L’architetto Francis Kéré ha svelato il progetto per il mausoleo dedicato all’ex presidente Thomas Sankara a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. Il mausoleo fa parte di un progetto più ampio: il Thomas Sankara Memorial, ideato dall’attuale presidente, Ibrahim Traoré. Il progetto intende mantenere il ricordo dell’ideale antimperialista e anticoloniale di Sankara, punto di riferimento per l’intero continente africano. Sankara, ucciso in un colpo di Stato il 15 ottobre 1987, invitava i popoli africani a spezzare le catene fisiche e mentali del colonialismo e a percorrere la propria via di sviluppo, secondo le proprie tradizioni e culture. La memoria di Sankara da ormai 40 anni è considerata un faro per i movimenti panafricani e, dopo lunghi decenni di oblio, il nuovo governo del Burkina – attivamente impegnato in una lotta per liberarsi dal dominio post coloniale – ha rimesso la memoria dell’ex leader al centro del proprio discorso pubblico.
Il mausoleo, ha spiegato l’ingegnere civile Nataniel Sawadogo, che si è occupato del progetto, è costruito interamente con laterite di terra, in modo che l’interno rimanga fresco senza l’utilizzo di aria condizionata. Si tratta di un materiale ampiamente usato in Burkina Faso anche dalla popolazione, ad esempio per raffreddare l’acqua. Francis Kéré, l’architetto, intende così dimostrare che l’utilizzo delle tecniche e delle conoscenze tradizionali può risolvere diversi problemi ecologici, oltre che sociali. Il mausoleo, dedicato alla memoria di Sankara e dei suoi 12 aiutanti, fa parte di un progetto più ampio, il Thomas Sankara Memorial, ideato dal presidente del Burkina Faso, Ibrahim Traoré. Il sito intende «riflettere la genesi della rivoluzione», intesa come «cambiamento di direzione e di status quo», ma anche «intrisa di ambiguità», allo stesso tempo «rinnovamento come necessità e implicazione di rottura, a volte pacifica, ma spesso brutale». Lo sviluppo degli edifici, dunque, punta a tenere insieme questa duplice natura integrando la struttura nel paesaggio esistente. Costruire il mausoleo è la prima fase del progetto. Il sito di 14 ettari è visto con un luogo di «vita e di raccolta», dove si possa studiare, si possano celebrare matrimoni e conoscere gli ideali della rivoluzione di Sankara.
Nel cuore del memoriale sarà conservato l’edificio dove ha avuto luogo l’attacco che ha ucciso Sankara, affinchè possa «appartenere alla gente». Affinchè questo venga identificato dai cittadini come luogo di riferimento, intorno ad esso verrà costruita una torre alta 87 metri, la cui posizione rispetto allo skyline di Ouagadougu servirà per «ricordare l’atteggiamento di rottura, la postura orgogliosa e la resilienza di Sankara». Proprio in questi giorni sono stati reperiti 571 documenti d’archivio, 159 foto digitali, 110 foto analogiche e cinque statuette relative a Sankara nell’agosto 1983. Questi oggetti sono stati raccolti dal National Archives Center e consegnati al Ministero della Cultura a beneficio dell’Unità di gestione del Thomas Sankara Memorial Infrastructure Construction Project. «Nessuno può svilupparsi senza conoscere la propria storia», ha sottolineato Samuel Kalkumdo, consigliere speciale del presidente.
Sankara è stato un leader carismatico per tutta l’Africa nella sua battaglia antimperialista e anticolonialista. Cambiò il nome di Alto Volta in Burkina Faso e governò per quattro anni fino al giorno della sua morte. Sankara si impegnò per eliminare la povertà attraverso il taglio degli sprechi statali e la soppressione dei privilegi delle classi agiate. Finanziò un ampio sistema di riforme sociali incentrato sulla costruzione di scuole, ospedali e case per la popolazione in estrema povertà. Cercò di decolonizzare il suo Paese tanto nella realtà pratica quanto nel pensiero. Il suo rifiuto di pagare il debito estero di epoca coloniale, insieme al tentativo di rendere il Burkina Faso autosufficiente e libero da importazioni forzate, attirò l’ira degli Stati Uniti. Così, il 15 ottobre 1987, Sankara fu ucciso. Subito dopo, il suo vice Blaise Compaorè si autoproclamò presidente al suo posto, pienamente appoggiato dalle potenze occidentali, rimanendo in carica dal 1987 al 2014.
Il 6 aprile del 2022, un tribunale militare di Ouagadougou ha condannato Compaoré all’ergastolo per aver contribuito attivamente all’omicidio di Thomas Sankara. Insieme a Compaoré, condannato in contumacia, sono stati condannati all’ergastolo anche Hyacinthe Kafando, all’epoca a capo della sicurezza e Gilbert Diendéré, un ex comandante accusato di aver partecipato in prima persona all’uccisione di Sankara. Sono state condannate anche altre otto persone, con pene che oscillano tra i tre e i venti anni di carcere, mentre tre imputati sono stati completamente assolti.
[di Michele Manfrin]
Il coraggio di opporsi al colonialismo imperante che prosciugava le risorse del suo paese e di tutta l’Africa, le riforme attuate in tutti campi, ponendo una grande attenzione anche al ruolo delle donne che era stato sempre relegato e subalterno all’uomo, lo proclamano come uno dei più grandi rivoluzionari della Storia. Chapeau!!!