Dopo settimane di stallo, è stato trovato l’accordo per approvare i membri della prossima Commissione Europea. Sono dunque stati sciolti i nodi politici attorno alle varie candidature giudicate controverse, prima fra tutte quella sulla nomina avanzata dal governo italiano, Raffaele Fitto. All’elezione di Fitto si opponeva principalmente il gruppo di centrosinistra dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) in una serie di veti incrociati con il PPE che interessavano anche la nomina spagnola di Teresa Ribera. L’accordo, alla fine, dipinge il migliore degli scenari per Meloni ed ECR (Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei), di cui la premier italiana è la leader più influente: Fitto ha ottenuto non solo il posto da Commissario, ma anche quello da Vicepresidente, nonché deleghe importanti per gli obiettivi della destra italiana. Malgrado la conditio sine qua non per l’approvazione della nomina italiana sia stata l’esclusione di ECR dalla maggioranza europea, di fatto Meloni sta cementificando sempre di più il proprio rapporto con von der Leyen, che ora potrà cercare appoggio a destra laddove si vede negato quello di verdi o liberali.
L’accordo tra gli esponenti della maggioranza europea sulla prossima Commissione è arrivato ieri sera, dopo ore di discussione. Le audizioni dei candidati in Parlamento si sono svolte tra il 4 e il 12 novembre, ma sono state sin da subito bloccate da uno stallo politico. Tra i più importanti punti critici da risolvere c’erano quelli relativi alla finlandese Henna Virkkunen (per la nomina a Commissario della Sovranità tecnologica), alla spagnola Teresa Ribera (per il posto all’Ambiente) e, in particolare, a Raffaele Fitto (per l’ufficio di Coesione e Riforme). L’accordo è stato discusso dalla commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo, che ha valutato la nomina dei vari candidati per giorni, avviando le trattative. La candidatura di Fitto era appoggiata dal Partito Popolare Europeo (PPE, a cui in Italia aderisce Forza Italia), storicamente il più grande eurogruppo assieme a S&D (a cui in Italia aderisce il PD), principale oppositore della sua nomina. I motivi dietro lo stallo erano di natura prettamente politica: nel corso dell’ultima legislatura, Meloni ha virato verso posizioni più moderate in seno alle istituzioni europee, e von der Leyen si è sempre più avvicinata a lei e a ECR. Questa progressiva normalizzazione dei rapporti tra von der Leyen e Meloni non ha fatto piacere a S&D, che si è messa di traverso contro la nomina di Fitto a Commissario e Vicepresidente.
A sciogliere il nodo Fitto ha contribuito in maniera attiva la risoluzione di un altro veto, questa volta posto dal PPE: quello sulla spagnola Teresa Ribera, ministra della Transizione ecologica spagnola. Ribera, esponente di S&D, era osteggiata dai popolari spagnoli per le sue presunte mancanze nella gestione delle recenti alluvioni a Valencia. Alla base del blocco delle nomine, insomma, c’era una serie di veti incrociati di natura esclusivamente politica: da una parte S&D si opponeva a Fitto, e dall’altra il PPE si opponeva a Ribera. I partiti di maggioranza hanno ritirato i propri reciproci osteggiamenti a patto che i due commissari firmassero un accordo non vincolante: Ribera si impegna a dimettersi nel caso in cui venga coinvolta nelle indagini sui fatti di Valencia, mentre Fitto promette di fare gli interessi europei e di non rispondere al governo italiano, da cui deve rimanere «pienamente indipendente»: «Riconosciamo le sfide poste dalla situazione geopolitica, dal divario di competitività dell’Europa, dalle questioni di sicurezza, dalla migrazione, dalla crisi climatica e dalle disuguaglianze socioeconomiche. Ribadiamo pertanto il nostro impegno a collaborare con un approccio costruttivo per portare avanti un’agenda di riforme basata sugli Orientamenti politici del 18 luglio 2024 del Presidente della Commissione europea, nell’interesse dei cittadini europei».
L’accordo, in teoria, non prevede un allargamento della maggioranza europea a ECR. Nei fatti, tuttavia, esso crea quanto meno una breccia all’interno del cordone sanitario che si era formato durante lo scorso esecutivo von der Leyen attorno alla destra europea. ECR conta 78 dei 720 seggi nel Parlamento europeo, 24 dei quali forniti da Fratelli d’Italia. Se a questi si aggiungessero i 118 della destra considerata più “estrema” (86 di Patrioti per l’Europa e 25 di Europa delle Nazioni Sovrane) e i 188 del PPE, si formerebbe una maggioranza assoluta (di 377 seggi) composta da tutta l’ala destra dell’Europarlamento. Sarebbe questa la cosiddetta “maggioranza Venezuela”, palesatasi in occasione di un voto con il quale si chiedeva che l’UE riconoscesse Edmundo González Urrutia come legittimo presidente del Venezuela. Certo è che una maggioranza tanto differenziata non può stare alla base di tutte le politiche dell’esecutivo, generalmente orientate verso posizioni più liberali. L’appoggio di ECR, il partito di destra meno a destra, tuttavia, può cambiare le carte in tavola in tutte quelle situazioni in cui l’esecutivo non ottenga l’appoggio di Renew Europe (in Italia vi avrebbero aderito Azione e Italia Viva, che tuttavia non sono entrati in Parlamento) e dei Verdi. Gli stessi Verdi hanno annunciato che alle votazioni ufficiali, che si terranno il prossimo 27 novembre, si opporranno all’elezione di Fitto.
La nomina di Fitto, insomma, lascia presagire un cambio nelle politiche europee. La maggioranza Ursula tiene, ma apre la porta alle contaminazioni di destra da parte di ECR, rendendo di fatto l’esecutivo più plastico. Il nuovo esecutivo, oltre a Fitto, Ribera, e Virkkunen vedrà altri quattro vicepresidenti: l’estone Kaja Kallas agli Esteri, il francese Stéphane Séjourné a Industria e Imprenditoria, e la romena Roxana Mînzatu all’Istruzione.
[di Dario Lucisano]
Il solito mercato delle vacche. Se non erro il neo-vicepresidente qualche anno fa fu indagato. Ma ora a Bruxelles starà benone visto che la Piovra ha trovato là la sua sede ideale e ci sarà un italiano a difendere gli interessi nazionali…
Mamma mia, questi giocano come dei bambocci…. però con conseguenze estremamente serie, che coinvolgono la salute, la sicurezza, il benessere economico e sociale di milioni di persone, loro comunque fanno i loro grovigli impossibili da districare, trafficano favori e appoggi o contrapposizioni…mamma mia, che schifosissima fogna!