Da sei mesi, i 450 abitanti della borgata Maristella di Alghero vivono senza accesso ad acqua potabile. L’ordinanza sindacale che vieta l’uso dell’acqua per scopi alimentari risale a giugno 2024 e ha aggravato un problema già ricorrente. Al contempo, il servizio autobotte di Abbanoa, il Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato nell’area, non è sufficiente a risolvere il problema, lasciando spesso i cittadini senza acqua, soprattutto durante le festività, e penalizzando anziani e persone con problemi di salute. Il comitato di borgata, guidato da Tonina Desogos, ha dialogato con l’amministrazione comunale e i tecnici, convocando un’assemblea generale per sollecitare risposte concrete e risolvere un disagio sempre più insostenibile.
La borgata di Maristella, frazione di Alghero, nella provincia sarda di Sassari, è senza acqua da oltre sei mesi, ma l’erogazione del servizio, tra interruzioni e precedenti ordinanze, prosegue da ben più tempo. Visti i continui disagi e la totale assenza di un servizio indispensabile, il Comitato di Borgata ha convocato un’assemblea generale per l’11 gennaio, invitando i residenti, gli amministratori comunali, i responsabili di Abbanoa, l’ente che gestisce il servizio idrico, e la stampa. L’ultimo stop al consumo di acqua per fini alimentari, infatti, risale al 24 giugno 2024, e sanciva «il divieto di utilizzo dell’acqua di rete quale bevanda e per la preparazione degli alimenti. Le medesime acque possono essere utilizzate per tutti gli usi igienici, compresa l’igiene personale». L’ordinanza sindacale del 24 giugno comunicava il risultato delle analisi della ASL sui prelievi di acqua di Abbanoa e constatava la «non conformità a quanto previsto dal D.Lgs. 18/23 per il parametro chimico Nitriti in ragione di 0,59 mg/l presso il punto di prelievo in Loc». Da allora, la piccola frazione del comune di Alghero si è vista privata senza sconti del servizio di erogazione di acqua potabile.
Per ovviare al problema, Abbanoa ha messo a disposizione una cisterna, situata nella zona del campo sportivo, per rifornire i cittadini di acqua potabile. I disagi, però, non si sono mai risolti. Il servizio dell’autobotte è infatti disponibile solo in determinate fasce orarie, spesso coincidenti con gli orari di lavoro degli abitanti, viene talvolta interrotto, e manca di tutelare i cittadini più in difficoltà, come anziani e persone con problemi di salute, che, denuncia il Comitato di Borgata, «per ovvi motivi non possono raggiungere il posto dove staziona l’autobotte né tanto meno caricarsi di peso eccessivo». A settembre, i cittadini avevano addirittura segnalato la scarsa frequenza con cui veniva cambiata l’acqua della cisterna e notato l’assenza di operatori a custodire l’autobotte, circostanza che avrebbe permesso agli animali selvatici di bere dalla stessa acqua destinata ai residenti.
[di Dario Lucisano]