Il presidente statunitense Donald Trump ieri ha tenuto conversazioni telefoniche prima con il capo russo, Vladimir Putin, e poi con quello ucraino, Volodymyr Zelensky, escludendo di fatto le nazioni europee dalle trattative per la pace tra Russia e Ucraina. Uno smacco per l’Ue che ha rivendicato, per ora senza successo, un ruolo centrale al tavolo dei negoziati, in nome della sicurezza europea. Secondo quanto riportato dallo stesso Trump, i colloqui telefonici hanno gettato le basi per avviare i negoziati e porre fine alla guerra in Ucraina che va avanti ormai da tre anni: «Penso che siamo sulla strada giusta per ottenere la pace. Penso che il Presidente Putin voglia la pace, il Presidente Zelensky voglia la pace e io voglio la pace. Voglio solo vedere che la gente smette di essere uccisa», ha affermato l’inquilino della Casa Bianca, aggiungendo che anche il capo del Cremlino desidera porre fine velocemente alla guerra. «Lui vuole che finisca. Non vuole finirla e poi tornare a combattere sei mesi dopo», ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale. Dopo la telefonata con Putin, durata più di un’ora, il presidente americano ha parlato anche con il presidente ucraino. «Ho avuto una conversazione significativa con @POTUS (President of The United States [n.d.r.]). Abbiamo parlato delle opportunità per raggiungere la pace, discusso della nostra disponibilità a lavorare insieme, e delle capacità tecnologiche dell’Ucraina, compresi i droni e altre industrie avanzate», ha scritto Zelensky su X.
Parlando direttamente con Putin e Zelensky, il presidente statunitense ha di fatto tagliato fuori le nazioni europee dalla preparazione agli accordi per una futura pace. Cosa che ha infastidito i governi europei, in particolare Gran Bretagna, Francia e Germania. I rappresentanti delle principali nazioni europee hanno dichiarato mercoledì che avrebbero dovuto prendere parte a qualsiasi futura negoziazione sul destino dell’Ucraina e che solo un accordo equo con garanzie di sicurezza avrebbe assicurato una pace duratura. Hanno, inoltre, affermato di essere pronti a sostenere ancora l’Ucraina per metterla in una posizione di forza. Tuttavia, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, rispondendo a una domanda della stampa, ieri ha dichiarato che «non ci sono nazioni europee attualmente coinvolte». Una vera e propria sconfitta per l’Ue, estromessa dalle trattative su una guerra che ha luogo proprio nel cuore dell’Europa e dovuta alla sua mancanza di autonomia sul piano geopolitico e alla sua debolezza economico-politica.
I colloqui telefonici sono avvenuti dopo che il segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, aveva dichiarato che Kiev avrebbe dovuto rinunciare ai suoi obiettivi di unirsi alla NATO e di riconquistare tutto il territorio occupato dalla Russia, segnando un cambiamento radicale nell’approccio di Washington al conflitto rispetto all’amministrazione precedente. «Vogliamo, come voi, un’Ucraina sovrana e prospera. Ma dobbiamo iniziare riconoscendo che tornare ai confini dell’Ucraina pre-2014 è un obiettivo irrealistico», ha detto Hegseth durante un incontro presso la sede della NATO a Bruxelles, aggiungendo anche che «Inseguire questo obiettivo illusorio non farà che prolungare la guerra e causare più sofferenza». Il segretario alla Difesa ha poi spiegato che qualsiasi pace duratura deve includere «robuste garanzie di sicurezza per assicurare che la guerra non ricominci», affermando però che le truppe statunitensi non saranno dispiegate in Ucraina come parte di tali garanzie. In un post sulla sua piattaforma social, Trump ha affermato che il Segretario di Stato Marco Rubio, il Direttore della CIA John Ratcliffe, il Consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz e l’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff avrebbero guidato i negoziati per porre fine alla guerra.
La trasformazione inevitabile dei confini dell’Ucraina e l’impossibilità della sua adesione alla NATO sono le grandi novità che al momento sembrano emergere dai colloqui telefonici e dalle dichiarazioni dei funzionari statunitensi. Ma l’elemento più significativo è la sconfitta dell’Unione Europea, destinata a un ruolo irrilevante in un contesto in cui vengono potenzialmente ridefiniti i rapporti di forza e gli equilibri internazionali.
[di Giorgia Audiello]
Adesso parlano di architettura di sicurezza…
Ma dove erano quando Putin ne ha parlato nel 2008?
Bene così. Un modo saggio e una risoluzione realistica politica per evitare altri lutti e dolori mentre i caldi e ben pasciuti culi degli europei disquisiscono sulla pelle degli altri. Non cè l’Europa ? Se lo merita. Ci sono più guerrafondai in Francia, in Germania e soprattuttoo in Inghilterra che in America. Ora stiamo a guardare, come era previsto. Fallimento totale della diplomazia europea affidata alla Kallas, non la cantante Callas, ma la prima ministra della Lettonia, paese che ha meno abitanti dii Berlino. Vi basta?