lunedì 20 Gennaio 2025

Il World Economic Forum si riunisce a Davos nell’incertezza per il Trump 2

Da oggi, lunedì 20 gennaio, fino a giovedì, si svolge l’annuale appuntamento organizzato dal World Economic Forum (WEF), nella consueta località svizzera di Davos, sede dell’organizzazione. Il meeting di quest’anno, il 55°, prende il titolo di Collaborazione nell’era intelligente, in riferimento all’avvento dell’era dominata dall’intelligenza artificiale, tema che sarà il fulcro delle discussioni e dei dibattiti in scena quest’anno. Nonostante i presenti siano numerosi (sono circa 3000 i politici e i capitani d’industria che presenzieranno), vi sono molte assenze di rilievo. Questo ci racconta della spaccatura presente in seno alle élite politiche ed economiche mondiali in un periodo di grande incertezza. Dei Paesi che fanno parte del G7, solo la Germania avrà una sua rappresentanza di vertice, con la presenza del cancelliere uscente Olaf Scholz. Russia, India e Brasile non partecipano, mentre la Cina ha mandato un delegato governativo minore. Trump, appena insediato alla Casa Bianca, farà probabilmente un collegamento video ma non sarà presente in Svizzera. E nel quadro di incertezza globale, la nuova presidenza statunitense non fa che aggiungere un ulteriore elemento di instabilità.

Nonostante gli sviluppi delle tecnologie della comunicazione e la crescente consapevolezza dei costi ambientali dei viaggi aerei a lunga distanza, specie se effettuati per singoli individui e/o piccoli gruppi, migliaia di persone tra politici, dirigenti d’azienda, investitori, burocrati e giornalisti si recano ogni anno a Davos, sulle Alpi svizzere, per l’annuale meeting del WEF, la “confindustria mondiale” fondata nel 1971 da Klaus Schwab con lo scopo di mettere in relazione il pubblico con il privato. Una volta arrivate, queste persone si accomodano in sale conferenze ben riscaldate e partecipano a cocktail party di lusso organizzati per discutere di accordi aziendali e di traiettorie politico-economiche globali. Quest’anno il tema principale verte sull’intelligenza artificiale, ma le discussioni si orienteranno anche sull’industria, sulla fiducia reciproca in traiettoria economico-politica, sul reinventare modi di produrre crescita economica così come sulla salvaguardia ambientale. Sul piano politico, in virtù dell’incertezza, della frammentazione geo-economica e la polarizzazione geopolitica che lo stesso WEF evoca nella presentazione dell’evento di quest’anno, si registrano importanti defezioni.

Il neo-Presidente statunitense Donald Trump dovrebbe partecipare soltanto in collegamento video nella giornata di giovedì. La Russia di Putin non figura tra gli invitati fin dallo scoppio del conflitto russo-ucraino. Il Presidente cinese Xi Jinping ha delegato il vice-premier, Ding Xuexiang, evidentemente non considerando il forum degno della propria presenza. Narendra Modi, Primo Ministro indiano, non sarà presente, così come il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Ma non solo. Tra i grandi assenti del mondo politico vi sono anche il Presidente francese, Emanuel Macron, il Primo Ministro italiano, Gorgia Meloni e il Primo Ministro britannico Keir Starmer. Tra i leader accorsi a Davos vi sono invece il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il Presidente argentino Javier Milei, il Presidente israeliano Isaac Herzog, la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, così come i leader di organizzazioni quali le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Organizzazione Mondiale del Commercio ma anche della NATO.

«Se l’anno scorso il divario tra speranze e paure era in forte evidenza, il contesto per Davos 2025 non è meno conflittuale. L’incertezza geo-economica, le tensioni commerciali, la polarizzazione culturale e l’ansia climatica sono in fermento», si legge in una nota del WEF. Ed è proprio per questa incertezza, inquadrata nella crisi economica, nelle spaccature geopolitiche e nei conflitti militari in corso, che il forum di quest’anno vede tante defezioni importanti come non se ne erano mai viste. E l’elezione di Trump alla Casa Bianca non fa che aumentare tale incertezza. Infatti, con le decisioni politiche che il nuovo Presidente USA prenderà a breve, anche nei primi giorni del suo mandato, i mercati finanziati saranno scossi e le industrie e le aziende di tutto il mondo, in tutti i settori produttivi, ne sentiranno il riverbero. Senz’altro le tematiche affrontate quest’anno saranno quindi influenzate da questa concreta sensazione di incertezza che la nuova presidenza Trump non fa che aumentare, specie in campo economico, nella prospettiva dell’imposizione di dazi da parte statunitense nei confronti di vari Paesi del mondo, mettendo quindi in crisi i principi di libero scambio e di economia aperta che il WEF propugna fin dal momento della sua fondazione. In discussione c’è la globalizzazione come l’abbiamo conosciuta fin ad ora, così come la divisione della forza politica mondiale, fin ad oggi ad esclusivo vantaggio del blocco occidentale.

Tra i partner dell’incontro del 2025 del WEF figurano, inoltre, i colossi dell’industria, della finanza e delle fondazioni private, tra cui Amazon, Allianz, Fondazione Bill e Melinda Gates, BlackRock, Cisco, IBM, JPMorganChase, McKinsey & Company, Morgan Stanley, Nestlé, Novartis, Palantir Technologies, PayPal, Pfizer, Qualcomm, Rio Tinto, Siemens, UBS, Unilever e molti altri.

[di Michele Manfrin]

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