per l’incolumità pubblica».
A fare eco al Forum è stato il Comitato “Terra Lieta”: «La stessa commissione Via (Valutazione impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente ha fatto propri questi dubbi chiedendo ad Anas nel 2023 di rifare i calcoli sulla base di piene più consistenti – hanno denunciato i membri del collettivo, in prima linea nella battaglia per il rifacimento dell’attuale tracciato -. Le risposte di Anas sono a dir poco surreali in quanto, rifiutandosi di fare questi approfondimenti, si rifugia in interlocuzioni fatte anni prima, prive ovviamente di questi dati tecnici. Basta leggere le non risposte date al ministero per capire il livello di azzardo che si preferisce correre pur di spendere 170 milioni di euro». Il rischio paventato dal Comitato è che la nuova strada costituisca «col suo enorme terrapieno», una «lunga barriera artificiale» e che, in caso di piena del fiume Tordino, le acque si riversino «all’indietro sul prossimo abitato di Cologna spiaggia», non potendo defluire.
Le associazioni hanno inoltre attaccato il commissario straordinario e dirigente ANAS Eutimio Mucilli, cui è stato affidato il progetto, il quale risulta attualmente sotto inchiesta nel caso tangenti che ha travolto ANAS il mese scorso. A Mucilli viene infatti contestato un rapporto economico personale con la ditta appaltatrice della “Variante Tremezzina”, il tratto di strada che costeggia il lago di Como. Proprio Mucilli ha indetto per ieri la conferenza dei servizi sul progetto, che si è poi rivelata meramente interlocutoria, «incurante – ha aggiunto il Comitato – dei numerosi rilievi mossi all’opera e della mancanza del parere della commissione di impatto ambientale».
[di Stefano Baudino]