mercoledì 8 Gennaio 2025

Kedumim: palestinesi uccidono tre coloni israeliani, da Tel Aviv s’invoca la “soluzione Gaza”

Tre israeliani sono stati uccisi e altri otto feriti in un attacco a colpi di arma da fuoco nei pressi dell’insediamento illegale di Kedumim, in Cisgiordania. Secondo i media israeliani, almeno due uomini armati palestinesi hanno aperto il fuoco contro automobili e un autobus di coloni, per poi fuggire dalla scena. Le vittime – due donne e un investigatore di polizia – risiedevano tutte nell’insediamento illegale di Ariel, sempre in Cisgiordania. In seguito all’attacco, il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, esponente del Partito Sionista Religioso, ha invocato una pulizia etnica in Cisgiordania: «Al-Funduk, Nablus e Jenin devono assomigliare a Jabalia», ha dichiarato, riferendosi all’area di Gaza settentrionale devastata dalle forze israeliane e priva di aiuti umanitari da settimane.

«Il nemico deve sapere che non ci sarà sicurezza per lui finché il nostro popolo non sarà al sicuro», ha dichiarato Abu Obeida, portavoce delle Brigate Qassam (il braccio armato del partito palestinese Hamas), in un comunicato. Subito dopo l’attacco, il nord della Cisgiordania è stato sottoposto a blocchi stradali e chiusure ai checkpoint da parte dei soldati israeliani. Nablus è rimasta isolata per ore, mentre diversi raid militari hanno colpito città della regione.

Secondo l’agenzia WAFA, si sono verificati numerosi attacchi da parte di coloni israeliani contro proprietà palestinesi. Lunedì notte, coloni hanno incendiato un veicolo nel villaggio di Hajja e attaccato abitazioni a Fara’ata. Altri coloni hanno preso di mira Turmus Ayya, incendiando un capannone agricolo, mentre a Tuqu’, nel sud-est di Gerusalemme, alcuni gruppi hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi in movimento. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di catturare i responsabili. «Troveremo gli assassini e li consegneremo alla giustizia, insieme a chiunque li abbia aiutati», «nessuno sarà risparmiato», ha aggiunto il premier sul cui capo pende un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra.

Le colonie israeliane sono insediamenti civili costruiti da Israele nei territori palestinesi occupati, principalmente in Cisgiordania e Gerusalemme Est, ma anche sulle alture del Golan. Attualmente, si stima che ci siano oltre 200 insediamenti ufficiali, più decine di avamposti illegali persino secondo la legge israeliana, dove vivono circa 700.000 coloni israeliani. Dal 1967, la costruzione di colonie è aumentata costantemente, con un’accelerazione negli ultimi anni. Solo nel 2023, il governo israeliano ha approvato migliaia di nuove unità abitative, consolidando la presenza israeliana in aree strategiche della Cisgiordania.

Questi insediamenti sono considerati illegali secondo il diritto internazionale, in violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, che proibisce il trasferimento di popolazioni civili nei territori occupati. Numerose risoluzioni ONU, tra cui la Risoluzione 2334 del 2016, hanno condannato le colonie, chiedendone il completo smantellamento. Tuttavia, Israele continua ad espandere questi insediamenti, il cui scopo politico è anche quello di rendere impossibile la nascita di uno Stato palestinese attraverso la disintegrazione della continuità territoriale del territorio.

[di Moira Amargi, corrispondente dalla Palestina]

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