mercoledì 22 Gennaio 2025

Nell’ultimo provvedimento Biden ha graziato Anthony Fauci

Il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha concesso la grazia preventiva a una serie di persone non ancora oggetto di indagine, ma che il presidente in entrata, Donald Trump, aveva annunciato di voler perseguire una volta salito al potere. Tra questi spicca il nome di Anthony Fauci, ex responsabile della gestione del Covid alla Casa Bianca, che in una testimonianza rilasciata lo scorso anno nel corso di un’udienza aveva ammesso che buona parte delle misure adottate per contenere la pandemia negli Stati Uniti non fossero supportate da alcun criterio scientifico. Con le ultime elargizioni, Biden diventa il presidente che ha concesso più grazie nella storia degli USA, ma la lista delle persone perseguitate e condannate dalla giustizia statunitense rimane ancora lunga e, tra queste, figura ancora il nome di Julian Assange.

L’ultimo atto da presidente di Joe Biden sta già facendo discutere. Ad essere perdonati sono stati nomi particolarmente noti negli USA, che rientravano nella lista nera di Trump: nel corso della sua campagna dell’anno scorso, Trump ha minacciato di perseguire democratici, operatori elettorali, funzionari delle forze dell’ordine, funzionari dell’intelligence, giornalisti, ex membri del suo stesso staff e repubblicani che non lo sostenevano. Tra questi figurava il dottor Anthony Fauci, ex scienziato di riferimento e stretto collaboratore prima di Trump e poi di Biden. Durante la pandemia, Fauci era stato dipinto come una sorta di eroe dai democratici e fortemente criticato dai repubblicani a causa della gestione emergenziale del Covid (sebbene fosse stato proprio Trump, nel gennaio 2020, a nominarlo membro della task-force creata per analizzare e contrastare il diffondersi dell’infezione sul suolo americano). Proprio a Fauci si deve parte della strategia adottata dagli USA contro il Covid-19. E proprio lui, nel corso di un’udienza con la sottocommissione sulla pandemia da coronavirus della Camera statunitense (a guida repubblicana), che indaga sulle origini del Covid e sulla risposta del governo in merito, ha ammesso che le misure adottate per il contenimento della pandemia da Covid-19, quali distanziamento sociale e mascherine, non fossero supportate da alcun criterio scientifico. Nel corso della stessa audizione, Fauci aveva tentato anche di negare la teoria, più volte appoggiata in precedenza insieme al presidente Biden, sulla trasmissione naturale del virus.

Quello della grazia preventiva è un istituto che viene utilizzato raramente negli Stati Uniti, a cui i presidenti hanno fatto ricorso solo in particolari circostanze; con la decisione di Biden, scrivono analisti e commentatori politici, si inaugura l’utilizzo dello strumento come «scudo protettivo» nei confronti di coloro che potrebbero venire perseguiti per motivi di «vendetta politica». La decisione di concedere la grazia preventiva a persone che potrebbero venire perseguite da Trump ha infatti un forte valore politico, specialmente considerando che arriva proprio in occasione dell’Inauguration Day, e potrebbe costituire un precedente per sue future applicazioni.

Con questi ultimi perdoni, Biden ha stabilito il record per il maggior numero di grazie e commutazioni emesse come presidente. Dall’inizio del suo mandato, Biden ha graziato un totale di oltre 8.000 persone. Nelle ultime settimane, ha commutato 37 delle 40 persone pene capitali, trasformandole in ergastoli. La lista di persone che in tanti ritengono essere state punite ingiustamente o in maniera sproporzionata, tuttavia, è ancora lunga. In essa figura anche Julian Assange, che per quanto sia stato liberato è stato condannato per avere violato la legge sull’intelligence statunitense; come ha spiegato Gabriel Shipton, fratello di Assange, a L’Indipendente, la sua condanna costituisce un «pericoloso precedente» da utilizzare in sede giuridica per avviare indagini nei confronti di individui che intendono scoperchiare scomode verità; essa «apre la strada a una potenziale condanna a cinque anni di prigione per chiunque sia colpito da accuse analoghe a quelle che pendevano su di lui», motivo per cui il movimento Free Assange aveva lanciato una campagna per chiedere a Biden di concedere la grazia al giornalista ed editore australiano.

[di Dario Lucisano]

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