La procuratrice boliviana Sandra Gutiérrez ha richiesto la detenzione dell’ex presidente Evo Morales, accusandolo di aver avuto rapporti sessuali con una ragazza minorenne durante il suo mandato come capo dello Stato. In particolare, Morales è accusato di aver sfruttato la propria posizione politica per accordarsi con i genitori della ragazza, che avrebbe anche partorito un figlio, offrendo loro in cambio dei favori. Morales ha respinto le accuse, sostenendo che siano di natura politica: «Denuncio al mondo che sono vittima di una brutale guerra legale portata avanti dal governo di Luis Arce, che ha promesso di consegnarmi come trofeo di guerra agli Stati Uniti», ha dichiarato Morales. «L’unico crimine che ho commesso è che, essendo il primo presidente indigeno, ho realizzato un Paese con un’economia giusta per la popolazione». In generale, da quando ha annunciato la sua candidatura alla presidenza, è in corso un duro scontro politico tra lui e l’attuale presidente Luis Arce, che ha spinto anche i sostenitori di Morales a lanciare dure proteste in tutto il Paese.
La richiesta di detenzione nei confronti dell’ex presidente Evo Morales è supportata da un’accusa di tratta di minori. Il motivo per cui le autorità boliviane hanno emesso un mandato di arresto nei suoi confronti per traffico di esseri umani, e non per stupro di minore è che nel Paese è necessaria una denuncia della persona che ha subito la violenza o dei suoi genitori affinché si avvii un processo legale, mentre in questo caso si è proceduto d’ufficio. Sembrerebbe che lunedì 16 dicembre la polizia abbia tentato di arrestare Morales, venendo tuttavia fermata dai suoi sostenitori. Dopo la notizia, Morales ha accusato direttamente il governo di aver indirizzato la magistratura contro di lui, richiamando l’episodio dello scorso ottobre, quando l’ex presidente ha denunciato di essere stato oggetto di un attentato: «Il governo ha un esercito di pubblici ministeri, giudici, poliziotti e militari, che cercano non solo di eliminarmi politicamente e moralmente, ma anche fisicamente. Ecco perché hanno cercato di avvelenarmi e uccidermi». L’ex presidente respinge completamente le accuse, sostenendo di non avere mai avuto relazioni con la ragazza.
Sin da quando Morales ha deciso di ricandidarsi, in Bolivia è scoppiata una dura battaglia politica con il presidente Arce, che ha portato i cittadini a mobilitarsi. Lo scorso 14 ottobre Morales è stato chiamato a deporre per il presunto caso pregresso di stupro e pedofilia che lo coinvolge, ma l’ex presidente ha rigettato le accuse sostenendo che esse derivassero da un tentativo di smembrare il fronte evista e screditare la sua immagine, portato avanti dal governo Arce. In seguito alle accuse, i sostenitori di Morales sono scesi in piazza per mostrare sostegno nei suoi confronti, istituendo decine di posti di blocco in tutti i maggiori centri boliviani, provocando una carenza di carburante e approvvigionamento di cibo. In breve tempo le proteste nate per sostenere Morales si sono trasformate in un più generale sollevamento antigovernativo contro il presidente Luis Arce, e le strade del Paese sono diventate teatro di scontri tra forze dell’ordine e manifestanti, con gas lacrimogeni da una parte e lanci di dinamite dall’altra.
Morales era già stato accusato di abusi sessuali, così come di avere avuto figli da passate relazioni con ragazze di giovane età. A tal proposito è noto lo scandalo che ha coinvolto Gabriela Zapata nel 2016: ai tempi dello scandalo, Zapata aveva poco meno di 30 anni, mentre la loro relazione, secondo quanto dichiarato da entrambi, risaliva al 2005, quando lei aveva tra i 18 e i 19 anni. Nel 2007 Zapata aveva effettivamente partorito, ma il bambino era morto non appena nato, per poi essere ritirato fuori nove anni dopo. Morales disse di non saperne nulla ed espresse il desiderio di vedere il bambino, Ernesto Fidel Morales Zapata, chiedendosi come mai glielo avessero tenuto nascosto per così tanto tempo. Alla fine si scoprì che Ernesto Fidel non era mai esistito.
[di Dario Lucisano]