Con un blitz pre-natalizio, il governo Meloni cerca di piazzare un ricco dono sotto l’albero di alcuni dei suoi componenti. Nascosto nel cuore della Manovra 2025, è infatti spuntato un emendamento depositato dai relatori di maggioranza che stabilisce un aumento di stipendio per i ministri e i sottosegretari che non ricoprono al contempo la carica di deputati e senatori, equiparando il loro «trattamento economico complessivo» a quello dei colleghi eletti in Parlamento. Una decisione che ha immediatamente scatenato un coro di indignazione da parte delle opposizioni, sollevando interrogativi sulla priorità degli interventi del governo in un momento in cui la crisi economica e sociale sta investendo il Paese.
La proposta di modifica alla Legge di Bilancio, depositata ieri sera, prevede che, dal 2025, i ministri non eletti ricevano uno stipendio mensile lordo di 12.400 euro, in linea con quello dei capi dei dicasteri che sono anche parlamentari. Oltre all’indennità, uguale per tutti, lo stipendio prevederà anche le altre voci, come la diaria e i rimborsi spese. Il costo complessivo dell’operazione per le casse dello Stato ammonta a circa 1,3 milioni di euro all’anno, che saranno coperti mediante tagli al Fondo per interventi strutturali di politica economica, alimentato peraltro dalla riapertura del condono edilizio. I ministri interessati dall’adeguamento degli stipendi, che ad oggi percepiscono circa 9.200 euro lordi al mese, sono in particolare Matteo Piantedosi (Interno), Andrea Abodi (Sport), Guido Crosetto (Difesa), Marina Calderone (Lavoro), Alessandro Giuli (Cultura), Giuseppe Valditara (Istruzione), Orazio Schillaci (Salute) e Alessandra Locatelli (Disabilità). Complessivamente, il numero dei membri dell’esecutivo che potrebbero beneficiare della misura si alza a 18 unità se si contano anche viceministri e sottosegretari.
A indignare è soprattutto il tempismo con cui l’emendamento ha visto la luce. La Manovra 2025 ha infatti già provocato numerose polemiche per misure giudicate inadeguate, tra cui l’aumento di appena 1,80 euro sulle pensioni minime e il mancato intervento sul salario minimo. L’adeguamento degli stipendi ai componenti del governo ha acceso un’ulteriore miccia, con le opposizioni che sono ora sulle barricate. Daniela Torto, capogruppo del M5S in Commissione Bilancio, ha definito l’emendamento «una vergogna», evidenziando come il Paese conti milioni di poveri assoluti, lavoratori in cassa integrazione e famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese. Sulla stessa scia Ubaldo Pagano del Partito Democratico, che ha censurato la scelta «indecente» del governo Meloni di innalzare gli stipendi a ministri, viceministri e sottosegretari «invece di investire in sanità, scuola, lavoro e casa».
[di Stefano Baudino]
L’ ultimo politico italiano che si pose la questione morale fu Enrico Berlinguer. Morto quarant’ anni fa.
Quindi voi prevedete che la sinistra voterà contro questo provvedimento? Ah Ah Ah Quindi voi prevedete che il prossimo governo DI SINISTRA abolirà questo provvedimento? Ah Ah Ah In italia è sempre il popolo che se la prende in c…o i governanti quando c’è da aumentare i loro stipendi sono tutti d’accordo (solo FINTAMENTE non d’accordo) vedi ultimo aumento di 500€ ai deputati!!
Chissà se esiste il reato di autocorruzione.
Quando leggo queste cose mi vengono da ricordare Marie Antoinette e le sue brioche.
Finì che le tagliarono la testa. Spero che capiti lo stesso a tutti i politici di questa qualità, che vengano decapitati dal servizio pubblico.
Dovremmo essere noi a decapitarli.
Tutto ciò si svolse oltre duecento anni fa. Ma non è questo il problema. Il problema è che accadde in Francia…