mercoledì 22 Gennaio 2025

Con i primi decreti Trump sta ringraziando le oligarchie Tech per l’appoggio elettorale

Tra i vari provvedimenti presi immediatamente all’avvio della nuova amministrazione guidata da Donald Trump ce ne sono un paio che fanno certamente piacere alle multinazionali statunitensi e ai loro padroni. Molti di questi hanno sostenuto la candidatura di Trump alla Casa Bianca e sembrano quindi ottenere un pegno in cambio per tale sostegno. Il primo dei provvedimenti in questione riguarda l’uscita degli Stati Uniti dal Global Tax Deal, all’interno del quale era prevista una tassa minima da applicare ai grandi colossi per evitare il cosiddetto dumping fiscale, quindi l’elusione del pagamento delle tasse da parte delle multinazionali. Il secondo provvedimento riguarda il grande piano di investimento nel settore dell’intelligenza artificiale dal valore complessivo di 500 miliardi di dollari.

La nuova amministrazione di Donald Trump appena insediata fa subito un bel regalino agli oligarchi che hanno sostenuto la sua candidatura. Infatti, con un memorandum indirizzato al nuovo Segretario al Tesoro, Trump ritira gli Stati Uniti dal Global Tax Deal. L’accordo negoziato nel 2021 dall’amministrazione Biden, sottoscritto da quasi 140 Paesi, prevede la Global Minimum Tax, ovvero un regime fiscale mondiale con un’aliquota minima di imposizione effettiva del 15% che si applica alle società multinazionali con fatturato superiore a 750 milioni di dollari. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), la misura ha come obiettivo la limitazione del dumping fiscale, ovvero la migrazione delle multinazionali in Paesi con aliquote basse, instaurando un fenomeno di competizione al ribasso tra i Paesi e di elusione fiscale delle multinazionali stesse rispetto ai Paesi in cui operano. «L’Accordo fiscale globale dell’OCSE sostenuto dalla precedente amministrazione non solo consente la giurisdizione extraterritoriale sul reddito americano, ma limita anche la capacità della nostra nazione di emanare politiche fiscali che servano gli interessi delle aziende e dei lavoratori americani. A causa dell’Accordo fiscale globale e di altre pratiche fiscali estere discriminatorie, le aziende americane potrebbero dover affrontare regimi fiscali internazionali di ritorsione se gli Stati Uniti non rispettassero gli obiettivi della politica fiscale estera. Questo memorandum riconquista la sovranità e la competitività economica della nostra nazione chiarendo che l’Accordo fiscale globale non ha forza o effetto negli Stati Uniti», si legge nella nota della Casa Bianca. Con una giustificazione sovranista si permette quindi alle multinazionali statunitensi di poter continuare ad operare il dumping fiscale a discapito degli altri Paesi. Non solo. Il memorandum spiega che gli USA si riserveranno il diritto di agire contro quei Paesi che applicheranno il Global Tax Deal nei confronti delle aziende statunitensi. In altre parole, gli USA minacciano ritorsioni verso coloro che intendo rispettare gli accordi presi in ambito OCSE e G20.

Se l’uscita degli Stati Uniti dal trattato sopracitato rende felici molti oligarchi statunitensi e le loro multinazionali, un altro provvedimento rende molto contenti alcuni di questi che operano nel settore tecnologico, nello specifico in quello dell’intelligenza artificiale. Con il piano di investimento dal valore di 500 miliardi di dollari, denominato Stargate, verrà data vita ad una joint venture tra OpenAI, Oracle e SoftBank per la costruzione di infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’IA. Stargate permetterà la costruzione di una «infrastruttura fisica e virtuale per alimentare la prossima generazione di intelligenza artificiale», ha detto Trump, annunciando che tale progetto potrebbe creare 100 mila posti di lavoro nei prossimi anni. L’annuncio è stato dato alla Casa Bianca dopo un incontro tra Trump e i proprietari di tali aziende: Masayoshi Son, di SoftBank Group Corporation, Larry Ellison di Oracle e Sam Altman di Open AI, fondata insieme a Elon Musk. Quest’ultimo quindi, dopo aver visto volare le proprie aziende in borsa grazie alla vittoria di Trump, che ha ampiamente sostenuto, vede adesso arrivare un’altra ricompensa per la sua azienda nel settore dell’intelligenza artificiale. Inoltre, è bene ricordare e sottolineare come Musk abbia ricevuto un incarico ufficiale di governo all’interno del neoistituito Department of Government Efficiency, con un evidente conflitto di interesse. Gli altri partner del progetto includono Microsoft, l’investitore MGX e i produttori di chip Arm e NVIDIA.

Insomma, questi due provvedimenti sono un mix di conflitto d’interesse e di ricompense per coloro che hanno permesso a Donald Trump di tornare a sedersi sulla poltrona della stanza ovale della Casa Bianca. Così, con la giustificazione di difendere l’interesse nazionale viene, ancora una volta, difeso l’interesse degli oligarchi statunitensi.

[di Michele Manfrin]

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

+ visti