giovedì 12 Dicembre 2024

Ministri europei tutti d’accordo: il debito comune va bene solo se serve ad armarsi

I ministri degli Esteri di Germania, Francia, Polonia, Italia, Spagna e Regno Unito si sono incontrati ieri 19 novembre a Varsavia, dove hanno concordato sulla necessità di istituire un debito comune per la Difesa, con l’obiettivo, precedentemente fissato, di raggiungere il 2% del PIL in spese militari. «È la prima volta, qui a Varsavia, che i cinque paesi più grandi dell’Unione europea si esprimono a favore degli obblighi europei in materia di difesa» ha affermato il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, ritenendo la concordanza sul tema «una svolta molto importante». Gli eurobond, dunque, sono ben visti solo per armare l’Europa contro la presunta minaccia russa, mentre per tutte le altre spese, i titoli di debito comune sono da sempre osteggiati dai cosiddetti rigoristi europei – i Paesi del nord, tra cui Germania, Olanda e Austria – che ritengono che ciò avvantaggi ingiustamente i Paesi considerati meno virtuosi finanziariamente, in particolare quelli dell’area mediterranea come Spagna, Italia, Grecia e Portogallo. Per la spesa militare, invece, questo problema non si porrebbe, in quanto – come dichiarato nel comunicato congiunto rilasciato ieri (19 novembre) – i capi della diplomazia UE ritengono un “imperativo rafforzare la Nato aumentando le spese per la sicurezza e la difesa, in linea con gli impegni assunti in precedenza”.

In realtà, la spesa del 2% del PIL risulta già obsoleta perché nell’incontro a Varsavia i ministri europei hanno ritenuto che sia necessaria una cifra addirittura superiore a quella del 2%, a causa dell’escalation con la Russia, che i Paesi europei considerano una minaccia. La riunione a Varsavia era un incontro del cosiddetto “triangolo di Weimar” (composto da Francia, Germania e Polonia), allargato anche a Italia, Spagna e Regno Unito, a cui era presente anche la prossima Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas, feroce falco antirusso e ex premier estone.

L’intenzione di emettere eurobond per la sicurezza va letta soprattutto in vista della diminuzione dell’impegno degli Stati Uniti nel conflitto europeo con l’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Commentando l’intenzione del presidente eletto di porre fine alla guerra, Sikorski ha dichiarato che “imporre all’Ucraina soluzioni pacifiche contrarie ai suoi interessi o prive di accettazione sociale avrebbe effetti negativi sulla stabilità del Paese”. I ministri hanno quindi evidenziato la necessità di rafforzare ulteriormente il sostegno militare, economico e finanziario all’Ucraina, e hanno ribadito che una pace duratura «può essere negoziata solo con l’Ucraina, con i partner europei, americani e del G7 al suo fianco». L’idea del debito comune per la Difesa appare quindi un modo per sopperire al possibile venire meno degli USA nell’appoggio a Kiev. Particolarmente entusiasta della proposta è stato il governo italiano, da sempre favorevole agli eurobond (non solo limitati alla Difesa), al contrario della Germania e altri “falchi” del nord, in quanto gli permetterebbe di usufruire di tassi d’interesse agevolati. «Oggi abbiamo elaborato una strategia. È la strategia di sostenere la difesa europea, di avere gli Eurobond […] Dobbiamo andare avanti», ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, seguito a stretto giro da quello della Difesa, Guido Crosetto, secondo il quale gli eurobond sono “un’idea da accogliere con favore”, perché “garantirebbero in modo europeo l’indebitamento delle nazioni” per raggiungere l’obiettivo Nato del 2% del Pil.

Gli eurobond sono strumenti finanziari che permetterebbero ai Ventisette Stati membri dell’Unione di emettere titoli di debito comune sui mercati internazionali per sostenere spese e investimenti nel settore della difesa. La proposta era già in discussione dalla scorsa estate, ma i capi Ue avevano rimandato la decisione sui finanziamenti congiunti al 2025, sotto l’egida del nuovo esecutivo comunitario, soprattutto a causa della contrarietà di Paesi quali Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Germania. Considerata però la scarsità di risorse europee e il probabile abbandono della causa ucraina da parte degli USA, gli Stati europei hanno ora deciso di seguire quella che è anche una raccomandazione del rapporto Draghi, in cui la sicurezza, insieme a digitalizzazione e passaggio alle rinnovabili, ha un ruolo centrale. Per rendere competitiva l’Ue, secondo l’ex presidente della BCE, occorre una cifra pari al doppio del Piano Marshall, vale a dire investimenti annuali fino a 800 miliardi di euro. Per ricavare queste risorse, Draghi invita esplicitamente a istituire un debito comune. Fino ad ora però le raccomandazioni dell’ex banchiere e ex presidente del Consiglio italiano pare siano state recepite solo per quanto riguarda il settore della difesa, un ambito su cui l’ex uomo di Goldman Sachs ha molto insistito.

