giovedì 12 Dicembre 2024

La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto per Netanyahu

La Camera Preliminare della Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Nel farlo, l’organismo internazionale ha respinto i ricorsi dello Stato di Israele e accolto le richieste avanzate dal Procuratore della medesima istituzione, Karim Khan. Oltre a Netanyahu, la CPI ha emesso analoghi mandati anche per l’ex ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, e per il comandante delle Brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri. Netanyahu e Gallant, nello specifico, sono accusati di “crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi nella Striscia di Gaza tra l’8 ottobre 2023 e “almeno il 20 maggio 2024”. Ora, secondo le leggi dello Statuto di Roma, il documento che sancisce la nascita della Corte, se il premier israeliano dovesse viaggiare in un Paese firmatario, dovrebbe essere arrestato.

Le decisioni della Camera preliminare I della Corte penale internazionale nella sua composizione per la situazione nello Stato di Palestina sono state prese all’unanimità oggi, giovedì 21 novembre. Le accuse a Netanyahu e Gallant sono quelle di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Tra i crimini di guerra figura l’aver “privato intenzionalmente e consapevolmente la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla sua sopravvivenza, compresi cibo, acqua, medicinali e forniture mediche, nonché carburante ed elettricità”. Tra i crimini contro l’umanità, invece, vengono citati “omicidi, persecuzioni e altri atti disumani”, oltre alle già menzionate privazioni intenzionali e calcolate di cibo, acqua e assistenza umanitaria ai danni della popolazione civile. A tal proposito, la Camera ha ritenuto che Netanyahu e Gallant “abbiano ciascuno responsabilità penale in quanto superiori civili per il crimine di guerra di aver diretto intenzionalmente un attacco contro la popolazione civile”. Il tribunale, inoltre, ritiene che i crimini contro l’umanità di cui accusa Gallant e Netanyahu siano “parte di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”. I mandati di arresto della CPI hanno valore vincolante. Ora, i Paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma hanno l’obbligo di arrestare Gallant o Netanyahu nel caso in cui essi arrivino sul loro territorio. La lista di Stati che hanno firmato lo Statuto è lunga, e include la maggior parte dei Paesi europei. Esclusi, tra gli altri, USA, Cina, e Russia, oltre allo stesso Stato di Israele.

[di Dario Lucisano]

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6 Commenti

  1. Certo che era l’ora che qualcuno decidesse di mettere nero su bianco la realtà dei fatti. Ma purtroppo non cambierà niente lo dimostrano gli attacchi di stamani a Gaza, Israele si appellerà rabbiosamente ancora all’antisemitismo che in realtà sono le sue azioni a riaccendere , e continuerà con ancora più rabbia a sfogarsi contro i disgraziati che hanno avuto la sfortuna di vivergli accanto , grazie alla lungimiranza fraudolenta degli angloamericani. Tanto ci pensano gli americani a permetterglielo mettendo il loro vergognoso veto ad ogni tentativo dell’ONU di una cessazione delle ostilità a Gaza, come ieri.

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