Napoli si sta trasformando in un souvenir a cielo aperto, complice il vortice di turistificazione che si è abbattuto ai piedi del Vesuvio. Una tempesta che comporta e normalizza l’espulsione degli abitanti dai luoghi di vita per fare spazio ai turisti mordi e fuggi, che in media restano nel capoluogo campano per appena tre giorni. La trasformazione della città è accompagnata dalla retorica del turismo come fenomeno intoccabile generante ricchezza, che però si guarda bene dallo specificare chi intasca il profitto e chi invece partecipa alla sua creazione in una condizione di subalternità. Depri...
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Si capisce bene quello che scrive Forgione. Tuttavia si è mai chiesto dove vuole arrivare la sua città e le altre mete turistiche. Non si è accorto che in quasi tutte le pizzerie si serve un vino scadente in bicchieri di plastica. Negli anni ’80 alla pizzeria il 22 mangiavano ogni giorno assieme persone ogni strato della società, sorseggiando ancora un bianco Asprigno in semplici e decenti bicchieri da taverna. A lei sembrerà niente forse. Negli anni ’80 c’era la camorra e Cutolo imperava ma la gente usciva lo stesso ( io ho abitato in quegli anni a Napoli ). I giovani non si ubriacavano dall’età di tredici anni, non c’era la Movida ! Personalmente mi muovevo a piedi ed in macchina fino a tarda notte anche nelle zone più isolate. Non mi è mai successo niente.E Napoli era ancora una città che aveva un’identità. Piena di contrasti, con molti problemi ( perché adesso non ce ne ha ? ) ma viva.
Il Corriere della Sera e Repubblica messi assieme non avrebbero saputo fare di meglio.
Questo articolo segue perfettamente il filone mainstream di criminalizzazione del turismo. Ve lo dico da Napoletano che ha visto la città degli anni ‘80, lasciata in balia di droga e criminalità, dove i napoletani avevano paura ad uscire di casa dopo le 9 di sera. La puzza di fritto e le “orde barbariche” dei turisti hanno consentito alla città di tornare a vivere. L’indotto prodotto ha fatto nascere migliaia di micro attività che hanno spesso tolto dalla strada migliaia di giovani e che offrono un mezzo di sussistenza onesta ad altrettante migliaia di famiglie. Al momento il turismo rappresenta l’unico settore ancora attivo, non solo per Napoli ma per l’Italia intera. L’azione di demolizione dell’economia italiana da parte dell’Unione Europea va avanti, sostenuta dall’ideologia distruttiva della sinistra radical chic italiana, che purtroppo prospera anche tra la borghesia napoletana la quale non ha mai avuto il problema di arrivare a fine mese e che è solo infastidita dal puzzo di fritto…