È in lega di rame, raffigura un guerriero appartenente ad una particolare classe di combattenti e, soprattutto, testimonierebbe come l’adorazione e la cultura dei gladiatori fosse diffusa anche ai confini dell’impero romano: è il manico di coltello risalente a circa 2.000 anni fa trovato dall’English Heritage a Corbridge Roman Town sul Vallo di Adriano, una barriera difensiva costruita dai romani occupanti nel nord-est dell’Inghilterra. L’oggetto, trovato nel fiume Tyne, presenta inoltre una peculiarità tutt’altro che indifferente: raffigura un gladiatore che era mancino e ciò, secondo gli esperti, è probabile che significhi che il manico rappresentasse uno specifico combattente. «Anche oggi, quasi duemila anni dopo, il fascino dei gladiatori persiste e si è ulteriormente esteso alla cultura popolare moderna», ha commentato Frances McIntosh, curatrice delle collezioni per il Vallo di Adriano e il Nord Est presso l’English Heritage.
Nel periodo in cui è stato realizzato il manico di coltello, l’Impero Romano stava vivendo uno dei suoi periodi di massima espansione, arrivando a dominare vasti territori che si estendevano dalla Britannia fino all’Africa del Nord e all’Asia Minore. In particolare, la zona nord-orientale dell’Inghilterra era sotto il controllo romano, ed è qui che fu costruito il Vallo di Adriano, una fortificazione che segnava il confine dell’impero. Il vallo, che si estendeva per circa 117 chilometri attraverso la penisola, aveva la funzione di difendere i confini dai popoli delle terre selvagge al di là di esso. Corbridge Roman Town, una delle città più significative in questo contesto, si sviluppò da un forte militare a un insediamento civile prospero, divenendo un importante centro commerciale e strategico. Il vallo, inoltre, non solo fungeva da barriera fisica, ma anche come simbolo del potere romano nelle terre lontane. In un contesto simile, è facile aspettarsi che la figura del gladiatore aveva un’importanza notevole visto anche che le arene romane erano un popolare intrattenimento pubblico ed i gladiatori stessi, provenienti da varie classi sociali, rappresentavano valori di forza, coraggio e resistenza.
Tra i combattenti vi erano i “secutors”, a cui venivano accompagnati i “reziari”, due dei più noti tipi di guerrieri, rispettivamente, pesantemente armati e dotati di spada e grande scudo, e leggermente armati e dotati di una rete e di un tridente per intrappolare e sconfiggere l’avversario. Il manico di coltello appena ritrovato, quindi, sembrerebbe appartenere alla classe dei “secutors” visto che raffigura un gladiatore con un elmo, un grande scudo e la mano protesa, con cui probabilmente impugnava una spada. In particolare, la mano protesa è la sinistra e ciò, secondo gli esperti, suggerisce che fosse mancino – una caratteristica considerata sfortunata nel mondo romano – e che quindi la statuetta potrebbe raffigurare un gladiatore specifico. Questo perché i combattenti di successo godevano di uno status di celebrità, «avendo fan individuali che li seguivano e facevano loro dei regali», spiega Frances McIntosh, curatrice delle collezioni per il Vallo di Adriano e il Nord Est presso l’English Heritage, aggiungendo: «Quindi, potrebbe essere che questa persona (il proprietario del coltello) amasse davvero questo gladiatore e abbia fatto realizzare il manico del suo coltello appositamente per rappresentarlo». Infine, ha concluso affermando: «È raro trovare un pezzo di cimelio dei gladiatori in Gran Bretagna e trovare un pezzo così ben conservato e interessante è particolarmente notevole. Questo manico di coltello splendidamente realizzato è una testimonianza di quanto fosse diffusa questa cultura delle celebrità, che arrivava fino al Vallo di Adriano, ai confini dell’Impero Romano».
[di Roberto Demaio]