Nella giornata di ieri, il Senato ha respinto una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che promuoveva il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia. La mozione è stata rigettata con 80 voti contrari, provenienti da maggioranza, Italia Viva e Azione, ricevendo invece il sostegno del Partito Democratico e di Alleanza Verdi-Sinistra, che ha anche sottoscritto il testo, con un totale di 45 sì. Il documento era stato presentato dalla senatrice pentastellata Alessandra Maiorino il 23 gennaio 2025 e intendeva «riconoscere pienamente e formalmente lo Stato di Palestina nei confini del 1967 secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite», impegnando l’Italia a promuovere analoghi processi di riconoscimento da parte degli altri Stati dell’Unione Europea.
Il testo della mozione presentata dalla senatrice Maiorino e bocciata dal Senato sottolineava il diritto alla pace e alla sicurezza di israeliani e palestinesi, sostenendo una soluzione basata sul rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni ONU. Oltre a evidenziare la drammaticità delle condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza, nella mozione si ricordava come gli insediamenti di israeliani sui territori palestinesi si siano «moltiplicati» negli ultimi decenni «a dispetto degli impegni sottoscritti» nel processo di Pace avviato con gli accordi di Oslo negli anni Novanta e «in contrasto con i principi del diritto internazionale». Nel testo della mozione si scrive che «esiste un’unica strada», percorribile attraverso «voce e azioni forti contro la carneficina a Gaza» e «l’impegno di tutti per la soluzione due popoli e due Stati per Israele e Palestina». La richiesta al governo era quella di impegnarsi formalmente per il riconoscimento dello Stato di Palestina, proponendo o sostenendo in tutte le sedi internazionali «l’adozione di un atto analogo da parte di tutti i Paesi membri dell’Unione europea, da intendersi come contributo fondamentale per il riavvio del processo e del negoziato di pace e come elemento ineludibile nell’ambito della lotta al terrorismo di modello fondamentalista». Nel suo intervento nell’Aula di Palazzo Madama all’atto della presentazione della mozione, Maiorino ha affermato che «non una mosca si è sentita volare da parte del governo italiano di fronte al crudele delirio di Trump rispetto al destino del popolo palestinese; anzi, Tajani da Israele si è prodotto in un cortocircuito logico dicendo che “oggi non è possibile riconoscere lo Stato di Palestina, perché la Palestina non esiste, quindi non è possibile riconoscere la Palestina”». «Sono 77 anni che sentiamo dire che non è il momento giusto per riconoscere la Palestina, ma capiamo che questo effettivamente non sia il momento adatto per un governo servo del satrapo Trump», ha aggiunto Maiorino.
Non è la prima volta che il Parlamento respinge un testo a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina. Lo scorso luglio, l’Aula di Montecitorio aveva rigettato varie mozioni presentate sul punto dalle opposizioni. Quella del PD chiedeva al governo di adottare “tutte le iniziative necessarie volte a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa”, quella del M5S di interrompere la vendita di armi allo Stato Ebraico e quella di AVS di concepire “sanzioni” da applicare contro il governo di Benjamin Netanyahu. Le iniziative politiche più coraggiose sul tema sono arrivate da circuiti esterni al Parlamento: a giugno dell’anno scorso sono state ufficialmente consegnate al Senato della Repubblica le quasi 80mila firme raccolte dall’Associazione Schierarsi, di cui è vicepresidente l’ex deputato Alessandro Di Battista, a supporto della proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del nostro Paese. La medesima istanza è stata lanciata con forza anche numerosi Comuni italiani e da migliaia di studenti che, per mesi, hanno manifestato in solidarietà al popolo palestinese durante le occupazioni delle università e delle scuole sul territorio.
In seguito ai provvedimenti adottati nel 2024 da Spagna, Norvegia e Irlanda, tra i 193 Stati membri dell’Organizzazione dell’ONU sono oggi 146 quelli che riconoscono il diritto dei palestinesi di esistere come entità politica e geografica, circa tre quarti della comunità internazionale (a cui si aggiunge la Città del Vaticano). In questa lista mancano però attori di primo piano come gli USA, il Canada, l’Australia e la maggior parte dei Paesi membri dell’UE.
[di Stefano Baudino]
Tajani, come l’ Uomo Ragno…
Tanto basterà un po’ d’attenzione nel prendere il tram.