venerdì 20 Dicembre 2024

Polli stipati, incapaci di muoversi e macellati in 40 giorni: la campagna contro KFC Italia

Polli stipati in capannoni con densità fino a 20 esemplari per metro quadrato, processi di accrescimento rapido che potrebbero compromettere la salute degli animali e condizioni igieniche pessime, con lettiere che non vengono mai cambiate e si impregnano di deiezioni: è quanto denunciato dall’Organizzazione non profit Essere Animali, che ha lanciato una campagna firmata già da oltre 40.000 persone per richiedere che la catena di fast food KFC Italia garantisca standard più elevati per il consumo. Il tutto con l’aggiunta di nuove immagini scattate in allevamenti italiani, le quali secondo l’organizzazione documentano la “sofferenza dei polli”. In particolare, Essere Animali chiede che KFC Italia aderisca all’European Chicken Commitment (ECC), un’iniziativa che promuove condizioni migliori per i polli da carne già sottoscritta da oltre 300 aziende in Europa.

KFC, una delle più grandi catene di fast food al mondo, è presente in oltre 115 Paesi con circa 18.000 ristoranti e una media di 8 milioni di clienti quotidiani. La sua offerta si concentra principalmente su pollo fritto, ma anche su altre preparazioni a base di carne avicola. L’azienda è accusata di non aver ancora aderito allo European Chicken Commitment (ECC) – ovvero un insieme di linee guida formulato per migliorare il benessere degli animali allevati per la carne, in particolare affrontando il problema del sovraffollamento nei capannoni e la selezione genetica che porta a una crescita rapida ma dannosa per la salute dei polli – in Italia, nonostante altre filiali europee come quella in Francia, Germania e Regno Unito abbiano già sottoscritto l’impegno.

Per questo motivo, l’organizzazione Essere Animali ha lanciato una campagna che comprende immagini e un video denuncia, nel quale si vedono esemplari ammucchiati, lanciati e presi a calci all’interno di quelli che sarebbero allevamenti italiani usati dalla multinazionale. In particolare, vengono denunciate condizioni di sovraffollamento con polli allevati che «vengono stipati in capannoni con una densità che può raggiungere i 20 polli per m². Questa alta concentrazione determina una riduzione dell’attività locomotoria e dell’espressione di diversi comportamenti tipici della specie, quali razzolare e stirarsi»; accrescimento rapido che «ha effetti deleteri sulla salute dei polli e può provocare lesioni e deformità dolorose. Gli animali sono più soggetti a un’elevata incidenza di problemi muscolari, scheletrici, respiratori e cardiovascolari, che possono essere causa di morte prematura. La sproporzione tra muscolatura e struttura ossea limita fortemente la loro capacità di movimento. Le razze ad accrescimento rapido richiedono generalmente più antibiotici rispetto a quelle con crescita più lenta» e, infine, lettiere mai cambiate che provocherebbero esemplari feriti e malati «a causa dell’ammoniaca contenuta nelle deiezioni», che «può provocare bruciature sul petto e alle zampe».

La petizione ha già raccolto oltre 40.300 firme e può essere sottoscritta a questo link.

[di Roberto Demaio]

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