venerdì 10 Gennaio 2025

Caso Ramy Elgaml: altri due carabinieri indagati per depistaggio delle indagini

L’inchiesta relativa al caso di Ramy Elgaml, il ragazzo morto in motorino durante un inseguimento da parte dei carabinieri, ha registrato nuovi sviluppi, con l’aggiunta di altri due agenti dell’arma alle indagini, accusati di falso in atto pubblico e depistaggio. La Procura di Milano, in particolare, sta indagando sui carabinieri per aver omesso dal verbale d’arresto l’impatto tra la gazzella e il motorino, e per aver fatto cancellare un video a un testimone. Risultano inoltre ancora indagati per omicidio stradale sia il vice brigadiere al volante dell’automobile che il ragazzo alla guida dello scooter. Ora dovrebbero essere condotte delle analisi sul cellulare del testimone per certificare l’esistenza del video dei fatti del 24 novembre.

L’inchiesta sulla morte di Ramy è affidata ai pm Giancarla Serafini, Marco Cirigliano e al procuratore capo Marcello Viola. La Procura ha inoltre conferito l’incarico per una consulenza cinematica e dinamica per ricostruire le cause e le eventuali responsabilità dell’incidente: è infatti ancora in corso di verifica la dinamica degli eventi. Secondo un testimone oculare, dopo la caduta il ragazzo sarebbe finito sotto l’auto, vicino al palo di un semaforo. I due carabinieri aggiunti nella lista degli indagati sono accusati di falso, frode processuale e depistaggio. Da quanto si apprende, infatti, dal verbale dei carabinieri non emergerebbe alcuna traccia dell’impatto avvenuto tra l’auto e il mezzo a due ruote, come invece comprovato dal testimone. Lo stesso testimone, inoltre, sarebbe stato costretto a cancellare un video dell’incidente, in cui si paleserebbe la dinamica da lui descritta.

Ramy Elgaml è morto la notte tra sabato 23 e domenica 24 novembre. Il ragazzo si trovava a bordo di un motorino, sul sedile del passeggero, guidato da un amico, un ragazzo di ventidue anni. Le dinamiche dell’incidente sono ancora poco chiare: secondo una prima ricostruzione, i due ragazzi non si erano fermati a un posto di blocco nella zona di via Farini (una strada della città, a nord del centro), venendo inseguiti fino a via Ripamonti (una delle vie più lunghe di Milano, che inizia nell’area meridionale del centro e arriva fino alla periferia sud), dove è avvenuto l’incidente. Di preciso, lo scooter si è scontrato con un murettonei pressi dell’incrocio con via Quaranta, alle porte del quartiere Vigentino. L’inseguimento sarebbe durato circa una ventina di minuti, attraversando la città per circa otto chilometri. Dopo la notizia dello schianto, amici e parenti di Ramy si sono riversati per le strade di Corvetto, un quartiere popolare situato a sud-est del centro, da dove il ragazzo proveniva. Le proteste sono durate per giorni, durante i quali i manifestanti hanno rivendicato su muri e striscioni “verità e giustizia per Ramy”, bruciato cassonetti, danneggiato mezzi di linea e lanciato petardi. In risposta, la Questura ha deciso di inviare 500 agenti per pattugliare la zona.

[di Dario Lucisano]

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