mercoledì 8 Gennaio 2025

Come alcuni media hanno ribaltato la verità per incolpare la Russia dello stop al gas

«Abbiamo interrotto il transito del gas russo, un evento storico. La Russia sta perdendo mercati e subirà perdite finanziarie». Così il ministro ucraino dell’Energia, German Galushchenko, ha ufficializzato che le forniture di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina sono definitivamente cessate, a seguito della scadenza del contratto quinquennale firmato tra le due parti alla fine del 2019. Il ministero dell’energia ucraino ha affermato di aver concluso l’accordo «nell’interesse della sicurezza nazionale».

Dal primo gennaio, infatti, il gas russo ha smesso di arrivare in Europa attraverso l’Ucraina. L’accordo del 2009 tra la russa Gazprom e l’ucraina Naftogaz è scaduto il 30 dicembre scorso. Kiev ha colto la palla al balzo per interrompere la via di transito, segnando, così, un nuovo passo nel processo di allontanamento dell’Europa dalle forniture di gas da Mosca.

Mentre si cerca di comprendere l’impatto geopolitico ed economico e le ripercussioni per i Paesi più colpiti, secondo Kiev, il danno per il Cremlino sarà nell’ordine dei 5 e 6,5 miliardi di dollari all’anno, mentre l’Ucraina rinuncia a circa 800 milioni di dollari in accise sul transito verso i Paesi UE.  La decisione ha già creato problemi nell’Europa orientale, con la Moldavia che ha dichiarato lo stato di emergenza e la Slovacchia che ha minacciato Kiev di ritorsioni. Sebbene Bruxelles ostenti sicurezza e richiami tutti alla calma, complice l’abbassamento delle temperature in buona parte d’Europa, il mancato rinnovo del contratto con Mosca ha fatto schizzare i prezzi del gas naturale in UE, risalendo ai livelli raggiunti durante la crisi energetica dell’ottobre 2023.

Nonostante la ripercussione economica che riguarderà anche Kiev, lo stop del gas russo dall’Ucraina verso l’Europa è stato presentato da Zelensky in un post su X come «una delle più grandi sconfitte di Mosca»: «Quando Putin ha preso il potere in Russia più di 25 anni fa, il pompaggio annuale di gas attraverso l’Ucraina verso l’Europa era di oltre 130 miliardi di metri cubi. Oggi il transito di gas russo è pari a 0». Nel post, il presidente ucraino spiega anche che «Mosca ha perso uno dei mercati più redditizi e geograficamente accessibili» e che Kiev deve «superare l’isteria di alcuni politici europei che preferiscono schemi di tipo mafioso con Mosca alla politica energetica trasparente». Il messaggio si conclude con un appello a Trump, in modo che le forniture di gas americano possano segnare la fine definitiva della «dipendenza dell’Europa dalla Russia». 

I fatti attestano inequivocabilmente che Kiev ha bloccato la storica rotta – che risale all’epoca sovietica – che porta il combustibile fossile da Mosca in Europa, rifiutando di estendere l’accordo sul transito (corretta, per esempio, la ricostruzione di Rai News.it: Kiev ferma il gas russo per l’Europa. Zelensky: “La più grande sconfitta di Putin”). Nonostante ciò, alcuni media sono riusciti, con un colpo a effetto, a ribaltare la narrazione e a far credere che sia stato il Cremlino a decidere lo stop alla fornitura di gas: «La Russia interromperà la fornitura di gas all’Europa attraverso l’Ucraina», titola Euronews, lasciando intendere che la decisione sia stata presa dal Cremlino, sebbene poi nell’articolo si specifichi che la responsabilità è di Kiev: «Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha di recente annunciato di non avere intenzione di rinnovare l’accordo». 

Lo scollamento tra titoli a effetto e le notizie è una tecnica nota per acchiappare clic, deviare l’attenzione e manipolare l’immaginario collettivo: in questo caso, si sta facendo credere, soprattutto a chi si ferma a leggere soltanto i titoli, che la decisione sia stata presa da Mosca e che rientri in una specie di braccio di ferro per far schizzare i prezzi in Europa e sabotare gli alleati di Kiev

La ricostruzione fantasiosa e avulsa dalla realtà acquisisce i contorni di una spy story per alcune testate che arrivano addirittura a insinuare l’esistenza di “ricatti”, riprendendo come oro colato l’accusa di Zelensky che denuncia il «cinico ricatto energetico» dei russi. «Stop al gas russo dall’Ucraina, Zelensky: basta ricatti», titola la versione online di la Repubblica, che nella versione cartacea del 2 gennaio titola addirittura: «Putin blocca il metano che attraversa l’Ucraina. Zelensky: basta ricatti». A parlare di ricatti è anche Alberto Clò per Ilsole24ore: «Il ricatto del gas russo», in cui si spiega che «Ci è voluta una guerra per capire le sciagurate scelte che ci hanno reso ostaggio del gas russo».

Segue a ruota Affari Italiani: «Stop al gas russo, ma la Slovacchia mette Zelensky e l’Ucraina alle strette: il ricatto». Secondo Francesco Crippa, ci troveremmo dinanzi a «una mossa che sembra l’ennesimo tentativo di mettere in difficoltà Kiev». Peccato che solo poche righe dopo, si legga: «In seguito allo stop del flusso di gas russo attraverso l’Ucraina deciso da Volodymyr Zelensky, il primo ministro slovacco Robert Fico ha minacciato di sospendere gli aiuti economici previsti per i circa 130mila ucraini rifugiati in Slovacchia». Come giustificare l’esistenza di un ricatto ai danni di Kiev, se la decisione dello stop al gas russo è stata presa da Zelensky? Ci sarebbe lo zampino di Fico che «ha preso in considerazione l’ipotesi di tagliare gli aiuti ai profughi ucraini […] ma anche quelle di chiedere risarcimenti e di stoppare le forniture di energia elettrica a Kiev».

Insomma, si tratterebbe dell’«ennesimo tentativo di mettere in difficoltà Kiev, nella speranza di accelerare in questo modo le trattative di pace. La vicinanza del premier slovacco alla Russia, del resto, è cosa nota e lo stesso Zelensky ha accusato Fico di aiutare il Cremlino a «finanziare la guerra e a indebolire l’Ucraina». Anche quando a farne le spese è la Russia (e l’intera Europa), la colpa deve per forza ricadere sul Cremlino o sui suoi sodali, con buona pace dell’informazione.

[di Enrica Perucchietti]

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4 Commenti

  1. E in più gli ucraini hanno trattato peggio l’Europa che li finanzia e li arma, che non il loro avversario militare: il gasdotto europeo è stato distrutto, quello russo che passa sul loro territorio si guardano bene dal toccarlo… sanno che la reazione non sarebbe tenera. Con noi invece sanno di poter fare impunemente qualsiasi cosa… anzi sanno che arriveranno ancora più soldi e più armi… magari da usare contro di noi.

  2. A conti fatti, i nostri “alleati” USA in testa, ci ha danneggiato molto ma molto più dei nostri “nemici”. Di più, contro di noi ha compiuto vere e proprie aggressioni e atti di guerra (distruzione del North Stream, chiusura del passaggio del gas). Cose da risposta militare immediata, altro che continuare a dare soldi… vorrei vedere se fosse capitato agli USA o a Israele, minimo minimo bombardamento aereo e missilistico di risposta…

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