lunedì 3 Febbraio 2025

Quattro lupi, probabilmente avvelenati, sono stati trovati morti in Trentino

A Barco di Levico, in provincia di Trento, sono stati rinvenuti morti quattro lupi nei pressi di una pista ciclabile poco lontano dal fiume Brenta. Le analisi affidate all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale avranno il compito di stabilire la causa della morte. Tuttavia, l’ipotesi più accreditata, anche dallo stesso Corpo Forestale Trentino, è di avvelenamento, motivo per cui scatterà una denuncia contro ignoti. Nella zona gli incontri tra uomini e lupi sono sempre più frequenti e, in assenza di piani di gestione della fauna selvatica efficaci, stanno parallelamente aumentando i conflitti.

L’ultimo Rapporto Grandi Carnivori redatto dalla Provincia di Trento, risalente al giugno 2024, riferisce che la popolazione dei lupi è in leggero aumento in tutta Europa. Questo ha innegabilmente delle conseguenze sull’ecosistema montano, tra le quali per esempio la modifica dei comportamenti della fauna locale, quali per esempio quelli del cervo – e, di conseguenza, delle attività venatorie. La preoccupazione principale deriva dagli attacchi di questi predatori contro i capi di bestiame in alpeggio. Tuttavia, il Rapporto redatto dalla Provincia riferisce come, in media, il bestiame predato dai lupi costituisca lo 0,6% del totale di quello monticato e che l’81% degli attacchi è avvenuto in zone nelle quali erano assenti «opere funzionanti a protezione dei capi predati». A ciò andrebbe anche aggiunta una considerazione in merito al fatto che gli alpeggi si trovano esattamente nell’habitat nel quale vivono questi predatori. Nonostante ciò, nel 2023, con un provvedimento che autorizzava a procedere senza il parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Promozione e la Ricerca Ambientale), il presidente della Regione Fugatti aveva autorizzato l’abbattimento di due esemplari che avevano recato danni agli allevamenti – poi sospeso per l’intervento delle associazioni animaliste.

Le associazioni ambientaliste denunciano da tempo la mancanza di una politica strutturata che tuteli tanto le attività quanto la fauna selvatica. Massimo Vitturi, responsabile LAV (Lega Anti Vivisezione) Animali Selvatici, ha infatti criticato il silenzio di Fugatti sull’accaduto da parte del presidente della Regione Fugatti e commentato che l’assenza di indicazioni per portare a termine una pacifica convivenza tra animali selvatici e uomo ha indotto alla creazione di un clima da «Far West istituzionale», creando «un clima sociale predisposto alle soluzioni “fai da te”». «Continueremo a lavorare perché siano accertate eventuali responsabilità, anche indirette, della politica trentina nell’aver contribuito a creare un immotivato clima di allarmismo e caccia alla streghe nei confronti di orsi e lupi – ha riferito Vitturi – fin da quando, nel maggio del 2021, la precedente Giunta Fugatti rifiutò la proposta della nostra associazione di avviare un strutturato progetto di informazione con l’obiettivo di evitare possibili incidenti con gli orsi, quelli che poi si sono regolarmente realizzati negli anni successivi».

[di Valeria Casolaro]

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