Tra le varie piattaforme che rientrano nel vasto panorama degli alloggi turistici, ce n’è una che domina indiscussa il mercato degli affitti brevi: AirBnb. Nata nel 2007 da un’idea di Brian Chesky e Joe Gebbia, che avevano bisogno di denaro per pagare il proprio appartamento in affitto a San Francisco, AirBnb si è rapidamente trasformata in un punto di riferimento per tutti i viaggiatori del mondo. Ormai 17 anni fa, Chesky e Gebbia misero a disposizione alcuni locali dei propri appartamenti in cui montarono materassi gonfiabili (da cui il nome “AirBnb”), ma oggi non si parla certamente di semp...
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Che le abitazioni siano destinate ai cittadini è un’opinione.
Le abitazioni, oggi come oggi, sono attività commerciali a tutti gli effetti, frutto di investimenti fatti con pazienza e sacrifici che il più delle volte generano un profitto necessario alle famiglie per arrotondare.
Mi meraviglia che tutti questi articoli non citino mai le difficoltà, le spese, le rate del mutuo, le tasse, che affronta sovente il proprietario di un appartamento messo regolarmente in affitto: non c’è nessuna tutela in caso di mancato pagamento da parte dell’affittuario; per liberare un appartamento da un inquilino moroso servono anni, spese legali e spese di ripristino perché normalmente l’alloggio viene lasciato in condizioni penose per dispetto (e non si recupera niente).
Le tasse che si pagano per l’acquisto e il mantenimento di un immobile (oltre al condomino e alle spese straordinarie), spesso riducono all’osso il guadagno: per quale ragione chi ha acquistato un alloggio dovrebbe metterlo “a disposizione” della comunità? In nome di chi, se si può guadagnare 100 ci si deve accontentare di 30?
Affittare per brevi periodi è un lavoro molto impegnativo a tutti gli effetti (tra l’altro, non so ora, ma tempo fa non c’era modo di scaricare spese tipo condominio, utenze, pulizie etc.): se le tasse non strozzassero, se ci fosse tutela, in tanti preferirebbero affittare per periodi più lunghi, ma alla fine ognuno deve fare i propri interessi.
Vorrei sapere se poi, tutti quelli contro gli affitti brevi, quando devono viaggiare prenotano l’hotel o se scelgono il più economico Airbnb dove al prezzo di una stanza doppia può invece alloggiare tutta la famiglia.
Non è forse la stessa utenza quella che non trova l’alloggio in affitto in città ma che quando viaggia usa Airbnb? Non è la stessa utenza che rivendica giustamente il diritto di viaggiare e giustamente lo fa low cost?
Se invece che acquistare un negozio in centro a prezzi folli (di cui nessuno parla) una persona decide di comprare 5 appartamenti e farci un lavoro, perché non dovrebbe farlo?
Come sempre una realtà nata (come sempre…) negli Usa, e per lo più inizialmente pensata per piccoli proprietari (forse…), con la visione neo-liberista nordamericana senza regole di mercato e controllo da parte della pubblica amministrazione, si è diffusa nel continente europeo, meta turistica mondiale per eccellenza soprattutto a livello cittadino, facendo gola ora a tutti i grandi proprietari di immobili. È chiaro a questo punto che debba intervenire la P.A. per garantire il diritto alla casa ai più e non il diritto di lucro a pochi.
Per favore REDAZIONE DELL’INDIPENDENTE, non fate la stupidaggine di mettervi contro il progresso, che qui in Italia dove si insegna il Latino prima dell’Informatica siamo già primitivi che basta!