domenica 22 Dicembre 2024

Nella giungla peruviana sono state scoperte 27 specie animali finora sconosciute

Ci sono pesci fuori dal comune con la “testa a macchia”, nuove farfalle, scoiattoli e persino un topo anfibio capace di nuotare grazie alle sue zampe palmate: sono solo alcune delle 27 specie scoperte nella regione dell’Alto Mayo, in Perù, dagli scienziati guidati dall’organizzazione senza scopo di lucro Conservation International, i quali hanno confermato che la zona rappresenta un hotspot di biodiversità straordinaria. La spedizione infatti ha registrato oltre 2.000 specie, tra cui oltre due dozzine nuove per la scienza e 49 considerate “minacciate” ed a rischio di estinzione. Si tratta di un lavoro che, secondo i ricercatori, non solo arricchisce la conoscenza scientifica, ma fornisce dati cruciali per lo sviluppo di pratiche di conservazione che promuovano un equilibrio tra le esigenze umane e quelle naturali: «Questo è un mosaico vibrante e dinamico di ecosistemi, sia naturali che antropici, che dobbiamo mantenere e ripristinare se speriamo di proteggere le specie che vi si trovano», ha commentato il dott. Trond Larsen, ricercatore nell’ambito della biodiversità terrestre e marina.

La regione dell’Alto Mayo si estende tra le Ande e l’Amazzonia, includendo la Foresta Protetta dell’Alto Mayo e territori abitati da comunità indigene, come il popolo Awajún. Si tratta di un complesso mosaico di ecosistemi che combina aree naturali con territori antropizzati, città e zone agricole. Durante la spedizione, che ha integrato metodi tradizionali con tecnologie innovative come trappole fotografiche, sensori bioacustici e analisi del DNA ambientale, sono state documentate specie di flora e fauna uniche. Il coinvolgimento attivo delle comunità locali inoltre, tra cui esperti della Federazione Regionale Awajún, ha arricchito l’approccio scientifico con una profonda conoscenza del territorio, permettendo di identificare aree prioritarie per la conservazione e di promuovere pratiche sostenibili che preservino le risorse naturali e culturali.

Il pesce con la “testa a macchia” scoperto durante la spedizione. Credit: Conservation Internationa

Le nuove specie scoperte sono 27, e includono un raro topo anfibio, una salamandra rampicante e un pesce dalla strana “testa a macchia”, il cui comportamento attualmente rimane un mistero. Complessivamente, sono stati rilevati 151 mammiferi di cui quattro nuovi per la scienza, 68 specie di pesci di cui otto mai scoperte, 45 rettili e anfibi di cui tre specie mai osservate, 289 insetti tra cui 12 mai studiati dai ricercatori, 536 uccelli, 955 specie vegetali e ben 48 specie osservate che potrebbero essere anch’esse nuove per la comunità scientifica, ma che richiedono ulteriori studi a conferma di ciò. «Abbiamo scoperto che le aree più vicine alle città e ai paesi supportano ancora una biodiversità incredibilmente elevata, comprese specie che non si trovano da nessun’altra parte. Queste scoperte sottolineano che anche in aree fortemente influenzate dalle persone, la biodiversità può persistere, ma solo se gli ecosistemi sono gestiti in modo sostenibile», ha aggiunto Larsen, il quale ha poi spiegato che i dati raccolti sosterranno la creazione di un “corridoio ecologico” tra l’Alto Mayo e la Cordillera Escalera, fondamentale per la persistenza delle specie. Inoltre, le scoperte serviranno anche per pianificare la gestione sostenibile della regione, bilanciando conservazione, agricoltura e servizi ecosistemici: «Questa comprensione più completa di dove vivono le specie ci aiuta a identificare le aree con il potenziale maggiore per la conservazione o il ripristino della biodiversità, nonché quelle più adatte ad attività sostenibili come l’ecoturismo, il disboscamento selettivo, l’agricoltura e la raccolta delle risorse», ha concluso il ricercatore.

[di Roberto Demaio]

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