venerdì 31 Gennaio 2025

La vigilanza Rai sta bloccando l’iniziativa per dare spazio alle voci di pace

Garantire la presenza di almeno una voce pacifista nei dibattiti televisivi sulla guerra: è questo l’obiettivo della campagna #NoPeaceNoPanel, nata dall’appello “Diamo voce alla pace” e sostenuta da giornalisti, intellettuali, sindacati e associazioni pacifiste. Una proposta che si è però scontrata con l’immobilismo della Commissione di Vigilanza Rai, dove è ferma da mesi. Per questo motivo, nelle ultime ore è partita una mobilitazione sui social network per chiedere di sbloccarne l’approvazione. Come denunciano i promotori della campagna, la narrazione dominante nei media italiani è infatti affidata quasi esclusivamente ad analisti geopolitici, esperti militari ed ex ufficiali, mentre le associazioni pacifiste e i movimenti nonviolenti vengono regolarmente ignorati.

«In un momento segnato da conflitti come quello in Ucraina e nel Medio Oriente, il ruolo dei media diventa cruciale per costruire una cultura di pace – si legge nel comunicato diramato dalle associazioni promotrici dell’iniziativa –. Troppo spesso nei talk show e nei programmi di approfondimento l’analisi della guerra viene affidata unicamente a militari e analisti geopolitici, mentre esperti altrettanto competenti vengono sistematicamente esclusi perché promuovono le ragioni del dialogo e della nonviolenza». Mentre si attende un segnale da parte della Commissione, i promotori hanno avviato una mobilitazione sui social con l’hashtag #NoPeaceNoPanel, chiedendo a gran voce un confronto più ampio nei media sui conflitti in corso. L’iniziativa ha raccolto l’adesione di importanti realtà del mondo dell’informazione, tra cui l’Ordine dei Giornalisti, la Fnsi, l’Usigrai, la Cgil e Articolo21, oltre al sostegno di numerose associazioni pacifiste come la Comunità di Sant’Antonio Egidio, la Fondazione Perugia Assisi, Rete Italiana Pace e Disarmo, Archivio Disarmo e Un Ponte Per. Secondo gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Vigilanza Rai, lo stallo non è casuale, costituendo invece «il frutto del ricatto della maggioranza, che paralizza l’approvazione di qualsiasi atto non gradito, calpestando il pluralismo e il diritto dei cittadini a un’informazione equilibrata: una vergogna che stiamo denunciando senza mezzi termini».

La mobilitazione era stata lanciata lo scorso giugno dai giornalisti della RAI, con l’obiettivo di cambiare la narrazione realizzata quotidianamente dai media mainstream sulle guerre. L’iniziativa, lungi dal voler assumere posizioni puramente ideologiche, vuole soprattutto «garantire un contraddittorio» e «tornare a fare un’informazione sana», aveva spiegato il suo ideatore Max Brod. La proposta nasce sulla scia del panel organizzato dai firmatari della campagna “Diamo voce alla pace”, lanciata proprio da Brod nel 2022. Nel corso della presentazione dell’iniziativa, avvenuta il 25 giugno al Senato della Repubblica, il coordinatore nazionale di Rete Italiana Pace e Disarmo, Francesco Vignarca, aveva sottolineato come, a fronte della costante minaccia nucleare, «sentiamo tutti parlare di armi e guerra, tranne noi: la nostra esperienza su questi temi è sparita dall’orizzonte dell’informazione».

[di Stefano Baudino]

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