Lisbona potrebbe essere protagonista di un grande cambiamento sul fronte degli affitti brevi. L’Assemblea municipale ha infatti approvato il referendum promosso dai cittadini della capitale portoghese che propone l’abolizione degli appartamenti dati in affitto per vacanze temporanee, restituendoli al mercato degli affitti per residenti o domiciliati e delle vendite. La proposta è pervenuta tra i banchi del Comune agli inizi di novembre, quando gli abitanti di Lisbona hanno presentato più di 6.000 firme di sostegno a due quesiti referendari. Ora la palla passa nelle mani della Corte Costituzionale, che ha 25 giorni per esaminare i due quesiti e dare l’eventuale approvazione finale.
La decisione dell’assemblea comunale di Lisbona è arrivata mercoledì 4 dicembre. La proposta ha trovato l’appoggio dei partiti di sinistra e ambientalisti, e l’opposizione di socialdemocratici e liberali. Di preciso, essa prevede due quesiti relativi al cambiamento del regolamento sugli “alloggi locali”, gli appartamenti dedicati ai turisti: il primo chiede ai residenti di Lisbona se sono d’accordo che la Camera ordini la “cancellazione degli alloggi locali registrati in proprietà destinate ad abitazioni”; il secondo chiede se approvano che “gli alloggi locali non siano più consentiti in proprietà destinate ad abitazioni”. Il referendum intende, insomma, eliminare gli alloggi locali esistenti e impedire che ne vengano registrati altri, restituendo gli immobili destinabili ad abitazioni al regolare mercato immobiliare.
Ora che l’assemblea ha approvato la richiesta, tocca alla Corte Costituzionale esprimersi. Se dovesse arrivare il via libera anche dal tribunale, il municipio avrebbe cinque giorni di tempo per stabilire una data in cui tenere il referendum, che deve essere fissata tra i 40 e i 60 giorni dopo la delibera. La proposta di iniziativa popolare è arrivata al comune di Lisbona agli inizi di novembre, quando un gruppo di cittadini ha presentato 6.600 firme all’amministrazione per chiedere che venisse fatto qualcosa per contrastare il fenomeno delle affittanze turistiche; a queste si sono aggiunte anche altre 4.400 firme di persone non residenti a Lisbona che appoggiavano l’iniziativa. Molte di loro, infatti, hanno spiegato di essere state di fatto «cacciate» dalla speculazione delle affittanze brevi, che nel tempo ha fatto lievitare i prezzi degli affitti per i cittadini a dismisura. Tale fenomeno è proprio di tutto il Portogallo ed è particolarmente sentito nella capitale, che, in caso di approvazione da parte della Corte Costituzionale, sarebbe la prima città del Paese a indire un referendum sul tema.
[di Dario Lucisano]