lunedì 16 Dicembre 2024

La luna di miele tra Meloni e il premier ultraliberista argentino Javier Milei

Il premier argentino Javier Milei conquista il pubblico di Atreju, la kermesse organizzata da Fratelli d’Italia, raccogliendo sempre più lodi dall’universo della destra conservatrice: da un Giorgetti entusiasta dopo la recente visita a Buenos Aires, a una Meloni che parla di una «vera e propria rivoluzione culturale», il ricettacolo ultraliberista del premier argentino sembra aver fatto breccia su tutta la destra italiana. Salito sul palco, Milei ha presentato la personale “filosofia della motosega”, basata sui punti saldi di mercato libero e sicurezza: “Avanti come una falange” titola in prima pagina Il Secolo d’Italia, giornale edito dalla Fondazione Alleanza Nazionale, che riprendendo le parole di Milei, lancia una «alleanza mondiale contro la sinistra».

La destra italiana sembra avere un’infatuazione totale per Javier Milei. La visita in Argentina dello scorso novembre sembra aver lasciato il segno sul ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che, sebbene avesse già puntato su un taglio a tutti i ministeri, ora sembra abbracciare ancora di più la “filosofia della motosega” di Milei, fondata su ingenti tagli alle spese pubbliche. Dalla visita in Argentina, anche la premier Meloni sembra avvicinarsi sempre più all’omologo sudamericano: dopo avergli concesso la cittadinanza, Meloni ha invitato il politico argentino sul palco del Circo Massimo di Roma per partecipare ad Atreju, la manifestazione politica annuale dell’organizzazione giovanile dei partiti di destra italiani. Qui, davanti a uno scroscio di applausi, Milei ha presentato la propria «ricetta politica non tradizionale», che si basa su due colonne portanti: i tagli alla spesa pubblica e la sicurezza. Sono questi i principi fondamentali per creare una «internazionale di destra» volta a «combattere il socialismo woke».

La “ricetta ultraliberista” del presidente argentino Javier Milei si fonda su un ingente taglio alla spesa pubblica, da affiancare a una politica di riduzione della pressione fiscale, nonché a una massiccia deregolamentazione e privatizzazione delle società statali e a partecipazione statale. Il progetto Milei è quello di uno “Stato minimo” di stampo neoliberista , al quale, rinunciando a ogni ruolo di pianificazione, gestione e controllo dell’economia, rimane solo il compito di controllare l’ordine nelle piazze, a tutela degli interessi del “mercato”. Nel frattempo, Milei ha infatti aumentato drasticamente la struttura repressiva del Paese e ha approvato una riforma che stabilisce un anno di stato di emergenza pubblica in ambito amministrativo, economico, finanziario ed energetico, per permettere all’esecutivo di disporre di poteri speciali in questi quattro ambiti. La politica finanziaria di Milei ha raggiunto alcuni dei risultati prefissati: il premier ha tagliato del 74% le spese statali e l’inflazione è calata drasticamente. Tuttavia, tutto ciò sembra essere stato guadagnato sulle spalle dei più poveri, con un aumento dell’indice di povertà assoluta, della popolazione che vive in condizioni di indigenza, e dei costi dei servizi essenziali. La svendita dei servizi ha portato a diverse proteste, spesso represse duramente.

L’approccio politico di Milei lungi dall’essere isolato sembrerebbe essere una sorta di manifesto della destra internazionale. Tra il nuovo gabinetto per l’efficienza statale di Trump e la “motosega” dell’argentino, questa nuova destra che si percepisce alleata a livello globale sembra emergere con sempre maggiore chiarezza. Essa usa gli stessi argomenti per portare avanti le stesse politiche, e si propone come un’alternativa anti-establishment volta a contrastare le élite «della sinistra», lanciando moniti sulla pericolosità della “ideologia woke”, favorendo approcci securitari, e assumendo atteggiamenti caricatureschi e teatrali (come la stessa motosega di Milei, simbolo del taglio alla spesa pubblica). Lo scopo di fondo, tuttavia, è quello di proporre politiche ultraliberiste di svendita dei servizi statali, che finiscono per aumentare il divario tra ricchi e poveri.

[di Dario Lucisano]

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