Ciò mette in luce come l’UE sia governata da ben precisi interessi e come alcune nazioni abbiano maggior peso decisionale di altre: si è trovata una provvisoria intesa sugli Eurobond per la difesa, infatti, perché i falchi del Nord, tra cui Svezia, Polonia e Germania, sono anche alcuni tra i più accaniti “russofobi”. Tuttavia, non c’è la stessa unanimità per altri settori di spesa. Pare, dunque, che l’Ue abbia intrapreso la corsa al riarmo, anche in considerazione dell’imminente arrivo di Donald Trump. In seguito alle intenzioni di investire maggiormente in questo campo, nelle ultime settimane, i titoli europei del settore si sono impennati: il titolo dell’italiana Leonardo SpA è balzato del 17%, mentre il produttore tedesco di armi Rheinmetall AG è salito del 22%. Se da un lato una maggiore indipendenza dagli Stati Uniti per quanto riguarda la sicurezza rappresenta un elemento positivo, dall’altro, l’intesa sui bond europei solo per le spese militari evidenzia le storture del sistema europeo, ma anche la potenziale ulteriore perdita di sovranità delle singole nazioni del Vecchio continente.

[di Giorgia Audiello]

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6 Commenti

  1. Grazie per aver ricordato quest’ennesima porcata , altrimenti passata quasi inosservata dai più. Detto questo qualcuno può aiutarmi a capire che diavolo c’entra il Regno Unito in una riunione dei ministri europei ? Ovvero si parla di Europa o di rappresentanti della NATO o forse è la stessa cosa? In fondo dovrei dire niente di nuovo sotto il sole almeno per quanto riguarda l’Italia visto, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che lady M. è lì per continuare il programma intrapreso dal Draghetto per chi rappresenta, il che giustifica la presenza nella riunione del Regno Unito. Essendo una perfetta ignorante su tutto ciò che riguarda la finanza non sono in grado di rendermi pienamente conto di quale possa essere il risvolto di questi eurobond . Essendo tuttavia legati alle industrie delle armi già mi predispongono male. La cosa che invece mi si chiarisce è che questi delinquenti che ci rappresentano in Europa e a domicilio erano già perfettamente a conoscenza che gli USA si sarebbero sfilati da una guerra che hanno già perso ma che deve continuare a favore del partito delle armi perchè non rompa troppo a casa Trump . Dico questo perchè mi è sovvenuto anche che qualche mese fa il comune di Pesaro aveva già in programma di vendere, se non lo ha già fatto, un terreno per la costruzione di una fabbrica in cui si prospettava anche la preparazione di armi biologiche ovviamente con collaborazione italiana ma con comando esterno. Dunque era già tutto predisposto. Una domanda a cui vorrei che qualcuno rispondesse, ma se l’Europa deve imparare a difendersi per conto suo come si continuano a giustificare lebasi Americane in Europa? Ma con questi Eurobond per la difesa cosa sperano di fare di riassorbire in parte le spese irresponsabili fatte sin qui dopo aver comunque firmato il patto di stabilità che ci indebita senza alcun ritorno data l’opposizione di quelli che si consoderano più virtuosi? E gente così dovrebbe pensare ad una difesa comune? Ma comune di che e per cosa? Come vedete sono tante le domande , qualcuno può aiutarmi a capire? GRAZIE

  2. tutti a seguire Draghi, il sabotatore della comunita’ a favore dei grossi gruppi finanziari, azionisti di tutte le aziende produttrici di armi.
    Seguite il metodo Falcone ” segui i soldi e avrai tutte le risposte” tutto il resto e’ una copertura. Noi europei, disorientati e dipendenti dal superfluo non sappiamo nemmeno di cosa parlano.

    Se La Russia ci dovesse bombardare come UE, per assurdo, spero che facciano saltare il parlamento di Bruxelles con i politici dentro.

  3. Dobbiamo davvero difenderci? O non siamo stati noi a sostenere una guerra inutile? E se ora dobbiamo difenderci, chi prenderà le decisioni politiche? Quasi quasi mi auguro che siano soldi spesi inutilmente….che classe politica schifosa!

  4. Non si stanno armando, ci stanno assassinando, armarsi per una guerra significa preparare armi in grado di mantenere in vita i propri cittadini contro qualunque nemico: Atomiche, Biologiche, Spaziali.
    Preparare armi fasulle inferiori a quelle di tutti gli avversari serve solo a fare morire i cittadini mal armati contro eserciti più equipaggiati, al solito gioco di chi ce l’ha più grosso, arrivare col più piccolino, quello da italianetto.

  5. Certamente che i Tedeschi sono ora pronti per, li chiameremo così, eurobond bellici. Sono gli europei che più di tutti hanno gettato soldi pubblici in una guerra insensata: è arrivata l’ ora di socializzare le spese. L’ Italia, che si crede più furba del resto del mondo e rivuole un “posto al sole”, nuovamente ci ricade. D’altronde, da “esperti” del genere non si può pretendere altro.

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