mercoledì 15 Gennaio 2025

La produzione industriale italiana è in calo per il ventiduesimo mese consecutivo

L’ISTAT ha pubblicato gli ultimi dati disponibili sulla produzione italiana, mostrando come la crisi del settore non abbia fine – nonostante gli annunci propagandistici del governo. I dati di novembre 2024 sulla produzione industriale vedono un progresso mensile dello 0,3% e confermano il trend negativo su base annua, facendo proseguire un declino che va avanti dall’inizio di febbraio 2023. Nonostante la crescita di alcuni settori, il profondo rosso di altri, come la produzione automobilistica, fa si che la crisi del complesso industriale italiano non si arresti. Il comparto produttivo automotive si colloca nel contesto di una produzione industriale italiana complessiva ancora in flessione a novembre 2024 rispetto ai livelli dello stesso mese dell’anno precedente, mentre chiude i primi undici mesi del 2024 a -3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Analizzando i dati nel dettaglio, emergono dinamiche contrastanti tra i diversi settori industriali. Rispetto al mese precedente si osservano incrementi significativi per l’energia (+1,6%), i beni di consumo (+0,9%) e i beni intermedi (+0,3%). Al contrario, i beni strumentali registrano una flessione dello 0,6%, segnalando difficoltà in un comparto cruciale per gli investimenti e l’innovazione. Su base annua si conferma la crescita dell’energia (+4,3%) e dei beni di consumo (+2,6%), ma crollano i beni intermedi (-2,5%) così come i beni strumentali (-4,9%). Nello specifico dei settori industriali, la fornitura di energia elettrica, gas e vapore segna un incremento tendenziale del +7,6%, seguita dalla produzione di prodotti farmaceutici (+5,1%) e dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,5%). Tuttavia, questi settori da soli non bastano a bilanciare il quadro complessivo, in quanto tra i settori in maggiore difficoltà si registrano cali spaventosi. Le flessioni più marcate sono nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,5%), nella produzione di mezzi di trasporto (-13,8%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-6,2%). Il settore che mette a segno i numeri peggiori è però quello delle auto, con una produzione in caduta libera del 37,5% su base mensile. Secondo i dati preliminari di ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), la produzione domestica delle sole autovetture a novembre 2024 ammonta a circa 23 mila unità, in calo del 50,4% rispetto a novembre 2023. Nel cumulato degli undici mesi, invece, sono state prodotte oltre 295mila autovetture, in diminuzione del 42,3% rispetto al periodo gennaio-novembre 2023.

Una variabile esterna di peso sulla diminuzione della produzione industriale italiana, tanto nell’automotive quanto nel suo complesso, è la crisi economica tedesca, uno dei nostri maggior partner commerciali. Le grosse difficoltà che quest’ultima sta registrando, con dati negativi come non se ne vedevano dal 2020, anno di inizio dell’emergenza pandemica, si ripercuotono anche sulla nostra economia. Le motivazioni sono diverse e quasi tutte legate alla situazione di incertezza geopolitica soprattutto legata al conflitto russo-ucraino, tra sanzioni che hanno avuto un effetto boomerang e costo dell’energia in netto aumento, facendo schizzare in alto il costo di produzione e quindi anche dei prezzi, con una conseguente contrazione della domanda instaurando una spirale negativa.

Questi dati rappresentano più che un campanello d’allarme per il sistema economico italiano. La debolezza della produzione industriale potrebbe avere ripercussioni significative sull’occupazione e sulla crescita economica complessiva a lungo termine.

[di Michele Manfrin]

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