La Commissione Federale Marittima (FMC) di Washington ha aperto un’indagine preliminare contro la Spagna per accertare se la decisione di bloccare le navi dirette verso Israele abbia «creato condizioni sfavorevoli alla navigazione nel commercio estero», minacciando di sanzionare il Paese. In particolare, gli Stati Uniti contestano alla Spagna di «avere negato l’ingresso nei suoi porti ad almeno tre navi, comprese alcune che partecipano al Programma di Sicurezza Marittima (MSP) dell’Amministrazione Marittima degli Stati Uniti (MARAD)»: si tratta di Maersk Denver e Maersk Seletar, che avrebbero dovuto attraccare sulle coste andaluse rispettivamente l’8 e il 14 novembre.
La Spagna è uno dei pochissimi Paesi europei che ha insistito con forza per chiedere alle istituzioni internazionali che si ponesse fine all’aggressione israeliana in Palestina. Non l’ha fatto solo a parole, ma anche con azioni concrete, come cancellando ordini di acquisto di armi da Israele o sottoscrivendo la causa presentata dal Sudafrica presso la Corte Internazionale di Giustizia, nella quale si accusa Israele di genocidio. Il Paese ha inoltre riconosciuto ufficialmente l’esistenza dello Stato di Palestina, impegnandosi anche a implementare la soluzione a due Stati nelle sedi diplomatiche e istituzionali. Al contrario di quanto accaduto in numerosi altri Stati nel mondo (Italia completa), il governo iberico si è inoltre detto «orgoglioso» delle proteste degli studenti a favore della causa palestinese all’interno delle università del Paese.
Tra le decisioni della Spagna a favore della causa palestinese figura anche quella di negare l’autorizzazione d’attracco nei porti iberici alle imbarcazioni che trasportano armi dirette a Israele. È successo la prima volta quando la Marinne Danica, nave battente bandiera danese partita dall’India all’inizio dell’aprile di quest’anno, ha richiesto l’autorizzazione all’attracco alle autorità spagnole, che si sono opposte. Successivamente è accaduto con due navi battenti bandiera statunitense, la Maersk Denver e la Maersk Saletar. Secondo le accuse di alcuni gruppi di attivisti, appoggiate da membri del governo spagnolo, le navi della linea Maersk sono infatti incaricate di trasportare armi e prodotti bellici verso Israele.
La decisione non è stata presa bene dalle autorità statunitensi (strenue alleate del governo di Tel Aviv), che hanno avviato un’indagine in merito, per verificare se questa possa «creare condizioni sfavorevoli alla navigazione negli Stati Uniti». Se tale situazione fosse accertata, riferisce la FMC, potrebbero essere in campo misure quali «multe giornaliere consistenti e l’interdizione delle navi straniere a fare scalo nei porti statunitensi». In particolare, «i rimedi previsti dal Capitolo 421 includono, ma non sono limitati a, il rifiuto di ingresso alle navi di un Paese menzionato nei regolamenti della Commissione» e possono portare a «multe fino a 2.304.629 dollari per viaggio».
[di Valeria Casolaro]