giovedì 20 Febbraio 2025

Milleproroghe, un emendamento punta a dotare di taser tutti i poliziotti

Un altro passo avanti verso l’estensione dell’uso del taser da parte delle forze dell’ordine. Con un emendamento al decreto Milleproroghe, che ha ottenuto il semaforo verde al Senato e che ora dovrà ottenere l’ok di Montecitorio, la Lega ha ottenuto il via libera per dotare della pistola elettrica anche la Polizia Locale di tutti i Comuni italiani, senza più distinzioni legate al numero dei loro abitanti. Una misura che il Carroccio definisce «di buonsenso» per garantire maggiore sicurezza nelle città e nelle piccole realtà del Paese, sebbene sia l’ONU che Amnesty International abbiano classificato il taser come un vero e proprio “strumento di tortura”.

La proposta di modifica al decreto era stata approvata la scorsa settimana in Commissione affari costituzionali a Palazzo Madama. E, se la Camera apporrà il suo timbro definitivo, tutti i Comuni – non solo i capoluoghi di provincia o quelli con più di 20mila abitanti – potranno dotare la Polizia Municipale di questo strumento. La misura sarà sperimentale fino alla fine dell’anno. Una modifica non scontata, considerando che l’emendamento era stato inizialmente dichiarato inammissibile prima di essere recuperato grazie a un ricorso. L’ampliamento dell’uso del taser ha seguito una traiettoria progressiva negli ultimi anni. Introdotto nel 2018 con i decreti Sicurezza dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, il dispositivo era inizialmente riservato alle sole Città metropolitane e ai Comuni con più di 100mila abitanti. Successivamente, con il decreto legge PA dello scorso anno, un emendamento sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia aveva abbassato la soglia, consentendone l’utilizzo anche nei centri con oltre 20mila abitanti. Ora, grazie all’intervento nel Milleproroghe, la misura viene estesa a tutti i Comuni, eliminando di fatto ogni limitazione demografica.

Il taser è stato introdotto per la prima volta nel 2004 in Regno Unito (lo stesso anno venne adottato anche dalla polizia francese), affidato all’uso esclusivo degli agenti in Inghilterra e in Galles. Questi potevano usufruirne per un numero limitato di operazioni, e più in generale, solo in caso di estremo pericolo per la propria vita o per la sicurezza pubblica. Per la giurisdizione si tratta infatti di una vera e propria arma – seppur non letale -, che si aziona premendo il grilletto. Dal click si diramano dal corpo della pistola due “dardi” collegati a fili conduttori che trasmettono una scarica di 63 microcoulomb di elettricità per 5 secondi. I muscoli della persona colpita si paralizzano all’istante, anche se la mente rimane lucida e in grado di ascoltare. Ma il corpo è di fatto immobile. Tale effetto dovrebbe svanire in poco tempo, permettendo al soggetto di recuperare una normale forma fisica. Tuttavia, indipendentemente dalle condizioni della “vittima”, gli agenti sono obbligati a richiedere l’intervento del personale sanitario. Secondo vari studi, la pistola elettrica sarebbe inefficace e controproducente. L’Università di Cambridge ritiene che in realtà il taser abbia aumentato (quasi raddoppiato) il rischio che la polizia usi la violenza e che gli agenti vengano aggrediti. Anche la sua pericolosità è data sostanzialmente per assodata: la stessa ditta produttrice riconosce un rischio di morte dello 0,25%.

In tutto il mondo, la questione delle morti correlate all’uso del taser da parte delle forze dell’ordine è oggetto di dibattito e preoccupazione. È così anche in Italia, dove vari episodi hanno destato allarme. Nel novembre del 2022, a Selva Candida – in zona Boccea – un 43enne aveva perso il controllo e iniziato a danneggiare l’appartamento di un amico, che ha chiamato i carabinieri. All’arrivo dei militari l’uomo li aveva prima aggrediti e poi, dopo aver ricevuto un colpo di taser, aveva cercato di fuggire attraverso giardini comunicanti. Da lì a poco aveva perso i sensi ed era deceduto dopo essersi accasciato a terra. Poi, lo scorso luglio, a Bolzano, un uomo in stato di agitazione aveva chiamato il 112 per segnalare presenze fuori dalla sua stanza: all’arrivo di carabinieri e personale sanitario, la persona aveva tentato di aggredire i carabinieri, venendo fermato e immobilizzato con il taser. Dopo la scossa elettrica, aveva accusato un malore, per poi morire a causa di un arresto cardiocircolatorio. Pochi giorni fa, sulla base del risultato dell’autopsia, la Procura ha asserito che l’uomo sarebbe deceduto a causa della «assunzione di cocaina che ha comportato un evento cardiaco acuto di tipo aritmico o vasospastico», ritenendo «altamente improbabile un ruolo del taser nel decesso».

[di Stefano Baudino]

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2 Commenti

  1. Il taser è più pericoloso di una pistola. Un poliziotto ben addestrato può intenzionalmente ferire con una pistola un’ aggressore senza la volontà di uccidere. Un poliziotto poco addestrato, non in grado di valutare il reale grado di aggressività di un comune cittadino, magari iperteso o cardiopatico, con un taser lo spedisce al Creatore. Ma è noto che il politico medio, medio nel senso di mediamente intelligente, non è in grado di porsi tali problemi.

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