martedì 11 Febbraio 2025

Il consumo di vino è nel mirino del “piano anticancro” della Commissione Europea

Nuove tasse sul vino per ridurre il rischio di cancro nella popolazione: è questa una delle misure che la Commissione Europea prevede di adattare nell’ambito del nuovo BECA (Beating Cancer Plan), il piano europeo anticancro. In Italia, dove il comparto vinicolo costituisce un settore economico strategico, la comunicazione ha scatenato la rabbia degli agricoltori e delle associazioni del settore. «Speravamo che la nuova Commissione incentrasse il suo lavoro su misure volte a rafforzare la competitività delle imprese, non a inasprire la tassazione e a creare nuove distorsioni nel mercato unico» ha commentato Paolo Castelletti, presidente dell’Unione Italiana Vini.

Attualmente, spiega il documento della Commissione, la Direttiva sulle aliquote dell’imposta sull’alcool prevede che il vino sia esente da accise, mentre queste esistono in misura ridotta per la birra e l’alcol etilico. Il vino e le altre bevande fermentate, spiega il testo della Commissione, sono infatti tassati in base al volume, mentre altre sostanze lo sono in base al contenuto di alcol. Tuttavia, in ragione del fatto che «il mercato sta cambiando» e che «stanno comparendo nuovi vini industrializzati e bevande alcoliche pronte da bere», il sistema di tassazione, secondo l’UE, andrebbe modificato. In particolare, «per riflettere questi cambiamenti è necessaria una valutazione approfondita della Direttiva delle aliquote dell’imposta sull’alcol», contenuta proprio all’interno del nuovo Piano sul Cancro. «La valutazione valuterà i risultati della direttiva rispetto ai criteri di efficacia, efficienza, pertinenza, coerenza e valore aggiunto dell’UE e servirà da base per le future azioni politiche», riporta la Commissione.

Come sottolinea UIV, il settore vinicolo vale in Europa oltre 100 miliardi di euro e milioni di posti di lavoro. In Italia, dove la produzione di vino costituisce una grossa parte del patrimonio socioculturale, oltre che economico, i viticoltori e le associazioni del settore sono già in stato di preallerta. Coldiretti riferisce di essere pronta a «scendere in piazza per tutelare i 240 mila viticoltori italiani che offrono opportunità di lavoro lungo la filiera per 1,3 milioni di occupati». Il direttore dell’associazione, Ettore Prandini, definisce le misure europee «puramente ideologiche» e, pur riconoscendo l’importanza dell’adozione di misure che promuovano uno stile di vita sano, sottolinea come il vino in Italia sia prima di tutto «un prodotto agricolo», oltre che rappresentare «cultura, tradizione, identità, parte integrante della nostra storia e del nostro territorio».

Non è la prima volta che l’Unione Europea ipotizza l’adozione di misure restrittive nei confronti del consumo di vino: già tre anni fa, infatti, si ipotizzò di applicare sulle etichette dei vini il “bollino nero” del sistema di etichettatura a semaforo Nutri-Score, per segnalare l’estrema nocività del prodotto. Nel 2023, poi, l’UE appoggiò l’iniziativa irlandese di aggiungere all’etichetta delle bottiglie avvisi sul rischio di ammalarsi di cancro simili a quelli apposti sui pacchetti di sigarette.

[di Valeria Casolaro]

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