martedì 14 Gennaio 2025

La strage silenziosa dei senza fissa dimora: 408 morti nel 2024

Nel 2024, 408 persone senza dimora sono decedute in Italia, un dato poco inferiore al tragico record del 2023 (415) ma superiore ai numeri del biennio precedente. Le vittime, prevalentemente uomini (93%) e stranieri (58%), avevano un’età media di 47 anni. Le principali cause di morte sono malori e ipotermia (40%), seguiti da eventi traumatici come aggressioni, cadute e incendi (42%). Il fenomeno, diffuso soprattutto nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli, si sta espandendo anche ai centri più piccoli. L’analisi è stata effettuata dalla Federazione italiana organismi per le Persone senza dimora (fio.Psd), che nel divulgarne i risultati ha denunciato l’assenza di politiche nazionali sul diritto alla casa e chiesto strategie strutturate. Secondo l’Istat, nel 2021 i senza dimora censiti erano oltre 96mila, concentrati per metà in sei grandi città italiane.

Il primo nome del 2024 è stato Darim Singh, un giovane di 32 anni proveniente dal Punjab, ritrovato senza vita sotto i portici di Piazza del Plebiscito a Napoli, a poche ore dal concerto di Capodanno. L’ultimo è stato Beye Cheikh, un senegalese di 35 anni morto di freddo sul lungomare di Martinsicuro (Teramo) nella notte di Santo Stefano. Tra loro, altre 406 vite spezzate in un anno, vittime di una “strage invisibile” che si consuma nel silenzio delle strade italiane. Secondo le statistiche della Federazione italiana organismi per le Persone senza dimora (Fio.Psd), i decessi registrati nel 2024, lievemente inferiori a quelli del 2023, sono in forte aumento rispetto ai 399 del 2022 e ai 250 del 2021. Questi dati mettono in luce un dramma che continua a crescere, colpendo per più di nove volte su 10 soggetti di sesso maschile, con un’età media di 47,3 anni, il più delle volte stranieri. Le circostanze dei decessi parlano di una vita ai margini: alcuni muoiono su una panchina, altri lungo un binario, su un marciapiede o in case abbandonate. Il 40% delle morti è attribuibile a malori improvvisi e al peggioramento di condizioni di salute già compromesse, spesso aggravati da condizioni di vita difficili e dalla mancanza di accesso a cure mediche adeguate. Un altro 42% è causato da eventi traumatici, come aggressioni, cadute, incendi, annegamenti e suicidi. Nonostante l’immaginario collettivo associ il fenomeno alle grandi città, esso si sta estendendo anche a centri di medie e piccole dimensioni.

La stagione invernale, con le sue rigide temperature, rappresenta il periodo più critico, durante il quale i decessi aumentano e l’attenzione mediatica si accende momentaneamente. Tuttavia, la tragedia è costante durante tutto l’anno. Secondo il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni dell’Istat del 2021, in Italia risultano iscritte all’anagrafe come senza tetto o senza dimora 96.197 persone, di cui il 38% sono stranieri. La metà di queste iscrizioni è concentrata in sei città principali: Roma (23%), Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%). «In questi anni in Italia – ha spiegato Cristina Avonto, presidente della Fio.Psd – è venuta meno una rete di tenuta che protegge queste persone dal crollare per motivi personali, familiari, economici; non si tratta di un problema derivante da fatalità o da una catena casuale di eventi: i dati sulle morti delle persone senza dimora dimostrano che i rischi di vivere in strada sono molteplici e presenti ogni mese, che va superata la logica emergenziale e che servono strategie organiche e strutturate in maniera continuativa e su tutto il territorio nazionale». La mancanza di un tetto non è infatti solo un problema di povertà materiale, ma riflette una carenza di strutture di supporto e inclusione sociale e la mancanza di politiche nazionali sull’abitare e sulla casa rappresenta un nodo cruciale.

[di Stefano Baudino]

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1 commento

  1. Come sempre l’Italia è governata male, quando si è tolta la leva obbligatoria bastava tenere alcune Caserme per chi voleva il servizio Civile e parte del servizio Civile doveva anche essere di offrire ospitalità ricambiata dal servizio civile a tutti i senzatetto.

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