giovedì 30 Gennaio 2025

In California è stata approvata una raccolta firme per l’indipendenza dagli USA

Giovedì scorso, la Segretaria di Stato della California, Shirley Weber, ha dato il via libera a una delle iniziative più ambiziose della recente storia politica americana: la raccolta firme per un referendum sull’indipendenza della California dagli Stati Uniti. L’obiettivo della proposta, soprannominata “Calexit”, è chiaro: inserire il quesito «La California dovrebbe lasciare gli Stati Uniti e diventare un paese libero e indipendente?» nelle schede elettorali delle elezioni di mid-term del 2028. Per raggiungere questo traguardo, la campagna dovrà raccogliere almeno 546.651 firme valide entro il 22 luglio 2025, equivalenti al 5% dei voti espressi per il governatore Gavin Newsom nel 2022. Anche ove andasse in porto, il progetto troverebbe però una barriera insormontabile nella Costituzione americana, che non prevede alcun meccanismo per la secessione di uno Stato.

Sul portale della segreteria di Stato della California, si legge che «il proponente di una nuova iniziativa è stato autorizzato a iniziare a raccogliere firme per la petizione il 23 gennaio 2025». Si tratta, nello specifico, di Marcus Evans, principale promotore del progetto che mira a trasformare il Golden State in un paese indipendente. Secondo il piano, affinché il referendum abbia validità, sarà necessario che almeno il 50% degli elettori registrati partecipi alla votazione e che il 55% dei votanti approvi la proposta di secessione. La proposta prevede la creazione di una commissione incaricata di analizzare la praticabilità dell’opzione della California come stato indipendente dagli USA. Per sostenere questo processo, saranno stanziati 10 milioni di dollari una tantum per l’organizzazione delle elezioni e 2 milioni di dollari all’anno per gestire le attività della commissione. «Calexit significa che le nostre leggi sono stabilite dal popolo della California e non da burocrati a Washington che non abbiamo eletto – è scritto nero su bianco sul sito ufficiale dell’iniziativa, che riporta il link per sottoscrivere la petizione –. Significa che avremo un governo che inizia e finisce ai confini della California. Significa la fine dei soldi sottratti alle tasche dei contribuenti della California. Ma soprattutto, significa che per la prima volta nella nostra vita controlliamo il nostro destino». Se fosse indipendente, la California sarebbe la quinta economia mondiale, con un PIL superiore a quello di molti Stati sovrani. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il Golden State si posiziona dietro il Giappone e davanti a Paesi come il Regno Unito e la Francia. Questo potenziale economico è uno degli argomenti principali utilizzati dai sostenitori di Calexit, che immaginano uno stato indipendente in grado di giocare un ruolo di primo piano sulla scena internazionale.

A ogni modo, secondo la maggior parte degli analisti, l’iniziativa rappresenta più un simbolo di dissenso che un piano concreto per l’indipendenza. Infatti, anche se il referendum venisse approvato, non vi sarebbe alcun obbligo da parte del governo federale di rispettarne l’esito. La Carta Costituzionale degli Stati Uniti, infatti, non prevede in alcun modo un percorso giuridicamente tracciato per secessione di uno Stato membro. Tale impedimento è rafforzato dalla sentenza della Corte Suprema del 1869, emessa dopo la Guerra Civile, che stabilì che l’adesione di uno Stato all’Unione è permanente e revocabile solo attraverso una rivoluzione o il consenso di tutti gli altri Stati. Anche se le probabilità di successo di Calexit sono estremamente basse, il movimento ha comunque già avuto un impatto significativo nel sollevare una discussione sul ruolo della California negli Stati Uniti e sulla crescente polarizzazione politica del Paese.

[di Stefano Baudino]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria