L’ex capo della NATO Jens Stoltenberg è stato nominato nuovo copresidente del Gruppo Bilderberg, l’influente organizzazione che ogni anno organizza riunioni di quattro giorni rigorosamente a porte chiuse, in cui si ritrovano i più importanti esponenti della politica, del mondo finanziario, bancario, militare e mediatico, per affrontare i principali argomenti che plasmano le sorti del mondo. Ritenuta una delle organizzazioni più rappresentative della collaborazione transatlantica in materia di difesa e non solo, grazie agli stretti legami con l’esercito e l’apparato industriale militare, l’arrivo di Stoltenberg ai vertici del Gruppo segna l’intenzione di rafforzare i legami tra le due sponde dell’Atlantico in un momento non semplice per la NATO, costretta a confrontarsi con la guerra in Ucraina, da un lato, e l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, dall’altro. A febbraio, inoltre, Stoltenberg assumerà anche la presidenza della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, un altro importante evento riguardante la difesa e la sicurezza europea, mentre l’olandese Mark Rutte – altro veterano del Bilderberg – ha assunto la direzione dell’Alleanza atlantica, confermando così la determinante influenza che gli esponenti del Gruppo hanno sulle più importanti organizzazioni militari e sugli eventi attinenti ai temi della sicurezza e della geopolitica.
Nel suo nuovo ruolo, Stoltenberg ha già rilasciato una dichiarazione alla stampa norvegese, affermando che il Bilderberg «insieme alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco è una buona piattaforma per la cooperazione tra leader dell’arena politica, del mondo imprenditoriale e accademico». Inoltre, secondo alcuni osservatori, la nomina di Stoltenberg potrebbe segnare una svolta radicale del Gruppo nella direzione di una suo maggiore coinvolgimento mediatico, mentre fino ad ora l’elitaria organizzazione era sempre rimasta rigorosamente nell’ombra dando adito per questo anche a teorie cospirative sul suo conto. L’ex segretario generale della NATO, infatti, è avvezzo alle relazioni con i media e, inoltre, un’altra co-presidente, Marie-Josée Kravis, siede nel Consiglio di amministrazione di Publicis, una delle più grandi società di pubbliche relazioni e comunicazione del mondo. Per confermare questo aspetto, però, bisognerà attendere la prima conferenza di Stoltenberg come co-presidente del Bilderberg, mentre certamente l’ex capo della NATO sarà impegnato a rafforzare i legami transatlantici e a cercare un modo per interagire con la nuova amministrazione Trump.
Fondato nel 1954 dal banchiere statunitense David Rockefeller, a caratterizzare in modo spiccato il Bilderberg e altre organizzazioni simili come la Commissione trilaterale è soprattutto l’influenza e il filo diretto che esse hanno con i governi, in quanto al loro interno ci sono spesso sostenitori di entrambi i partiti politici del Congresso americano e altri illustri rappresentanti della politica delle nazioni europee. Inoltre, molti dei 31 membri del comitato direttivo del gruppo hanno ruoli di alto livello nel settore della difesa: ad esempio, l’ex capo di Google, Eric Schmidt, è attualmente impegnato a lanciare un’azienda di droni kamikaze rivolta al redditizio mercato ucraino, mentre l’industriale svedese Marcus Wallenberg è presidente del produttore di difesa Saab, che ha registrato un aumento del 71% degli ordini nei primi nove mesi del 2024, in gran parte dovuto alla guerra con la Russia, come riferisce il Guardian. L’organizzazione, inoltre, è molto nota per il meccanismo delle porte girevoli, per cui le stesse personalità ricoprono in modo continuativo diversi incarichi in varie istituzioni pubbliche e private, non di rado con un palese conflitto d’interesse. Non a caso, il Gruppo deve la sua influenza agli stretti legami con l’esercito e alla presenza di esponenti dell’intelligence come l’ex capo dell’MI6, Sir John Sawers, membro del comitato direttivo del gruppo. Anche diversi esponenti politici e dei media italiani hanno preso parte agli incontri, tra cui Gianni e Umberto Agnelli che hanno fatto parte anche del Comitato direttivo del Club, Enrico Letta, Emma Bonino, Mario Monti, Romano Prodi, Ignazio Visco, Matteo Renzi e, tra i giornalisti, Lilli Gruber, Monica Maggioni, Stefano Feltri, solo per citarne alcuni.
L’obiettivo del Gruppo, negli anni, non è mai cambiato: se negli anni Cinquanta era principalmente quello di contrastare la “minaccia comunista” e espandere, al contrario, l’egemonia anglo-americana nel mondo attraverso il rafforzamento dell’Alleanza atlantica e il controllo dei principali centri di potere transatlantici, oggi è quello di contrastare ciò che Stoltenberg ha definito «l’asse emergente degli autocrati», composto da Russia, Cina e Corea del Nord. Alex Karp, membro del Comitato direttivo del Bilderberg e amministratore delegato di Palantir Technologies Inc – società di software statunitense che offre servizi per le agenzie di intelligence – ha dichiarato in un’intervista al New York Times che gli Stati Uniti molto probabilmente presto combatteranno una guerra su tre fronti con Cina, Russia e Iran.
La nomina di Stoltenberg alla copresidenza del Gruppo e alla guida della Conferenza sulla sicurezza di Monaco segna la volontà di blindare i vertici delle organizzazioni sulla difesa con personalità fedeli alle strategie atlantiche e conferma allo stesso tempo la determinante rilevanza che ha il Bilderberg sulle decisioni che riguardano la politica estera e la stessa Alleanza atlantica. Per l’importanza e il ruolo dei suoi esponenti, infatti, l’organizzazione fondata da Rockefeller non può non influire sulle maggiori decisioni che riguardano il futuro del mondo, in un processo che di democratico ha ben poco, considerata la rigida riservatezza degli incontri e il considerevole potere economico-finanziario e politico che detengono i suoi membri.
[di Giorgia Audiello]