sabato 15 Febbraio 2025

Il 2024 è stato un anno nero per la produzione industriale italiana

A dicembre si è registrato un netto crollo della produzione industriale italiana, con una eccezione solo per quanto riguarda il comparto alimentare. Secondo i dati Istat, nel mese di dicembre si è registrato un calo del 7,1% su base annua (solo ai tempi del Covid si erano registrati risultati peggiori) e del 3,1% rispetto a novembre. A trainare il crollo della produttività industriale sono, in particolare, due settori: quello automobilistico e quello della moda. Salgono così a 23 i mesi di caduta consecutiva nel dato tendenziale, secondo quanto riporta Il Sole 24 ore. In termini di incassi, la diminuzione della produttività è costata al settore manifatturiero ben 42 miliardi di euro e dal lato produttivo si traduce in una frenata media del 3,5%, secondo arretramento annuo consecutivo dopo il – 2% del 2023. «Nell’ambito della manifattura, solo le industrie alimentari, bevande e tabacco sono in crescita rispetto all’anno precedente, mentre le flessioni più marcate si rilevano per industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori e fabbricazione di mezzi di trasporto», ha commentato l’Istat.

Secondo l’ufficio di Statistica italiana, a fine 2024 l’utilizzo della capacità produttiva si è ridotta al di sotto del 75%, eguagliando solo quanto successo in pieno periodo Covid, durante il terzo trimestre del 2020. Inoltre, oltre un quarto delle aziende ritiene insufficiente la domanda: si tratta di livelli doppi rispetto alle medie storiche di questo indicatore. La domanda è debole anche dal lato degli investimenti: il mercato interno dei produttori di macchinari, ad esempio, è in riduzione del 17,4% nelle stime Federmacchine, pari a un calo di oltre cinque miliardi nel 2024. A trainare il crollo produttivo sono soprattutto il settore auto e moda: per quanto riguarda il primo, l’attività di produzione risulta quasi dimezzata (- 43%), mentre relativamente alla seconda, il tessile abbigliamento ha registrato una frenata del 18%. In calo anche il settore metallurgico, insieme a macchinari e legno-carta che registrano una diminuzione di oltre il 9%. Tra i settori manifatturieri in senso stretto non si registra alcun dato positivo. A dicembre solo i comparti dell’energia elettrica e dell’attività estrattiva hanno segnato dati positivi.

A frenare la produttività italiana è in particolare la recessione dell’economia tedesca, che genera effetti a catena sugli acquisti delle merci italiane. Ciò ha provocato 3,6 miliardi di perdite in export nei primi 11 mesi del 2024. Si tratta del risultato della riduzione delle importazioni tedesche dal mondo, in calo del 2,8% nel 2024, così come in calo di un punto è stato l’export di Berlino. Il Pil tedesco ha chiuso il 2024 con il segno meno per il secondo anno consecutivo, esito di un’economia ferma in termini produttivi, su cui pesa soprattutto la crisi dell’auto. Le difficoltà in cui versa il marchio storico Volkswagen possono essere considerate il simbolo della sofferenza dell’economia teutonica. La Germania ha visto un declino accelerato della sua economia soprattutto in seguito all’interruzione dei rapporti energetici con la Russa, da cui importava la metà del suo fabbisogno energetico a prezzi competitivi. Le pressioni USA in tal senso e la sostituzione delle forniture russe con il più costoso GNL (gas naturale liquefatto) americano, insieme alla concorrenza asiatica e americana e agli alti costi della transizione all’elettrico, hanno decretato il crollo della più grande economia europea, con inevitabili conseguenze anche per gli altri Paesi. L’Italia, in particolare, che intrattiene rapporti economici e commerciali con le industrie tedesche, non ha tardato a sentire gli effetti della contrazione tedesca, registrando a sua volta un duro crollo della produttività.

[di Giorgia Audiello]

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2 Commenti

  1. Scrissi a giugno 2023 che entro la fine del 2024, inizieremo a risentire le difficoltà dell’occupazione (drastica riduzione del PIL) sia per la lauta disindustrializzazione europea (Elkann come tutte le altre Multinazionali USA che si sono impossessate, con la complicità dei governi europei, di tutte le imprese e gruppi industriali strategici dei vari paesi d’Europa.
    Difficoltà che si aggraveranno sul medio-lungo termine (essendo un assestamento strutturale industriale) alla cui grave recessione in corso, seguirà inevitabilmente una lunga depressione che dimezzerà il livello di vita degli europei.
    Sono da complimentare i valori e ideali dei politici che hanno portato i loro paesi rispettivi dalla prosperità alla povertà ma anche la maggioranza dei cittadini caproni le cui affermazioni si limitano ad un: “E che ci possiamo fare?”.

  2. Tutto quello che avete scritto dipende da UNA sola cosa: la profonda “intelligenza” della UE. Infatti mentre qui si parla di vietare l’elettrico in Cina hanno appena costruito il motore DIESEL più efficiente di SEMPRE. Infatti in Cina non VIETANO e nemmeno obbligano, cose che non si dovrebbero MAI FARE in economia, in economia bisogna rendere CONVENIENTE comprare un prodotto, e infatti in Cina il rapporto colonnine di ricarica /parco auto elettrico è BEN 4 VOLTE quello dell’Italia e ogni mese installano migliaia di colonnine. https://www.clubalfa.it/automobili/la-cina-leader-anche-nel-diesel-weichai-presenta-il-motore-piu-efficiente-di-sempre-12191/

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