sabato 15 Febbraio 2025

Documenti svelano progetti di interferenza USA in Iran

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per anni ha finanziato, attraverso il fondo Near East Regional Democracy (NERD), un programma per influenzare la politica dell’Iran, volto – in ultima istanza – a rovesciare il governo di Teheran. È quanto emerge da documenti riservati e da un rapporto intitolato “U.S. Foreign Assistance to the Middle East: Historical Background, Recent Trends, and the FY2024 Request” (Assistenza estera degli Stati Uniti al Medio Oriente: retroterra storico, tendenze recenti e richieste per l’anno fiscale 2024). Nel rapporto si legge che “Per l’anno fiscale 2024, l’amministrazione Biden ha richiesto 65 milioni di dollari per NERD (10 milioni di dollari in più rispetto al livello effettivo dell’anno fiscale 2022 e al livello richiesto per l’anno fiscale 2023 di 55 milioni di dollari) per promuovere una società civile vivace, aumentare il libero flusso di informazioni e promuovere l’esercizio dei diritti umani, inclusi almeno 16,75 milioni di dollari per la libertà di Internet”. Si specifica anche che “A causa dell’ostilità tra Stati Uniti e Iran e della visione del governo iraniano del NERD come mezzo per finanziare un cambio di regime, i programmi vengono svolti tramite formazione in paesi terzi e formazione online e contenuti multimediali. Il governo degli Stati Uniti non rende pubblici le attività e i beneficiari del NERD a causa dei rischi per la sicurezza posti dal governo iraniano”. Si tratta, dunque, di programmi portati avanti contro la volontà del governo di un Paese sovrano.

Nel rapporto in questione, è presente una tabella che riassume le disposizioni relative al Medio Oriente e al Nord Africa (MENA) contenute nei testi di legge della Camera e del Senato USA e nelle relazioni di accompagnamento. Per quanto riguarda l’Iran si legge che “I fondi stanziati nell’ambito dei programmi diplomatici, dell’ESF e dei conti NADR Non-Proliferation, AntiTerrorism, Demining and Related Programs) saranno resi disponibili per sostenere: (1) la politica degli Stati Uniti per impedire all’Iran di raggiungere la capacità di produrre o altrimenti ottenere un’arma nucleare; (2) una risposta rapida a qualsiasi violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; (3) l’attuazione, l’applicazione e il rinnovo delle sanzioni contro l’Iran; e (4) i programmi per la democrazia in Iran, eufemismo per indicare un cambio del sistema di governo e del governo stesso. Il programma USA per l’Iran si preoccupa anche del libero accesso a Internet, sottolineando che “Il Comitato prende atto delle rapide restrizioni di Internet, della censura dei contenuti e delle interruzioni della rete mobile imposte dal governo iraniano in seguito all’inizio delle proteste a livello nazionale nel settembre 2022. Il Comitato sostiene la continua partnership tra il Dipartimento di Stato, l’Agenzia statunitense per i media globali, l’Open Technology Fund e altri dipartimenti e agenzie per implementare la strategia completa per promuovere l’accesso alla libertà di Internet in Iran, come richiesto dalla sezione 414 dell’Iran Threat Reduction and Syria Human Rights Act del 2012 (Legge pubblica112–159)”. Il libero accesso a Internet rende più facile la divulgazione della propaganda contro il regime degli ayatollah e l’eventuale organizzazione di proteste, sulla scia delle rivoluzioni colorate messe in atto in est Europa dalle ONG occidentali.

Da documenti trapelati di recente, visionati dal sito specializzato in Medio Oriente The Cradle, emerge la presenza di finanziamenti all’opposizione iraniana. Il NERD ha invitato i candidati a “proporre attività” che avrebbero “rafforzato gli sforzi della società civile per organizzarsi attorno a questioni di importanza per il popolo iraniano durante il periodo elettorale e per chiedere conto ai leader eletti e non eletti delle richieste dei cittadini”. L’obiettivo era inoltre quello di istruire i cittadini sui presunti “difetti dei processi elettorali iraniani” e porre particolare enfasi “allo sviluppo di strategie e attività che aumentassero la partecipazione delle donne nella società civile, nella difesa dei diritti, nello stato di diritto e negli sforzi di buona governance”. Il documento afferma di voler coltivare “un governo iraniano più reattivo e responsabile che sia internamente stabile ed esternamente un membro pacifico e produttivo della comunità delle nazioni”. Tradotto, un governo incline a assecondare i progetti di Washington in Medio Oriente e nel mondo.

NERD non è l’unico canale attraverso cui gli USA hanno esercitato ingerenze in Iran: il National Endowment for Democracy (NED), ad esempio, ha investito almeno 4,6 milioni di dollari in 51 diversi progetti in Iran tra il 2016 e il 2021, come mostrano i registri pubblici ora archiviati. Queste attività potrebbero avere influito sui disordini di massa del 2022 in Iran, anche perché la stessa NED, una settimana dopo l’inizio delle dimostrazioni, ha incoraggiato chiunque fosse interessato alla “copertura delle crescenti proteste” a seguire l’Abdorrahman Boroumand Center, organizzazione non governativa senza scopo di lucro dedicata alla promozione dei diritti umani e della democrazia in Iran, sovvenzionata proprio dal NED.

Programmi analoghi a quello iraniano sono presenti in tutto il Medio Oriente, ma una particolare attenzione è dedicata al regime degli ayatollah, considerato il più strenuo oppositore di Washington nella regione. Recentemente, dopo che Trump ha annunciato lo smantellamento dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) – strumento per esercitare ingerenze all’estero – l’agenzia di stampa statale iraniana IRNA ha affermato che “tagliare il bilancio dell’opposizione estera” potrebbe influenzare positivamente “la sfera delle relazioni” tra Teheran e Washington.

[di Giorgia Audiello]

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