Mercoledì 4 dicembre, il valore del Bitcoin ha superato ufficialmente la soglia dei 100.000 dollari, segnando un nuovo traguardo storico. La criptovaluta ha registrato un’impennata significativa a partire da novembre, in concomitanza con la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, un fattore che indica come la prospettiva di un governo più favorevole alle criptovalute abbia alimentato un clima di entusiasmo nei mercati finanziari legati alla blockchain.
Correntemente, il Bitcoin si attesta a 102.612,80 dollari (circa 97.500 euro), un valore che, oltre a riflettere l’andamento speculativo, assume una forte connotazione simbolica. Nonostante le critiche delle autorità e il sospetto di molte istituzioni finanziarie, negli anni la criptovaluta ha costantemente superato le aspettative, divenendo il simbolo di un ecosistema finanziario che, alle sue spalle, ha vissuto spesso condizioni caotiche e tormentate. Contrariamente a episodi del passato, l’attuale ventata di ottimismo non contribuisce però al solo benessere del Bitcoin, ma colpisce trasversalmente l’intero settore, elevando le stime di molte delle criptovalute più in voga.
Negli ultimi sette giorni, Ethereum, la seconda criptovaluta più nota al mondo, ha registrato un’impennata dell’8,38%, ma altre monete hanno ottenuto performance ancora più marcate. Durante la settimana, XRP è cresciuto del 67,70%, TRON del 66,77% e Hedera addirittura del 118,79%. Questo panorama di crescita febbrile è alimentato dalle promesse effettuate da Donald Trump durante i suoi recenti comizi elettorali. Pur avendo definito in passato le criptovalute come una “truffa” “basata sul nulla”, Trump ha recentemente rivisto la sua posizione, strizzando l’occhio a un elettorato entusiasta di un possibile rinascimento della criptofinanza.
Quelle di Trump non sembrano peraltro parole vuote. In seguito alla sua vittoria presidenziale, nel delineare il suo potenziale team, ha citato il lobbista delle criptovalute Paul Atkins come possibile candidato alla guida della Securities and Exchange Commission (SEC). La SEC, l’ente statunitense che sovrintende alla borsa valori, ha storicamente espresso riserve sull’instabilità del settore cripto. Tuttavia, la nomina di un dirigente criptoentusiasta sarebbe in linea con alcune indiscrezioni secondo cui le autorità di regolamentazione potrebbero allentare ulteriormente la loro opposizione nei confronti di Bitcoin e altre criptovalute, se non persino valutare l’istituzionalizzazione della piattaforma blockchain Solana, integrandola nei fondi di scambio (ETF).
Parallelamente, il picco di crescita delle criptovalute è alimentato anche dalle dichiarazioni provocatorie del miliardario Elon Musk, che, pur mantenendo un ruolo influente nei confronti del prossimo esecutivo statunitense, solleva timori di bancarotta, indirizzando implicitamente i suoi seguaci verso investimenti alternativi quali le criptovalute. Nel frattempo, esperti come Michael J. Casey, ex Chief Content Officer di CoinDesk e attuale presidente della Decentralized AI Society, invitano alla prudenza.
“Che si tratti di Sam Bankman-Fried, Mt. Gox o Donald Trump, questi soggetti non sono i nostri salvatori. Dobbiamo salvarci da soli“, ha affermato Casey durante la conferenza Upbit D. La criptofinanza tende a essere estremamente volatile, mossa dalle passioni e dai capricci del momento, Casey e molti suoi colleghi si auspicano dunque un cambiamento più strutturale, che permetta di inserire nelle istituzioni soggetti tecnicamente consapevoli che non siano mossi dai soli interessi finanziari, ma che siano in grado di definire regole chiare partendo dalla fiducia riposta nelle nuove tecnologie e nei cambiamenti che queste possono rappresentare per la società.
[di Walter Ferri]