domenica 5 Gennaio 2025

Crisi del gas: in Transnistria chiudono le industrie, mentre in Europa i prezzi salgono

La decisione del governo di Kiev di non rinnovare l’accordo quinquennale con Gazprom per il transito del gas russo attraverso l’Ucraina sta già facendo sentire i primi effetti negativi sui mercati e sulle nazioni europee. Nonostante Bruxelles abbia rassicurato che l’UE è pronta a compensare la perdita grazie ai terminali di GNL (gas naturale liquefatto) in Germania, Grecia, Italia e Polonia, il prezzo all’ingrosso del gas ha raggiunto il livello più alto in più di un anno e nella regione separatista della Transnistria, in Moldavia, le industrie sono state costrette a chiudere. La regione russofona che si è separata dalla Moldavia negli anni Novanta è il territorio che sta pagando maggiormente le conseguenze per l’interruzione delle forniture di gas russo, ma anche le nazioni europee rischiano di subire un’impennata dei prezzi energetici, sebbene di minore entità rispetto alla crisi energetica che ha colpito l’Europa tra il 2022 e il 2023. Da parte sua, la Commissione europea ha garantito che «L’Ue è ben preparata ad affrontare la fine del transito del gas attraverso l’Ucraina, grazie agli sforzi di collaborazione della Commissione e degli Stati membri».

Nel dettaglio, il prezzo del metano per la consegna di febbraio nei Paesi Bassi è aumentato fino al 4,3% giovedì – il giorno dopo che Gazprom ha interrotto le forniture in seguito al mancato rinnovo del contratto – prima di scendere all’1,9% in più, attestandosi a 49,83 euro per megawattora. L’aumento dei prezzi è dovuto soprattutto alla speculazione finanziaria, dato che il gas è quotato alla borsa di Amsterdam Dutch Ttf, e non alla carenza di approvvigionamenti energetici. Tuttavia, questa potrebbe non essere l’unica ragione: gli analisti di Deutsche Bank, infatti, hanno affermato che «Vale la pena tenere a mente che i prezzi sono ancora ben al di sotto dei livelli visti per tutto il 2022. Ma lo stoccaggio di gas europeo ha chiuso il 2024 al livello più basso degli ultimi tre anni e il recente aumento dei prezzi è destinato ad aumentare ulteriormente le pressioni inflazionistiche», come riferito dal Guardian. A opporsi alla decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di non rinnovare l’accordo con Gazprom è stato soprattutto il premier slovacco Robert Fico, secondo cui l’interruzione delle forniture avrà un «impatto drastico su tutti noi nell’Unione europea, ma non sulla Federazione Russa». La Slovacchia, insieme a Austria, Repubblica Ceca e, in misura minore, Italia, faceva ancora affidamento su una parte considerevole di gas russo, avendo un contratto a lungo termine con Gazprom, e ha calcolato che acquistare gas altrove gli costerebbe 220 milioni di euro in più in spese di trasporto. Nonostante ciò, Zelensky ha affermato in un post su X che l’interruzione completa di tutte le forniture dalla Russia «è una delle più grandi sconfitte di Mosca», auspicando un maggiore afflusso di GNL americano in Europa.

Ben più seria è, invece, la situazione in Transnistria, dove le conseguenze dello stop al gas russo non si sono limitate a un aumento dei prezzi, ma hanno determinato la chiusura delle industrie e la mancanza di riscaldamento e erogazione di acqua calda nelle abitazioni. «Tutte le imprese industriali sono inattive, ad eccezione di quelle impegnate nella produzione alimentare, ovvero quelle che garantiscono direttamente la sicurezza alimentare della Transnistria», ha dichiarato a un canale di informazione locale Sergei Obolonik, vice primo ministro della regione. Il leader della Transnistria filorussa, Vadim Krasnoselsky, ha affermato, invece, che la regione possiede riserve di gas sufficienti solo per dieci giorni e che la centrale elettrica principale è passata dal gas al carbone e dovrebbe essere in grado di fornire elettricità ai residenti nei mesi di gennaio e febbraio. Mosca forniva circa due miliardi di metri cubi di gas all’anno alla Transnistria, un territorio con circa 450.000 abitanti. Il direttore della compagnia nazionale moldava del gas Moldovagaz, Vadim Ceban, ha dichiarato che la sua azienda è disponibile a aiutare la regione separatista ad acquistare il gas da altri Paesi europei come la Romania. Tuttavia, questo andrebbe contro gli interessi della Transnistria: il territorio filorusso, infatti, per diversi anni non ha pagato nulla a Gazprom, grazie a un tacito accordo con Mosca, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Reuters.

Con l’interruzione delle forniture di gas attraverso il gasdotto russo-ucraino, l’UE sta ripetendo la stessa strategia applicata negli ultimi anni contro il Cremlino, che però si è dimostrata lesiva degli interessi europei. È, infatti, proprio a causa degli alti costi energetici che l’industria tedesca – cuore economico dell’UE – è crollata con un effetto domino sulle altre principali economie dell’UE. Ora, un eventuale ulteriore aumento dei prezzi del gas, anche minimo, non farebbe altro che peggiorare le condizioni dell’industria del Vecchio continente.

[di Giorgia Audiello]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Normalmente se l’Ukraina impedisce unilateralmente il transito di beni di prima necessità attraverso il suo territorio è un casus belli ed è lecito dichiararle guerra, o i deficienti d’Europa cambiano anche il diritto di sopravvivenza dei Cittadini?

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria