Dai colloqui svoltisi ieri a Riad tra gli alti funzionari di Russia e USA è emersa la volontà delle due superpotenze di ripristinare i contatti politico-diplomatici ed economici dopo l’interruzione di tutti i rapporti nel 2022 in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina, lavorando allo stesso tempo a un accordo di pace che ponga fine alla guerra, iniziata ormai quasi tre anni fa. Si tratta di una radicale inversione di tendenza rispetto alla precedente amministrazione Biden, il cui principale obiettivo era stato quello di isolare Mosca a livello internazionale e durante la quale i rapporti tra il Cremlino e la Casa Bianca hanno raggiunto il livello più basso dai tempi della Guerra Fredda. All’incontro nella capitale dell’Arabia Saudita, durato quattro ore e mezza, si sono incontrati il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il suo omologo russo Sergey Lavrov. Con loro erano presenti anche il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Waltz e l’inviato speciale statunitense per il Medio Oriente, Steven Witkoff, il consigliere per gli affari esteri del presidente russo Vladimir Putin, Yuri Ushakov, e il direttore del Russian Direct Investment Fund (RDIF) Kirill Dmitriev.
Rubio ha reso noto che le due parti hanno stabilito di perseguire tre obiettivi fondamentali: ripristinare il personale nelle rispettive ambasciate a Washington e Mosca, creare una squadra di alto livello per supportare i colloqui di pace con l’Ucraina, rinsaldare le relazioni avviando una cooperazione economica. «La conversazione è stata molto utile» ha dichiarato Lavrov, facendo eco a Rubio e aggiungendo di avere «motivo di credere che la parte americana abbia iniziato a comprendere meglio la nostra posizione». L’incontro è servito anche a preparare l’incontro tra Trump e Putin che potrebbe aver luogo già a fine febbraio, anche se la data non è ancora stata concordata. Lo stesso presidente americano ha detto che i colloqui di Riad «sono andati molto bene e ora sono più fiducioso di prima, perché la Russia vuole mettere fine alla guerra».
Tra i principali interessi delle due potenze, c’è quello di rinsaldare la cooperazione economico-commerciale e di porre fine alla guerra in Ucraina, in quanto ciò potrebbe «sbloccare la porta» a «incredibili opportunità» di collaborare con i russi su questioni di interesse comune «che si spera saranno positive per il mondo e miglioreranno anche le nostre relazioni a lungo termine», ha spiegato Marco Rubio. Lo stesso ha anche affermato che verranno istituite squadre di alto livello da parte di entrambe i Paesi per avviare i colloqui e porre fine al conflitto. Da parte sua, la Russia ha ribadito di non poter tollerare la possibilità che l’Ucraina entri nell’Alleanza Atlantica, e ha chiesto, dunque, di revocare la promessa del 2008 di ammettere un giorno l’Ucraina nell’alleanza militare (NATO): «Abbiamo spiegato oggi ai nostri colleghi ciò che il Presidente (Vladimir) Putin ha ripetutamente sottolineato: che l’espansione della NATO, l’assorbimento dell’Ucraina nell’Alleanza del Nord Atlantico, rappresentano una minaccia diretta agli interessi della Federazione Russa, una minaccia diretta alla nostra sovranità», ha affermato Lavrov. Allo stesso tempo, la delegazione russa non ha fatto concessioni di alcun tipo e il ministro degli Esteri russo ha dichiarato che Mosca non accetterà l’invio di truppe NATO nel Paese, qualunque sia la bandiera sotto cui operano. «Certamente, per noi questo è inaccettabile», ha commentato. Inoltre, secondo quanto riferito dalla Tass, le discussioni hanno probabilmente toccato la stabilità strategica, in particolare alla luce della cessazione del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) nel 2019.
Grandi esclusi dai colloqui risultano l’Ucraina e l’UE, irritate dal mancato coinvolgimento nelle trattative. Kiev ha detto che i piani per porre fine alla guerra non dovrebbero essere fatti senza i rappresentanti ucraini e il presidente Volodymyr Zelensky ha rimandato il suo viaggio in Arabia Saudita, previsto ieri, per non legittimare l’incontro tra USA e Russia. Tuttavia, alle obiezioni sul mancato coinvolgimento di Kiev ai colloqui, il capo della Casa Bianca ha risposto che gli ucraini hanno avuto tempo tre anni, e molto più tempo prima dello scoppio della guerra nel 2022, per trovare un accordo: «questo problema si sarebbe potuto risolvere molto facilmente. Sarebbe bastato anche uno scarso negoziatore, avrebbe potuto dire questo anni fa, evitando la perdita di territori e vite umane», ha detto Trump. Inoltre, l’inquilino della Casa Bianca ha affermato che «In Ucraina non si tengono elezioni da molto tempo. C’è la legge marziale e Zelensky ha il 4% nei sondaggi. Si capisce, perché il suo paese è distrutto, come e peggio di Gaza». Ciò significa che se Kiev vuole sedersi al tavolo delle trattative deve tenere nuove elezioni.
La strada verso i negoziati è, dunque, ancora lunga, ma sono state poste le basi per il raggiungimento di una stabilità tra Russia e USA che potrebbe agevolare la risoluzione del conflitto. Uno scenario che vede protagoniste le grandi potenze, escludendo, invece, le nazioni che finora hanno seguito pedissequamente le indicazioni della precedente amministrazione Biden. Lo stesso Lavrov ha dichiarato che «è necessario ripulire l’eredità dell’amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi».
[di Giorgia Audiello]
Dobbiamo cacciare questa classe dirigente impresentabile ignorante corrotta e inetta. Non devono cavarsela come niente fosse dopo averci portato a fare e perdere una guerra contro i nostri interessi e contro ogni logica.
Speriamo che i burattini della Corte dell’Aia vengano tutti mandati a casa e arrivino Giudici Veri che sappiano mandare a Norimberga i leader Europei che hanno rischiato le guerra nucleare che avrebbe distrutto il Mondo per obbedire ad un totale demente.
Per me che sono, sono stato e sarò sempre contro la guerra è la buona notizia del giorno. Poi i “nostri” (non miei) delegati a Bruxelles e quel burino di Zelensky che ha voluto continuare la “sua” guerra potranno, se vogliono, meditare sul fatto che nessuna pace, dopo tre anni di martellamento mediatico idiota e spregevole, si può ottenere con l’uso delle armi. Alla faccia della c.d. “dottrina” Draghi e della sua affiliata Von der Layen, personaggi ignobili e senza morale.
Anche una gallina cieca, ogni tanto, becca un chicco di grano.
Finalmente un bagliore di buon senso.
Spero e prego che si arrivi ad una pace vera e non “giusta” (come dicono i purtroppo nostri politici)