giovedì 20 Febbraio 2025

Nuovi OGM: centinaia di organizzazioni chiedono all’UE di fermare la deregolamentazione

Oltre 200 organizzazioni hanno espresso la loro totale opposizione a una proposta di deregolamentazione sui nuovi OGM avanzata in sede europea. I Paesi europei stanno discutendo una nuova proposta di legge di vasta portata sugli organismi geneticamente modificati (OGM) e le piante selvatiche prodotte con nuove tecniche di editing genetico (NGT), ovvero i così detti “nuovi OGM”. Così come i vecchi, i nuovi, gli NGT, saranno coperti da brevetti. Se la proposta dovesse essere attuata, la legge aumenterà il controllo di una manciata di aziende rispetto agli agricoltori, limitando e controllando la circolazione del materiale genetico per allevatori e vivaisti. Come denunciano le organizzazioni firmatarie della dichiarazione congiunta, la proposta di legge prevede anche la non tracciabilità nei prodotti alimentari. Nel documento è spiegato che una tale deregolamentazione dei “nuovi OGM” avrebbe notevoli impatti socioecologici.

La discussione riguardo il tema dei nuovi OGM è in stallo da svariati mesi. La proposta di escludere le colture create con Nuove Tecniche Genomiche dalla regolamentazione sugli OGM prevista nel 2001 risale al 2021; lo scorso anno, il Parlamento UE aveva adottato il suo mandato per i negoziati con gli Stati Membri – per il quale era stato decisivo il voto italiano -, passando così la palla ai singoli ministri dell’Agricoltura, i quali tuttavia non hanno una posizione comune in merito. Ora, dopo aver assunto la presidenza di turno del Consiglio UE il 1° gennaio di quest’anno, la Polonia ha avanzato una proposta che mira a semplificare le procedure, creando una categoria apposita per queste colture che le renda esenti dalla regolamentazione prevista per i “vecchi” OGM.

Le oltre duecento organizzazioni di vario genere, tra piccole e medie imprese del settore alimentare e organizzazioni della società civile, si dicono profondamente preoccupate per i tentativi di accelerare il raggiungimento di un accordo in sede di Consiglio e per i negoziati tra Consiglio e Parlamento europeo, alla luce dei potenziali rischi dei “nuovi OGM” per la salute umana oltre che per la natura delle numerose questioni irrisolte come brevetti, metodi di identificazione e rilevamento, prezzo delle sementi, diversità delle sementi, coesistenza, impatti socioeconomici negativi e aumento del controllo aziendale sulla filiera alimentare.

Le organizzazioni denunciano che una tale deregolamentazione causerà problemi agli agricoltori. Tra i problemi viene inclusa la biopirateria e la privatizzazione dei semi così come l’aumento del rischio di azioni legali contro gli agricoltori da parte dell’industria dei brevetti. Tale eventualità darà vita ad un settore in cui si opera nell’incertezza continua di rivendicazioni di violazione di brevetti, di oneri amministrativi dovuti all’incertezza legale (costante vigilanza legale), aumento dei costi di produzione, rischio di perdere la propria attività. La proposta è anche una minaccia per i diritti esistenti degli agricoltori di conservare, utilizzare, riutilizzare e scambiare i propri semi. Senza dimenticare che la riduzione della varietà di semi porta a problematiche di scarsa biodiversità.

Le organizzazioni chiedono ai Paesi europei di proteggere i piccoli coltivatori e le piccole aziende così come l’ecosistema in cui viviamo. «Tutti i nuovi OGM devono rimanere coperti da una valutazione dei rischi e dei metodi di monitoraggio, identificazione e rilevamento, e tracciabilità ed etichettatura lungo la catena alimentare».

[di Michele Manfrin]

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