I video dell’inseguimento tra tre volanti dei carabinieri e il motorino guidato da Fares Bouzidi, sul quale viaggiava Ramy Elgaml, avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2024 a Milano, sembrerebbero non lasciare spazio a ulteriori dubbi. L’impatto tra la volante e il motorino c’è stato e potrebbe essere stato proprio quello ad aver causato la caduta del mezzo e quindi la morte di Ramy. A dimostrarlo, oltre alle immagini, sarebbero anche alcuni ciuffi del giubbotto di Ramy rimasti incastrati nella targa della volante. Le immagini contrastano con le dichiarazioni degli agenti messe a verbale subito dopo i fatti, secondo le quali non vi sarebbe stato alcun impatto: lo scooter sarebbe caduto da solo. Gli agenti avrebbero anzi dichiarato di aver intrapreso ogni misura necessaria per evitare lo scontro con il motorino. Dall’audio del video emerge invece come per l’intera durata dell’inseguimento i carabinieri abbiano ripetutamente invocato la caduta del mezzo e che fossero consapevoli che, durante la fuga, Ramy avesse perso il casco. Le immagini dimostrano anche la presenza sul luogo dell’incidente del testimone che sostiene di aver filmato l’intera scena. Immediatamente dopo lo schianto l’uomo, che accusa i carabinieri di averlo costretto ad eliminare il video, viene avvicinato da due agenti.
«Vaff… non è caduto»: con queste parole si aprono le immagini della dash cam di una delle tre volanti lanciatesi all’inseguimento del motorino con a bordo i due giovani. Il commento arriva dopo un primo contatto del mezzo dei carabinieri con il motorino, che non cade e prosegue la sua fuga. I commenti simili saranno diversi («Chiudilo, chiudilo, chiudilo che cade!», «Noooo, mer… non è caduto»). Gli agenti si accorgono anche immediatamente che, nel corso dell’inseguimento, Ramy ha perso il casco: «Ha perso il casco!» urla uno di loro. L’impatto avviene ad un incrocio in via Ripamonti, venti minuti e otto chilometri dopo l’inizio dell’inseguimento. Le immagini sono riprese da una telecamera posta proprio sull’incrocio: lo scooter sembra girare leggermente a sinistra, la volante dei carabinieri gli va dietro. Subito dopo il motorino cade e scivola per alcuni metri, seguito dalla volante, fino a schiantarsi contro il muro. Ramy perderà la vita poco dopo.
«Via Quaranta/Ortles, sono caduti» riferisce una comunicazione, seguita dal commento di un carabiniere: «Bene». Quando la terza volante giunge sul posto, la dash cam riprende il momento esatto in cui due agenti si dirigono verso il testimone presente sulla scena, che alza le mani in alto. Successivamente, l’uomo riferirà di aver ripreso la scena per intero, ma che i carabinieri gli hanno imposto di cancellare il video. Secondo la sua testimonianza, che coincide con quella di Fares Bouzidi, sarebbe stato l’impatto con la volante a causare la caduta del mezzo. A rendere evidente l’impatto sarebbe inoltre un dettaglio, reso noto da alcuni media: un ciuffo della pelliccia del giaccone di Ramy rimasto incastrato nella targa dei carabinieri.
La dinamica raccontata chiaramente dal video, che gli inquirenti stanno esaminando, contrasta con le dichiarazioni degli agenti di aver adottato ogni misura necessaria a tentare di «non occorrere nella collisione». Al momento, il carabiniere alla guida dell’auto e Fares Bouzidi sono indagati per omicidio stradale. Altri due carabinieri sono indagati per falso, frode processuale e depistaggio, proprio perchè dai verbali non risulta alcun accenno allo scontro con il mezzo e per le accuse del testimone di aver imposto la cancellazione delle prove video sul proprio telefono. Saranno gli inquirenti ad esaminare le immagini e determinare con certezza quello che sembra evidente: a uccidere Ramy Elgaml potrebbe essere stato lo speronamento da parte degli agenti.
[di Valeria Casolaro]
Militari così aggressivi non vanno processati, ma inviati in Ucraina per il giudizio Divino come ai tempi di Roma: Torneranno Eroi oppure cadaveri.
Nessuno dei due soggetti era nel giusto. Il non fermarsi ad un posto di blocco e sopratutto il non fermarsi quando sei soggetto ad inseguimento è una cosa gravissima. La soluzione dello speronamento non è la soluzione corretta. In un inseguimento dove non sai chi hai di fronte risulta veramente difficile comprender cosa è meglio fare. Il rischio è quello di superare i limiti. L’errore dei carabineri è stato quello di essersi fatti trascinare volontariamente oltre un limite che non va mai superato, se non per giustificatissimi ed evidenti motivi e non per semplici presunzioni.
Sono d’accordo che nessuno dei due soggetti era nel giusto, però il comportamento sbagliato del ragazzo morto non ne giustifica l’omicidio perchè le forze dell’ordine rappresentano lo Stato e la soluzione dell’inseguimento e dello speronamento non è solo scorretta, è semplicemente criminale (e ipocrita).
Questo comportamento si spiega solo con la volontà di mostrarsi spietati, giustificando la propria sete di sangue utilizzando errori altrui, mettendo anche a rischio eventuali cittadini ignari/innocenti.
La telecamera in dotazione alle FdO hanno una risoluzione abbastanza alta da poter leggere la targa dei veicoli o delle moto che dovrebbero fermarsi?
Se sì, lo lasci andare e lo cerchi dopo (e ci vai giù pesante con le sanzioni).
Se no, fai in modo di avere telecamere decenti.
Ultimamente va sempre più di moda l’ abuso di potere da parte di qualsiasi forza dell’ ordine: portare la divisa e servire lo stato, non può essere una scusa che gli permetta di uccidere persone a destra e a sinistra, anche se per errore. Per me, A.C.A.B. SEMPRE
All Cats Are Beautiful? 😉
Beh… Hanno fatto bene… Esattamente come fanno in America e in moltissimi altri paesi del mondo… Se non ti fermi ti speronò e sono cazzi tuoi.. dobbiamo finirla con questo perbenismo del cavolo
Non mi risulta che alle forze dell’ordine sia stata rilasciata la licenza di uccidere. Quella, che io sappia, ce l’ha solo un certo James Bond, ma è inglese.
Non è mia intenzione giungere ad alcuna conclusione circa i fatti che sono accaduti.