La battaglia contro la speculazione energetica entra nel vivo anche in Toscana, dove una lunga serie di associazioni ha sottoscritto una lettera aperta indirizzata alla Regione, denunciando i gravi impatti ambientali legati alla realizzazione dell’impianto industriale eolico sul crinale Monte Giogo di Villore-Corella. I firmatari, tra cui le sigle Club Alpino Italiano, Italia Nostra, WWF e LIPU, chiedono infatti «l’immediata sospensione dei lavori», essendo emerse «criticità palesi e sempre più rischiose per l’ambiente, il territorio e le persone che lo abitano». Nella missiva, gli scriventi enucleano numerose criticità legate al progetto, con una particolare attenzione alle conseguenze ambientali, idrogeologiche e paesaggistiche. Come scrivono le associazioni, l’azione intrapresa ha lo scopo di «togliere ogni alibi alle Istituzioni e alle persone che le rappresentano, perché non dicano un giorno: Noi non sapevamo».
Nella lettera, i cittadini denunciano come le opere in corso stiano alterando in modo irreversibile il territorio e come sentieri di rilevanza nazionale ed europea siano stati distrutti o chiusi al pubblico, cancellando un patrimonio naturalistico e turistico di straordinario valore. «Un lunghissimo tratto di crinale, e di percorsi di accesso a esso, è ormai inibito non solo ai residenti ma anche a tutti coloro che, venendo da fuori, erano usi frequentare quei luoghi con camminate e pernottamenti nella nascente rete di agriturismi locale, a cui sono state tarpate le ali scoraggiando altri progetti analoghi per il futuro – si legge nella missiva –. I sentieri del CAI, il Sentiero 00 Italia, il Sentiero Europa E1, GEA Grande Escursione Appenninica, sono devastati dai lavori in atto, precludendo anche per l’avvenire ogni possibilità di escursioni e di turismo lento ed ecologico in un ambiente di comprovata rilevanza naturalistica, non antropizzato e artificiale».
Il network delle associazioni firmatarie denuncia inoltre come strade nei boschi e infrastrutture con pendenze elevate stanno frammentando il paesaggio e aumentando il rischio di frane, smottamenti e alluvioni, già frequenti in un’area storicamente fragile dal punto di vista idrogeologico. «Le tante tragedie piccole e grandi, come smottamenti e alluvioni, che con intensità sempre più ricorrente stanno flagellando l’Appennino Tosco-Romagnolo, non insegnano nulla riguardo al succedersi di fenomeni climatici rilevanti? È così che si fa opera di prevenzione agli effetti del cambiamento climatico?», si chiedono gli scriventi. Sotto la lente delle associazioni vi è poi il rischio di contaminazione delle acque, con il torrente Solstretto, che alimenta l’acquedotto comunale di Vicchio, che potrebbe subire danni irreversibili. «Una mega pala col suo enorme basamento di cemento è prevista proprio sopra questa marroneta, sovrastante la rete idrografica del Solstretto», si sottolinea nella missiva.
Dal punto di vista normativo, la lettera richiama l’attenzione sulla Strategia Europea per la Biodiversità, che prevede l’estensione delle aree protette dal 15% al 30% entro il 2030, denunciando come il progetto eolico contrasti con questi obiettivi, compromettendo la possibilità di ampliare il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e le aree Natura 2000 circostanti. Non meno preoccupante è, secondo le associazioni, l’impatto sui chirotteri. L’area è infatti una delle più ricche d’Italia per biodiversità di pipistrelli, con colonie protette dalla Direttiva Habitat. Anche il gatto selvatico Fenotipo C2 rischia di vedere il suo habitat frammentato. Inoltre, la zona è un corridoio ecologico cruciale per rapaci come il biancone e l’ aquila reale, quest’ultimo oggetto di monitoraggio GPS per le sue abitudini di nidificazione sul Monte Giogo. In conclusione le associazioni evidenziano «l’estrema urgenza di sospendere e fermare la devastazione di questo habitat naturale tra i meglio conservati, per la contiguità ad aree protette di grande rilevanza ambientale e culturale».
[di Stefano Baudino]