venerdì 17 Gennaio 2025

Biden impone restrizioni all’export di chip nei confronti di 120 Paesi nel mondo

Il presidente statunitense Joe Biden, in quella che probabilmente sarà la sua ultima azione politica prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il 13 gennaio ha imposto restrizioni all’esportazione di chip informatici avanzati utilizzati per alimentare l’intelligenza artificiale ad un totale di 120 Paesi nel mondo. Se l’amministrazione Trump non interverrà per abrogare tale decisione, le restrizioni entreranno in vigore tra tre mesi. Le nuove normative limiteranno il numero di chip IA che possono essere esportati nella maggior parte dei Paesi e consentiranno l’accesso illimitato alla tecnologia IA degli Stati Uniti per i più stretti alleati dell’America, mantenendo invece un blocco totale sulle esportazioni verso Cina, Russia, Iran e Corea del Nord. Tra i Paesi esentati dalle restrizioni figurano 10 Stati dell’Unione Europea, Italia inclusa.

Tra i Paesi esenti del ban statunitense figurano: Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Taiwan e Regno Unito. Per quanto concerne invece Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, le esportazioni sono completamente vietate. L’UE si è detta «preoccupata» per la decisione dell’amministrazione Biden, che limita l’accesso alle esportazioni di chip avanzati di intelligenza artificiale anche per alcuni dei suoi Stati membri. La piccata reazione di Bruxelles è arrivata con un comunicato congiunto della vicepresidente esecutiva della Commissione Europea, Henna Virkkunen, e del commissario UE per il Commercio, Maroš Šefčovič. «Siamo preoccupati per le misure adottate dagli Stati Uniti che limitano l’accesso alle esportazioni di chip AI avanzati per determinati Stati membri dell’UE e le loro aziende» si legge nel comunicato.

Alle aziende statunitensi che producono ed esportano tecnologia avanzata per l’IA sarà richiesto il rispetto di condizioni rigorose in termini di trasparenza, rendicontazione e sicurezza. In particolare,i fornitori globali come Amazon Web Services e Microsoft, non potranno distribuire più del 50 per cento della potenza di calcolo totale fuori dagli Stati Uniti. «L’intelligenza artificiale sta rapidamente diventando centrale sia per la sicurezza che per la forza economica. Gli Stati Uniti devono agire con decisione per guidare questa transizione assicurandosi che la tecnologia statunitense sostenga l’uso globale dell’intelligenza artificiale e che gli avversari non possano facilmente abusare dell’intelligenza artificiale avanzata. Nelle mani sbagliate, i potenti sistemi di intelligenza artificiale hanno il potenziale per esacerbare significativi rischi per la sicurezza nazionale, anche consentendo lo sviluppo di armi di distruzione di massa, supportando potenti operazioni informatiche offensive e aiutando le violazioni dei diritti umani, come la sorveglianza di massa. Oggi, i Paesi interessati impiegano attivamente l’intelligenza artificiale, inclusa l’intelligenza artificiale prodotta negli Stati Uniti, in questo modo e cercano di minare la leadership dell’intelligenza artificiale degli Stati Uniti», è scritto nella nota rilasciata dalla Casa Bianca, nel merito della decisione adottata dell’amministrazione uscente.

Secondo Politico, la decisione di Biden arriva dopo due importanti eventi che si sono verificati nella comunità scientifico-tecnologica dell’intelligenza artificiale. Il primo riguarda il rilascio dell’ultimo modello di OpenAI, o3, il quale ha ottenuto una positività dell’88% in una serie di test di ragionamento difficili per cui nessun sistema di intelligenza artificiale aveva precedentemente ottenuto un punteggio superiore al 32%. Il secondo evento riguarda invece un’azienda cinese, DeepSeek, la quale ha rilasciato un modello di intelligenza artificiale open source che ha superato qualsiasi modello linguistico open source statunitense. Il risultato avrebbe sorpreso molti ricercatori di intelligenza artificiale e funzionari statunitensi, i quali avevano creduto che la Cina fosse rimasta indietro in termini di capacità di intelligenza artificiale. DeepSeek è riuscita a creare un modello di intelligenza artificiale di livello mondiale nonostante un embargo globale sulla vendita di chip di intelligenza artificiale avanzati alla Cina, posto in essere dal governo degli Stati Uniti. Quindi, estendendo le restrizioni a 120 Paesi nel mondo, gli Stati Uniti cercando di fare in modo che la Cina non posso ottenere la tecnologia statunitense da terze parti. Inoltre, con tale decisione, l’amministrazione Biden tenta reindustrializzare gli Stati Uniti nel settore delle nuove tecnologie, cercando anche di creare migliaia di posti di lavoro.

Resta da capire se la mossa di Biden sarà confermata anche dall’amministrazione Trump o se il presidente eletto la abrogherà. Ci sono però i presupposti che tale mossa venga mantenuta, alla luce della volontà politica di Trump di attuare una specie di protezionismo economico per gli Stati Uniti, sebbene i suoi sostenitori del settore tecnologico, come Elon Musk, potrebbero trovarsi in disaccordo per la limitazione del mercato che subirebbero.

[di Michele Manfrin]

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