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Covid, il governo annulla le multe ai lavoratori non vaccinati

Dopo quasi due anni dall’introduzione delle sanzioni, il Consiglio dei ministri ha annullato ieri 9 dicembre le multe da 100 euro comminate alle persone non vaccinate contro il coronavirus per le quali era previsto l’obbligo. Tra queste rientravano le persone con più di 50 anni di età, il personale sanitario, le forze dell’ordine e il personale scolastico. La norma è stata approvata nel cosiddetto decreto Milleproroghe, che si emana di consueto ogni fine anno per spostare i termini di norme e versamenti. Negli ultimi due anni, il governo aveva solo sospeso le multe annualmente, mentre ora le ha cancellate in via definitiva, ma solo per chi non le aveva ancora pagate. Per coloro, invece, che hanno già versato l’importo non è previsto il risarcimento.

L’obbligo di vaccinazione e la relativa sanzione in caso di violazione dello stesso erano stati introdotti [1] l’8 gennaio 2022 dal governo Draghi e prevedeva il sanzionamento non solo per coloro che non avevano aderito alla campagna vaccinale, ma anche per chi non aveva completato il ciclo di vaccinazioni secondo le scadenze: quindi anche per chi non aveva ricevuto la dose di richiamo (in genere la terza) entro il 15 giugno 2022. Da sempre dichiaratosi scettico nei confronti della gestione pandemica e dell’obbligo di vaccinazione, il partito di Giorgia Meloni già nel suo programma elettorale dedicato alla sanità prevedeva l’abbandono di qualsiasi ipotesi di nuove limitazione delle libertà personali e la difesa della libertà di scelta rispetto alle vaccinazioni. Il partito della premier, Fratelli d’Italia, sosteneva [2] esplicitamente che non ci dovesse più essere alcun “obbligo di vaccinazione contro il Covid-19”, sostituendolo con “informazione, promozione e raccomandazione alla vaccinazione”, in particolare per “fasce d’età a rischio e situazioni di fragilità”. Riteneva anche necessario garantire “piena libertà di scelta tra i vaccini autorizzati dall’Ema e dall’Aifa e richiami”. Inoltre, prometteva “nessuna reintroduzione del green pass” prevedendo, invece, la “possibilità di screening negli ambienti a rischio, a tutela dei soggetti fragili”.

Negli ultimi due anni diverse sentenze hanno dichiarato illegittimo e lesivo l’obbligo vaccinale introdotto dal governo Draghi, mentre il Tribunale del lavoro dell’Aquila ha dichiarato [3] illegittima la sospensione dei lavoratori non vaccinati. Nello specifico, il giudice monocratico, Giulio Cruciani, ha motivato la sentenza spiegando che le caratteristiche stesse dei vaccini anti-Covid disponibili non rispettano “il fondamento per imporre l’obbligo vaccinale”, in quanto non conferiscono “la garanzia della prevenzione dall’infezione”. Similmente, il Tribunale di Firenze nel 2022 aveva sospeso il provvedimento dell’ordine degli Psicologi della Toscana che vietava a una dottoressa di esercitare la professione di psicologa fino alla sua sottoposizione al trattamento sanitario contro il SARS-CoV-2. Tra le altre motivazioni, si sottolineava [4] il possibile contrasto con la Costituzione, in quanto “l’art. 32 Cost e coerentemente le varie convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia vietano l’imposizione di trattamenti sanitari senza il consenso dell’interessato perché ne verrebbe lesa la sua dignità”. Inoltre, secondo la sentenza, “l’obbligo vaccinale imposto per poter lavorare viola ictu oculi” – ossia a colpo d’occhio – “gli artt. 4, 32 e 36 Cost”. Si tratta solo di un paio delle diverse sentenze che negli ultimi anni hanno affermato l’illegittimità dell’obbligo di vaccinazione e della sospensione dal lavoro per quanti non si fossero sottoposti all’inoculazione.

Alla luce di ciò, la decisione del governo [5] di cancellare le multe ai non vaccinati, seppure tardiva, risulta conforme ai provvedimenti disposti da molte sentenze che – di fatto – hanno dichiarato illegittimi i presupposti su cui si era basata la politica per imporre la vaccinazione alla popolazione, confermando come le istituzioni abbiano violato la Costituzione e i diritti dei cittadini, imponendo di fatto farmaci ancora in fase di sperimentazione e autorizzati in via provvisoria.

[di Giorgia Audiello]